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Tesi di Laurea
Serena Chierisini Il trattamento post operatorio nel bambino con diplegia Hits:20
Sofia Oldani Il ruolo del TNPEE tra clinica e prevenzione: presentazione del progetto BEST Hits:33
Martina Vischi Giocare con le intenzioni in Terapia Neuropsicomotoria Hits:103
Roberta Caruso Il trattamento precoce di bambini con Sclerosi Tuberosa mediante Parent-Mediated Intervention Hits:160
Elisabetta Lagomarsino Controllo inibitorio sul comportamento adattivo: attività specifiche per il potenziamento della memoria di lavoro Hits:213
Maria Grazia Nocerino PEM-CY: Uno strumento per valutare la partecipazione nei bambini e negli adolescenti Hits:222
Stefania EDI Dall’idiozia mongoloide alla Trisomia 21: Riflessioni sull’area emotivo-affettiva Hits:257
Valentina Carla Viganó "VALUTAZIONE FUNZIONALE SECONDO ICF-CY" in una casistica di bambini con cerebrolesione acquisita severa Hits:270
Nadia Botrugno Valutazione dei Disturbi di Regolazione in bambini con Disturbo Pervasivo dello Sviluppo Hits:288
Monica Manni Dal senso di onnipotenza al principio di realtà: un normale processo di acquisizione Hits:301
Maria Elisa Rizzotto La relazione Tonico-Emotiva precoce nella costruzione dell’Io Corporeo e delle capacità di apprendimento Hits:301
Giulia Gasperini Fai come me: imitazione ed ampliamento delle competenze comunicative Hits:333
Davide Piovesan Gli indicatori di rischio delle competenze relative all'apprendimento Hits:341
Martina Sala Pratica Coreologica per lo sviluppo di fattori di protezione ai disturbi di organizzazione spaziale Hits:372
Anna De Rosa Valutazione della qualità delle prestazioni erogate: il giudizio degli utenti Hits:391
Francesca Pannozzo Caratteristiche della relazione madre-bambino in bambini con disturbi del Neurosviluppo Hits:395
Alessandro Ciulli Il dispendio energetico nei bambini con Patologia Neuromotoria Hits:411
Laura Pansera Favorire la comunicazione nella sindrome di Mowat Wilson Hits:415
Dèsirée Fragnelli Le Mucopolisaccaridosi: La Rete Assistenziale Riabilitativa Hits:436
Marta Fiori Valutazione delle Funzioni Adattive nelle PCI: confronto fra bambini migranti e bambini italiani Hits:483
Manuel Liveri Utilizzo dei Videogiochi per la Rieducazione delle Abilità di Lettura Hits:614
Francesca Ferrara Sindrome di Down e Capacità Rappresentative Hits:621
Loredana Urraro Era Digitale e Neuropsicomotricità: Intervento Neuropsicomotorio nei disturbi da Dipendenza Tecnologica Hits:898
VALENTINA VESCI Favorire un’armonica integrazione delle Caratteristiche Sensoriali Hits:955
Sara Colombo Early Start Denver Model - Intervento precoce nei Disturbi dello Spettro Autistico Hits:981
Sofia Posca Metodo SaM® (Sense and Mind) nel trattamento del DANV Hits:990
Marilena Alvarez Il ruolo dell'imitazione in bambini con Disturbo dello Spettro Autistico Hits:1050
Francesca Orsini I Disordini Neurosensoriali nelle Encefalopatie Epilettiche Hits:1096
Alessandra Murru Progetto Riabilitativo nella Sindrome di Moebius Hits:1170
Chiara Burbi Strumenti di Osservazione e Valutazione del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva Hits:1245
Sabrina Rapello Intervento riabilitativo integrato nella Atrofia Muscolare Spinale (SMA) Hits:1340
Vania Savinelli L’intervento Neuropsicomotorio Socio-Preventivo Hits:1417
Simone Meli Applicazione di una ICF-CY checklist 0-3 anni Hits:1471
Lisa Bolognesi Stato comportamentale del bambino in risposta agli STIMOLI SONORI in TIN Hits:1472
Giulia Bidinost Bambino Aggressivo: Dalla reazione alla relazione Hits:1497
Filippo Cattaneo Il Gioco come Strumento Terapeutico nella Paralisi Cerebrale Infantile Hits:1506
Giulia Frangiamone Equitazione Terapeutica - Intervento riabilitativo integrativo Hits:1514
Valentina Del Bello Spiegazione motoria delle difficoltà comunicative dell'Autismo Hits:1535
Noemi Moltani Lettura ad alta voce e Comunicazione Aumentativa Alternativa Hits:1564
