FUNZIONI NON VERBALI - Le funzioni visuo-percettive, Le funzioni visuo-spaziali

Le funzioni verbali e quelle non verbali sono componenti complementari e fondamentali per il funzionamento e lo sviluppo cognitivo, il quale è strettamente interconnesso a quello percettivo: la percezione, infatti, costituisce la modalità primaria e immediata di conoscenza.

Le funzioni visuo-percettive

La percezione è un processo attivo e dinamico mediante il quale gli input sensoriali provenienti dal mondo esterno vengono analizzati, interpretati e organizzati in modo significativo in un sistema di conoscenze più generale.

Vi sono differenti canali sensoriali attraverso cui vengono acquisite le informazioni: il canale visivo, tattile, uditivo, etc..Nelle funzioni visuo-percettive la vista costituisce il mezzo di raccolta delle informazioni ma altri fattori, come l'attenzione, contribuiscono a questo processo.

La capacità visuo-percettiva è quindi un processo di elaborazione degli stimoli sensoriali che prevede l'analisi, la selezione e l'elaborazione delle informazioni visive: alla formazione dell'immagine retinica segue un'analisi delle informazioni percettive salienti ( per esempio la forma, il colore...) fino a giungere ai processi cognitivi di ordine superiore di attribuzione di un significato all'immagine percepita.

Lo sviluppo visuo-percettivo costituisce il primo strumento di interazione con la realtà circostante e riveste un ruolo centrale nei riguardi dello sviluppo neuromotorio, cognitivo e affettivo del bambino.

Le funzioni visuo-spaziali

Le abilità visuo-spaziali sono un gruppo di processi che consentono la corretta interazione dell'individuo con il mondo circostante: consistono nella capacità di percepire, agire ed operare sulle rappresentazioni mentali in funzione di coordinate spaziali. Il nostro cervello è in grado di costruire complesse rappresentazioni spaziali della realtà interna ed esterna che costituiscono il presupposto di ogni azione.

La capacità visuo-spaziale percepisce e stima le relazioni spaziali tra gli oggetti o tra parti di essi, l'orientamento degli stimoli e il rapporto tra la persona e l'oggetto.

I disturbi visuo-spaziali

I deficit visuo-spaziali si possono definire come disordini che determinano un'erronea stima degli aspetti spaziali fra diversi oggetti che riguardano il rapporto tra la persona e l'oggetto, le relazioni stesse fra diversi oggetti e l'orientamento degli stimoli, associata ad una corrispondente caduta nelle capacità di memoria e di pensiero spaziale ( Benton, 1985).

I disturbi visuo-spaziali non hanno una modalità univoca di espressione ma costituiscono un eterogeneo complesso di difficoltà attinenti all'area non verbale.

Nel bambino si possono manifestare precocemente in ambito scolastico secondo una o più delle seguenti difficoltà:

  • difficoltà nel copiare un disegno e difficoltà di produzione grafo-motoria
  • difficoltà nell'organizzazione spaziale del foglio o nel mantenimento della linea nella scrittura
  • difficoltà nel calcolo scritto e nella geometria
  • difficoltà nella lettura per affollamento percettivo e confusione tra lettere percettivamente simili o con diverso orientamento
  • difficoltà di scansione e ricerca visiva

I disturbi spaziali sono quindi disturbi di organizzazione dello spazio: vi è una distorsione nella percezione e nella stima delle relazioni spaziali esistenti tra gli oggetti del mondo circostante e tra questi e il soggetto stesso; ci può essere una difficoltà nel percepire l’orientamento degli stimoli con ricorrente caduta anche nel pensiero (rappresentazione) e nella capacità di memoria spaziale.

La nosografia classica dei disturbi visuo-spaziali origina da studi e osservazioni cliniche effettuati prevalentemente in pazienti adulti con lesioni cerebrali acquisite. Presenteremo brevemente i principali quadri per passare poi a una trattazione più dettagliata dei disturbi visuo-percettivi e visuo-spaziali del bambino, la cui conoscenza e sistemazione nosografica è ancora tuttavia in fase di grande sviluppo.

I disturbi visuo-spaziali si possono suddividere in :

  • d. dell' esplorazione visiva
  • d. della percezione spaziale
  • d. del pensiero spaziale
  • d. visuo-costruttivi

Disturbi dell'esplorazione visiva

I disturbi dell'esplorazione visiva possono essere ricondotti a difetti del controllo della motilità oculare o a deficit dell'attenzione.