Francesco Cangioli Oltre la diagnosi: il circolo virtuoso del gioco Hits:1707
Livio Caianiello Progetto migranti per la formazione di TNPEE senza frontiere Hits:1809
Andrea Sattanino L’intervento del TNPEE in Oncoematologia Pediatrica Hits:1894
Elisabetta Troilo Terapia Interattiva in Età Evolutiva - Funzioni Esecutive Hits:2269
Laura Pizzi Il TNPEE nell’attività Educativo - Preventiva Hits:2336
Serena Siri Favorire la relazione e ridurre i comportamenti problema in bambini con Disturbi dello Spettro Autistico Hits:2643
CHIARA MONDINI Dalla valutazione del Profilo Motorio all’Intervento Neuropsicomotorio Hits:2654
Ilaria Pesavento Terapie alternative e complementari nelle PCI Hits:2965
Annetta Sedda Medium Sonoro Hits:3711
Maria Vittoria Berno L’importanza della voce nella terapia neuro e psicomotoria Hits:3787
Rachele Sforzi L’importanza del gioco nella relazione madre-bambino Hits:4034
Irene De Maria Modello della Family Centered Care (FCC) Hits:4205
Ariela Alexovits Valutazione e trattamento del bambino con disabilità intellettiva Hits:4250
Cristiana Pacilio Comportamenti non sociali nei Disturbi dello Spettro Autistico Hits:4323
maria ferrara La valutazione dei bambini con disabilità intellettiva Hits:4407
Maria Piscitello Sindrome di Down - Intervento Psicomotorio Hits:4562
Francesca Rebora La Comunicazione Aumentativa Alternativa e le Strategie Visive Hits:5696
Fabio RESCIGNO Sindrome di Prader-Willi Hits:5916
Teresa Vitagliano Ritardo Psicomotorio: Diagnosi e Progetto Terapeutico Hits:5930
giovanna bonavolonta Approccio psicomotorio integrato: medulloblastoma Hits:7458
Ylenia Capuzzo Memoria visuo-spaziale in bambini con PCI Hits:8449
Luciano Montefusco Immagine di sè e Schema Corporeo Hits:10544
Antonella Palazzo Intervento nei Disturbi dello Spettro Autistico Hits:11812
Maria PADOVANO La Psicomotricità come unione Hits:15584
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- Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) - DIPLEGIA - GAIT ANALYSIS (66) Serena Chierisini (Il trattamento post operatorio nel bambino con diplegia) 03/02/2019
- INTRODUZIONE - Il trattamento post operatorio nel bambino con diplegia (20) Serena Chierisini (Il trattamento post operatorio nel bambino con diplegia) 03/02/2019
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- CONCLUSIONI - Il ruolo del TNPEE tra clinica e prevenzione (17) Sofia Oldani (Il ruolo del TNPEE tra clinica e prevenzione: presentazione del progetto BEST) 03/02/2019
- Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva tra clinica e prevenzione (38) Sofia Oldani (Il ruolo del TNPEE tra clinica e prevenzione: presentazione del progetto BEST) 03/02/2019
- Presentazione del progetto "BEST - Bisogni Educativi Speciali Territoriali" (30) Sofia Oldani (Il ruolo del TNPEE tra clinica e prevenzione: presentazione del progetto BEST) 02/02/2019
- Il ruolo del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva in prevenzione (34) Sofia Oldani (Il ruolo del TNPEE tra clinica e prevenzione: presentazione del progetto BEST) 02/02/2019
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- Motricità fine: dallo scarabocchio al grafema (82435) Maria PADOVANO (La Psicomotricità come unione) 28/04/2014
- Area di Broca (75171) Alfredo Cavaliere Converti (Area di Broca) 16/10/2009
- LATERALITA’ E LATERALIZZAZIONE - Evoluzione dello schema corporeo (71692) Luciano Montefusco (Immagine di sè e Schema Corporeo) 17/12/2009
- Esercizi di percezione del proprio corpo (49029) Maria PADOVANO (La Psicomotricità come unione) 28/04/2014
- Scale di valutazione dell’intelligenza e del livello di sviluppo (48291) maria ferrara (La valutazione dei bambini con disabilità intellettiva) 25/04/2014
- LE FASI DELLA STRUTTURAZIONE - Evoluzione dello schema corporeo (46713) Luciano Montefusco (Immagine di sè e Schema Corporeo) 17/12/2009
- La pratica Psicomotoria: il metodo Aucouturier (46093) Daniela Di Lanno (La Pratica Psicomotoria educativa e preventiva) 07/11/2010
Altri Argomenti
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L'Attenzione Condivisa
Alfredo Cavaliere Converti
(Aspetti Comportamentali)
12/06/2013
Comportamento riscontrabile a partire dai nove mesi, caratterizzato dalla ricerca da parte del bambino di attirare l'attenzione dell'altro (in genere la madre) su un oggetto o una situazione, per condividere un comune fuoco di interesse. L’attenzione condivisa viene considerata un precursore della Teoria della Mente L'attenzione condivisa è la capacità del bambino di coordinare l'attenzione con un adulto, per un periodo di tempo relativamente esteso (che sia misurabile, almeno di qualche secondo), su un oggetto di interesse reciproco (si veda anche il contributo "Che intenzione hai?"). Per osservare lo sviluppo di tale capacità nei bambini di 6-12 mesi, le ricerche hanno ideato alcune procedure, facilmente riproducibili. Il modo più semplice per verificare la capacità del bambino di coordinare l'attenzione con l'adulto su un gioco è quella di osservare adulto e bambino che giocano spontaneamente (sono sufficienti 4-5 giocattoli, ad esempio: un sonaglio, una pallina, un libro, una...
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ALLEGATI - Strategie Visive e CAA in diversi casi clinici: Autismo e Disabilità Intellettiva
Francesca Rebora
(La Comunicazione Aumentativa Alternativa e le Strategie Visive)
10/02/2014
Immagini CAA Figura 6.1: Blissymbolics Figura 6.2: PECS Figura 6.3: Agenda visiva Figura 6.4: PCS Figura 6.5: VOCA Figura 6.6: VOCA Figura 6.7: VOCA 6.2. Indice INTRODUZIONE La Comunicazione Aumentativa Alternativa e le Strategie Visive La Comunicazione Aumentativa Alternativa La Comunicazione La CAA La storia della CAA Strumenti di CAA Dispositivi di CAA PECS La valutazione della CAA Strategie visive comportamenti problematici Strumenti visivi per la comunicazione Le schede o agende visive Le mini-schede I ponti visivi Tabelle comunicative tradizionali e strumenti visivi a confronto Gesti del linguaggio e del corpo Disabilità Intellettiva e Autismo a confronto Disabilità intellettiva o ritardo mentale Criteri diagnostici Prevalenza, Eziologia e Caratteristiche Principali Gradi di Ritardo Mentale Autismo Criteri Diagnostici e Diagnosi Differenziale Sintomi primari nell'Autismo DSM-IV vs DSM-V La Disabilità Intellettiva nei Disturbi dello Spettro Autistico Casi clinici Caso clinico A Profilo...
Leggi tutto: ALLEGATI - Strategie Visive e CAA in diversi...
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Bibliografia - Sindrome di Down
Alfredo Cavaliere Converti
(Sindrome di Down)
13/01/2010
Bibliografia - Sindrome di Down http://it.wikipedia.org/wiki/Sindrome_di_Down
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Disturbi dello sviluppo
Emanuela Varriale
(Empatia: origine, significato e disordini)
03/01/2014
Tra i disturbi dello sviluppo in età evolutiva verranno menzionate alcune patologie che risultano presentare un deficit legato all’empatia, cosiddette “primarie”. Nel particolare: i disturbi dello spettro autistico (facendo riferimento anche e soprattutto all’alto funzionamento) ed i disturbi della condotta. Unitamente a questi si porrà l’accento anche su alcuni disturbi in cui la carenza o la mancanza di empatia è “secondaria” alla patologia, come nei disturbi d’ansia, nei disturbi dell’umore e nell’alessitimia. Disturbi dello spettro autistico L'autismo e la sindrome di Asperger (AS) condividono tre aspetti fondamentali: difficoltà nello sviluppo sociale; difficoltà nello sviluppo della comunicazione; forti e inusuali interessi e comportamento ripetitivo. Siccome la comunicazione è sempre sociale può ritornare utile catalogare l'autismo e alla AS in due ampie aree: difficoltà sociali e di comunicazione e azioni ripetitive con interessi ristretti. La diagnosi della AS presuppone che un...