La negligenza spaziale unilaterale o neglect consiste nella tendenza, più o meno grave, a trascurare la metà dello spazio controlaterale alla lesione : il paziente è incapace o ha difficoltà a cogliere la presenza, a riferire eventi (stimoli sensoriali) ed a esplorare questa parte di spazio; questo disturbo può coinvolgere le modalità sensoriali in maniera selettiva o globale ed anche le rappresentazioni mentali; consegue perlopiù a lesioni parietali destre. E' importante sottolineare che questo disturbo non è causato da deficit motori o sensoriali primari.

La simultaneoagnosia è un disturbo dell'attenzione, in cui si verifica una riduzione “concentrica” dell'attenzione: il soggetto è capace di fissare un solo particolare alla volta della scena che ha davanti, senza riuscire ad avere una visione d'insieme. I pazienti simultaneoagnosici possiedono una soglia di riconoscimento molto alta per gli stimoli doppi, cioè presentati contemporaneamente, mentre è relativamente conservata la capacità di riconoscimento tachistoscopico di singoli elementi (Kinsbourne e Warrington, 1963).

Disturbi della percezione spaziale

La percezione spaziale è un termine piuttosto ampio che indica l'analisi delle relazioni spaziali di uno stimolo con altri stimoli circostanti e con l'osservatore (De Renzi, 1982).

La percezione della distanza si basa sia su segnali monoculari che su informazioni ottenute dalla vista binoculare. La capacità di discriminare la distanza sulla base della visione binoculare è detta stereopsi, controllata da entrambe le aree prestriate, anche se l'emisfero destro, ed il suo lobo temporale in particolare, ha probabilmente un ruolo dominante (Newcombe e Ratcliff, 1989). Una lesione unilaterale non è mai sufficiente a determinare astereopsi :essa non è determinata neanche dall'asportazione del corpo calloso. E' infatti soprattutto la corteccia visiva al di sopra della scissura calcarina ad essere coinvolta nella visione tridimensionale (Rizzo, 1989). Un altro aspetto della percezione spaziale è la capacità di discriminare l'orientamento delle linee, riconosciuta in modo predominante all'emisfero destro.

Disturbi del pensiero spaziale

Il pensiero spaziale consiste in una serie di operazioni spaziali complesse eseguite sugli stimoli visivi e sulle rappresentazioni mentali di tali stimoli. In molti compiti spaziali complessi è richiesta la capacità di rappresentarsi mentalmente gli stimoli e di effettuare delle operazioni spaziali su tali rappresentazioni interne (ruotare mentalmente un oggetto,cambiare punto di osservazione, etc...). La capacità di eseguire rotazioni mentali consiste nel poter ruotare mentalmente un oggetto, sia esso percepito o immaginato, al fine di risolvere problemi complessi: entrambi gli emisferi sembrano coinvolti in questo tipo di capacità. Nei pazienti con una lesione a carico dell'emisfero destro, il deficit nella rotazione mentale potrebbe derivare dal fallimento nell'operare su rappresentazioni spaziali; nei pazienti sinistri, invece, potrebbe essere imputato ad un deficit nella generazione di adeguate immagini mentali. D'altra parte anche nei processi immaginativi le diverse strutture cerebrali interagiscono fornendo ognuna il suo specifico apporto: ad esempio, nei processi di costruzione di immagini mentali complesse, il lobo occipitale sinistro costituirebbe l'interfaccia deputata alla trasformazione dei contenuti di memoria a lungo termine in rappresentazioni “superficiali” (le immagini mentali), mentre il lobo parietale destro consentirebbe la corretta rappresentazione delle relazioni spaziali tra gli oggetti e tra le parti semplici di ogni oggetto. Esiste quindi un parallelismo tra i processi percettivi e quelli immaginativi, che prevede che la corteccia occipitale sia deputata alla generazione di immagini mentali, mentre i lobi parietali, connessi al sistema visivo dorsale, siano coinvolti nei processi immaginativi riguardanti le relazioni spaziale fra gli oggetti.

Un'altra espressione del pensiero spaziale riguarda la soluzione di labirinti, i quali non impegnano solo le rappresentazioni spaziali ma anche la capacità di programmazione, la MLT, etc...Pertanto, i pazienti con lesioni delle aree frontali presenteranno in questi compiti difetti diversi da quelli di pazienti con lesioni posteriori.

I difetti nella memorizzazione di un percorso ripetuto si osservano in pazienti con lesioni parietali, in particolare alte, di destra.