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La seduta di pratica psicomotoria (metodo di Bernard Aucouturier)
Alfredo Cavaliere Converti
(Che cos'è e cosa si propone)
12/06/2013
L'entrata Il bambino troverà all'interno della stanza uno scenario che ritorna sempre uguale nelle sue caratteristiche di fondo. C'è un luogo nella sala dove ogni volta adulto e bambino si riuniscono e dove avvengono alcuni rituali, come il togliere le scarpe o sfilarsi abiti troppo pesanti. Questo primo spazio delimita il confine tra il dentro e il fuori della stanza. Con lo scopo di evocare sensazioni, l'adulto fa domande che possono ricordare la seduta precedente, attiva ricordi che mobilitano il pensiero e ascolta qualche indicazione da parte del bambino. Il tutto avviene in un area di piacere e di tranquillità. L'azione e l'espressività motoria Il bambino parte e si dirige verso quelle situazioni prescelte e inizia l'attività.L'adulto è colui che struttura inizialmente la situazione, ma è anche colui che favorisce l'azione del bambino: osserva l'azione del bambino lo incoraggia e ne amplifica il gioco attraverso strategie indirette che riguardano l'uso di tutti i canali...
Leggi tutto: La seduta di pratica psicomotoria (metodo di...
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Il Tempo
Alfredo Cavaliere Converti
(La Comunicazione non Verbale)
26/09/2009
La parola tempo deriva dalla radice latina tempusnel significato di tagliare, ossia divisione del tempo, ed è definito come lo spazio indeterminato nel quale si verifica il fluire degli eventi , dei fenomeni, delle esistenze in una successione illimitata di istanti, o anche come la durata globale del fluire delle cose.[6] Ambo le definizioni hanno in se la concezione di tempo in relazione all’esistenza. Esistenza di un corpo che dà loro significato. «Il tempo non è un fiume che scorre, una sostanza fluente, ma la vita del corpo»[7]. L’esistenza del corpo, infatti, inizia con la nascita e termina con la morte, di conseguenza la temporalità gli compete per necessità interiore. Generalmente quando si parla di tempo si intende quello quantitativo, ci si riferisce ai secondi, minuti, ore, di un giorno, una settimana, un mese, un anno. Tempo calcolato dai calendari, dagli orologi, la conquista dell’uomo che porta ad un’unità di misura universale, che gli dà il senso del dominio degli eventi. Ma...
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Uno spazio e un tempo per una nuova alleanza con il Bambino Autistico
Antonella Palazzo
(Intervento nei Disturbi dello Spettro Autistico)
23/10/2011
"ero nato speciale e cresciuto in un ambiente difficile"(lapo marini, 2007) Modalità di trattamento per i Bambini Autistici Nello sviluppo normale l’età dei due anni è un periodo critico per la funzione regolatrice sociale esercitata dai genitori. Il bambino comincia a muoversi; le sue abilità di toccare gli oggetti, di comprenderli e trovarli interessanti aumentano vertiginosamente; non aumenta in modo altrettanto veloce, invece, la capacità di comprendere pericoli o necessità al di là dell’immediato momento. Le sue emozioni sono ormai organizzate in precisi desideri e volontà. Per la maggioranza dei genitori questo è un periodo di fatica, dal momento che proprio ora i limiti personali ed educativi impediscono di svolgere la funzione di socializzazione in modo adeguato, aprendo la strada a futuri disturbi o difficoltà del bambino nella relazione con gli altri. Stiamo parlando però di difficoltà normali, con bambini “normali”, quindi i genitori, per esercitare tale funzione, possono sempre...