Non si può trascurare il rapporto del pensiero spaziale con la memoria a breve termine e a lungo termine spaziale. I pazienti con lesione parietale destra non presentano disturbi di memoria a breve termine spaziale più marcati rispetto ai pazienti con lesione sinistra, ma presentano specifici difetti nei compiti di apprendimento spaziale. L'apprendimento di locazioni spaziali, invece, sarebbe ugualmente deficitario in pazienti con lesioni posteriori destre e sinistre.

Disturbi visuo-costruttivi

Essi consistono nell'incapacità di produrre delle costruzioni tridimensionali o dei disegni bidimensionali in cui l'incapacità a generare un prodotto spazialmente ben organizzato non è attribuibile ad aprassia per singoli movimenti. Molti fattori sono implicati nella funzione visuo-costruttiva tra cui l'attenzione e la percezione visuo-spaziale, la memoria, i processi di organizzazione della risposta motoria e di controllo visuo-motorio.

Indice

  INTRODUZIONE
   
Capitolo 1

1. LA PARALISI CEREBRALE INFANTILE

  1.1 DEFINIZIONE
  1.2 EPIDEMIOLOGIA
  1.3 DIAGNOSI DI LESIONE
  • 1.3.1 Il neonato pretermine
  • 1.3.2 Il neonato a termine
 

1.4 CLASSIFICAZIONI

  • 1.4.1 Hagberg e al. (1975)
  • 1.4.2 Rosembaum e al.(2007)
  • 1.4.3 Ferrari-Cioni (2010)
 

1.5 LE FORME SPASTICHE

  • 1.5.1 La tetraplegia
  • 1.5.2 La diplegia (Segni clinici caratteristici, Forme cliniche)
  • 1.5.3 L'emiplegia (Segni clinici caratteristici, Forme cliniche)
  1.6 DISTURBI E FATTORI ASSOCIATI - Ritardo mentale, Epilessia, Disturbi della funzione visiva, Disturbi psichiatrici
Capitolo 2 2. FUNZIONI NON VERBALI
  2.1 FUNZIONI NON VERBALI
  2.1.1 Le funzioni visuo-percettive
 

2.1.2 Le funzioni visuo-spaziali

2.1.2.1 I disturbi visuo-spaziali

  • Disturbi dell'esplorazione visiva
  • Disturbi della percezione spaziale
  • Disturbi del pensiero spaziale
  • Disturbi visuo-costruttivi
 

2.2 ASPETTI EVOLUTIVI

  • 2.2.1 Prima infanzia
  • 2.2.2 Seconda infanzia
  • 2.2.3 Terza Infanzia
  2.3 Vie anatomo-funzionali di elaborazione visiva:le vie del "What" e del "Where"
Capitolo 3 3. LA MEMORIA DI LAVORO
  3.1 LA MEMORIA E LE SUE SOTTOCOMPONENTI
 

3.2 LA MEMORIA DI LAVORO

  • 3.2.1 I modelli teorici
    • Il modello di Cornoldi e Vecchi (2003)
  • 3.2.2.1 La memoria di lavoro visuo-spaziale (MLVS), La MLVS nel bambino
  • 3.2.3 Aree cerebrali coinvolte nella memoria di lavoro
Capitolo 4 4. LO SPAZIO E IL MOVIMENTO
  4.1 LO SPAZIO
  4.2 Il movimento - LA NAVIGAZIONE
 

4.3 DUE TIPI DI STRATEGIE PER LA CODIFICA SPAZIALE

  • 4.3.1 Le strategie egocentriche
  • 4.3.2 Le strategie allocentriche
  4.4 ASPETTI EVOLUTIVI
 

4.4.1 ASPETTI EVOLUTIVI

  • 4.4.2 Il neonato e lo spazio, Il bambino e lo spazio
 

4.5 STUDI RECENTI

  • 4.5.1 Aree cerebrali coinvolte nella codifica spaziale
Capitolo 5 5. LO STUDIO: MATERIALI E METODI - Introduzione allo studio
  5.1 IL CAMPIONE
 
  • 5.1.1 Caratteristiche del campione
  • 5.1.1.1 Età gestazionale
  • 5.1.1.2 Lesione cerebrale
  • 5.1.1.3 Livello cognitivo
  • 5.1.1.3.1 Profilo cognitivo
 

5.2 IL "WALKED CORSI TEST"

  • 5.2.1 Apparato sperimentale
  • 5.2.2 Svolgimento della prova
  • 5.2.3 Le sequenze
  5.3 ANALISI DEI DATI
  6. LO STUDIO: RISULTATI
   
  7. DISCUSSIONI
  7.1 CONSIDERAZIONI
  CONCLUSIONI
   
  Tesi di Laurea di: Ylenia Capuzzo

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