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Lo sviluppo sociale del bambino
Elisabetta Troilo
(Terapia Interattiva in Età Evolutiva - Funzioni Esecutive)
19/02/2017
“I bambini normali vengono al mondo con la motivazione e la capacità per cominciare a stabilire un’immediata relazione sociale con chi li cura.” [Volkmar et al., 1997] Qualunque aspetto della vita infantile, affettivo o cognitivo, può essere considerato in prospettiva sociale: dalle esperienze con gli adulti che si prendono cura del bambino, alle interazioni con fratelli, coetanei, persone che ricoprono un ruolo educativo, per giungere alle relazioni affettive e al modo di percepire le regole e i valori morali. Si può dire che la definizione di “sviluppo sociale” abbia preso il posto di socializzazione: il bambino non è quindi più considerato una tabula rasa da plasmare, guidare e controllare in funzione delle esigenze sociali e per mezzo di pratiche educative. Il termine “sviluppo sociale” vuole sottolineare come fin da subito il neonato sia un essere “sociale” che diviene sempre più consapevole e competente grazie a processi bidirezionali di interazione. L’adulto riveste il ruolo...
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In Dialogo con bambini "Speciali"
Maria Vittoria Berno
(L’importanza della voce nella terapia neuro e psicomotoria)
28/12/2013
Questo vale per la maggior parte dei bambini, ma non per tutti. Ci sono infatti alcuni bambini ‘speciali’ ed è intorno alla loro esperienza che sorgono alcune domande importanti: questi meccanismi sono presenti anche nei bambini con disabilità? Cosa accade all’interno della diade? Le modalità comunicative e relazionali di un bambino con disabilità sono spesso distorte. Il processo di sintonizzazione reciproca tra madre e bambino può venir meno, con grandi difficoltà nel costruire una situazione empatica. Un disabile non è privo di ‘musicalità comunicativa’ [44], non è privo di regole della comunicazione: le sue regole, la sua musica, il suo ritmo, sono però diversi, sono spesso difficili da comprendere dall’esterno, ed è questo che rende il piccolo ‘disarmonico’ rispetto al resto del mondo. La madre fatica a capire quali siano i bisogni e i desideri del bambino, fatica a dare una risposta perché non sempre comprende la domanda. E’ come se il ritmo della madre non si accordasse sempre con...
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Meccanismi biologici della plasticità
giovanna bonavolonta
(Approccio psicomotorio integrato: medulloblastoma)
06/02/2013
Cosa si intende per plasticità? Un materiale è plastico quando è soggetto ad un cambiamento proprio come accade al cervello quando apprende, poiché il SNC può imparare qualcosa di nuovo, modificando la sua organizzazione funzionale, la sua rete di connessioni o la sua struttura, e generare nuovi comportamenti. Già dal XIX secolo, alcuni studiosi, come Cajal (1904), Golgi (1904) e Sherrington (1897) avevano iniziato a parlare di plasticità cerebrale. Sherrington introdusse il termine di sinapsi per descrivere la zona di contatto tra due neuroni. Egli era convinto che il processo di apprendimento generasse nuove sinapsi, ipotesi ripresa dallo psicologo Hebb, che descrisse nel 1949 quello che poi fu definito "apprendimento hebbiano": se l’assone di una cellula eccita più volte un’altra cellula, si assisterà a delle modificazioni morfologiche o metaboliche in uno o entrambi i neuroni, e se più cellule vengono attivate contemporaneamente in maniera ripetuta, queste diventeranno associate, ossia...
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Terzo stadio: dal nono al diciottesimo mese
Maria PADOVANO
(La Psicomotricità come unione)
28/04/2014
Il periodo dai nove ai diciotto mesi è dominato dall’acquisizione della deambulazione autonoma. Con questa viene definitivamente superata la “schiavitù della stasi”. Il bambino diventa padrone del suo corpo e della sua motricità e si lancia alla conquista dello spazio intorno a lui e anche più lontano. Finalmente il mondo circostante, perennemente tentatore e solo in parte conosciuto come spazio visivo, statico, ed esplorato fin dove arriva la mano, è ormai alla sua portata. È uno spazio più vero, che ha la sua dimensione misurata dai propri passi, e del quale egli prende effettivamente possesso. La possibilità di spostarsi liberamente consente scoperte sempre nuove, secondo i propri desideri e senza più nessun impedimento neuromotorio. È fonte di piacere, motivo e strumento per soddisfare il bisogno di esplorare cose mai viste prima e punti diversi dello spazio. Così attraverso il movimento, il bambino arricchisce il suo patrimonio di esperienze e con ciò accresce il suo repertorio...
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APPENDICE - Il Metodo SaM (Sense and Mind) nel trattamento del DANV: presentazione di un caso clinico
Sofia Posca
(Metodo SaM® (Sense and Mind) nel trattamento del DANV)
18/02/2017
Figura complessa di Rey ( 19/07/2012) A Copia B Memoria: Figura complessa di Rey (08/07/2013) A Copia B Memoria 1° Piantina ( 18/07/2012 ) 2° Piantina (15/07/2013) Quaderni ( ottobre 2012 ) Quaderni ( settembre 2013) Disegno ( settembre 2013) Indice PREMESSA Lo spazio come medium: Lo spazio e il bambino; Il tempo come organizzatore dello spazio; Il pensiero spaziale; L’apprendimento Il Disturbo dell'Apprendimento Non Verbale (DANV o NLD): Cos’è; La sua storia; Criteri diagnostici; Come si manifesta Metodo Sense and Mind (SaM®): Cos’è; Modello teorico; Approccio clinico: Descrizione degli esercizi Il DANV e il Metodo S.a.M: presentazione di un caso clinico: Introduzione; Anamnesi; Valutazione; Trattamento; Valutazione in itinere; Proseguimento del trattamento; Osservazioni finali CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA - Sitografia APPENDICE Tesi di Laurea di: Sofia POSCA...
Leggi tutto: APPENDICE - Il Metodo SaM (Sense and Mind) nel...
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Scala Griffiths
Alfredo Cavaliere Converti
(Reattivi Mentali )
10/10/2009
Scala Griffiths,È un reattivo mentale di livello finalizzato a valutare lo sviluppo psicomotorio (primi due anni), integrato, tuttavia, da prove che permettono di utilizzarlo fino all'età di 8 anni. Le Scale Griffiths sono distribuite da: The Test Agency Limited North Dean, High Wycombe Bucks HP14 4NWPBowen JR, et al: Predictive value of the Griffiths assessment in extremely low birthweight infants.
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Le nuove tecnologie in riabilitazione
Filippo Cattaneo
(Il Gioco come Strumento Terapeutico nella Paralisi Cerebrale Infantile)
17/02/2017
Negli ultimi anni, con l’avvento di nuove tecnologie, anche in riabilitazione si stanno sperimentando nuovi strumenti. La realtà virtualeviene utilizzata sempre di più nei centri di ricerca. Con questo termine si intende la descrizione della realtà, simulata da computer, con la quale l’individuo può interagire sensorialmente a vari livelli. Le condizioni essenziali affinché possa essere definita tale sono il tempo reale, l’interattivitàe l’immersione 14.I primi due aspetti sono legati alle caratteristiche specifiche del software utilizzato, quali la possibilità di scelta all’interno dell’esperienza e i tempi di reazione del software. L’immersione dipende invece dall’insieme delle caratteristiche della tecnologia utilizzata e dalle emozioni che gli ambienti riprodotti fanno emergere nel soggetto. L’insieme delle tecnologie utilizzano simulazioni interattive in cui l’individuo risulta coinvolto con una sensazione similea quella del mondo reale. Parallelamente l'ambientazione rispecchia...
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Il ruolo del TNPEE in riferimento alla sindrome di Mowat Wilson
Laura Pansera
(Favorire la comunicazione nella sindrome di Mowat Wilson)
16/06/2018
Prima di soffermarci sul ruolo svolto dal Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE), in riferimento allo specifico caso trattato, è necessario definire chiaramente questa figura facendo riferimento al suo profilo professionale. Il TNPEE è identificato come l’operatore sanitario che, in collaborazione con l’equipe multidisciplinare composta da neuropsichiatra infantile e altre discipline di riferimento in ambito pediatrico, attua interventi di prevenzione, terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili nelle aree della psicomotricità, della neuropsicologia e della psicologia dello sviluppo. Per questo motivo, il TNPEE risulta essere una figura di massima competenza del periodo evolutivo ( fascia compresa tra 0 e 18 anni) e nel campo delle disabilità dello sviluppo intese come situazioni in cui, a causa di un disturbo o di una patologia, il soggetto presenta difficoltà nell’attuazione e nell’utilizzo delle abilità necessarie a garantirne la...
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“Danzando lo spazio”: studio per verificare il contributo della pratica coreologica per lo sviluppo di fattori di protezione ai disturbi di organizzazione spaziale
Martina Sala
(Pratica Coreologica per lo sviluppo di fattori di protezione ai disturbi di organizzazione spaziale)
12/12/2017
Introduzione I disturbi di organizzazione spaziale includono diversi fenotipi comportamentali che si possono manifestare in forma isolata o associata ad altri disordini dello sviluppo neuroevolutivo. Difficoltà che interessano le abilità spaziali condizionano in maniera significativa tutto lo sviluppo armonico di un bambino (Barnes, 2014): il riconoscimento e l’organizzazione dei rapporti spaziali sono infatti prerequisiti dell’apprendimento della scrittura e della lettura (Lumaca, Del Vento, 2007) e della matematica (Barnes, 2014), ma anche più in generale delle capacità di decentramento nei confronti e verso l’altro, e pertanto elementi fondamentali anche per lo sviluppo di abilità di interazione sociale (Pierro, 1995). In questo progetto viene proposto un lavoro mirato allo sviluppo di competenze spaziali come l’orientamento, il riconoscimento di forme, grandezze e direzioni, la conoscenza e l’interiorizzazione dei concetti topologici, considerati fattori predittivi importanti...
Leggi tutto: “Danzando lo spazio”: studio per verificare il...
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Il procedimento normale-standard - Prova prassica: La matrioska
Alfredo Cavaliere Converti
(Prova prassica: La matrioska)
25/01/2010
Il primo approccio La ricostruzione La modalità operativa dei bambini di 3 anni (Simbolico/Intuitivo) La modalità operativa dei 4 anni (Inizio Intuitivo) La modalità operativa dei 5 anni (centralità intuitivo) Il primo approccio: Tiene la base con una sola mano; il pollice è posizionato sulla pancia della matrioska mentre le altre quattro dita sulla parte posteriore leggermente distanziate le une dalle altre. Il palmo dell’altra mano viene appoggiato sul capo: il pollice copre il volto mentre le altre dita la nuca. Si inclina generalmente a destra la bambola di circa 45° e la mano appoggiata sul capo ruota in senso orario; in questo modo il bambino tenta di svitare la matrioska provocando un cigolio Nella maggior parte dei casi, questo è un tentativo di aprire l’oggetto; si verifica nella grande maggioranza che avvicinino al proprio tronco (altezza dello sterno) l’oggetto e tentino di ruotarlo maggiormente. Una volta rimesso l’oggetto sul tavolo il bambino solleva il capo tirando il...
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Il Progetto: Come si svolge
Alfredo Cavaliere Converti
(Autonomia Personale e Sociale)
12/06/2013
L’entrata Il ragazzo troverà all’interno della stanza uno scenario che ritorna sempre uguale nelle sue caratteristiche di fondo.C’è un luogo nella sala dove ogni volta gli adulti e ragazzi si riuniscono e dove avvengono alcuni rituali come infilarsi camici, lavarsi le mani, prendere oggetti da utilizzare, ecc. Questo primo spazio delimita il confine tra il dentro e il fuori della sala. Con lo scopo di evocare sensazioni, l’adulto fa domande che possono ricordare l’attività precedente, ascoltare qualche indicazione da parte dei partecipanti, attivando così ricordi che mobilitano il pensiero. Il tutto avviene in un’area di piacere e di tranquillità. L’azione e la produzione Il ragazzo si dirige verso quelle situazioni prescelte e inizia l’attività. L’adulto è colui che struttura inizialmente la situazione, ma è anche colui che favorisce l’azione del ragazzo: Osserva l’azione dei partecipanti Li incoraggia e ne amplifica l’iniziativa attraverso strategie indirette che riguardano l’uso di...
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Aspetti percettivo-prassici e comunicazione: BIBLIOGRAFIA
Serena Siri
(Favorire la relazione e ridurre i comportamenti problema in bambini con Disturbi dello Spettro Autistico)
25/04/2016
Aggio F., (2012). Inquadramento psicopatologico dei comportamenti dirompenti associati ai Disturbi dello Spettro Autistico e diagnosi differenziale con i comportamenti problema. American Psychiatric Association (2000). Diagnostic and statistical manual of mental disorders – forth edition *Text Revision. APA, Washington. American Psychiatric Association (2011). Autism Spectrum Disorder, DSM-V Development. American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders *fifth edition. APA, Washington. Ballerini L. (2013). I criteri diagnostici per l’autismo – 1943-2013: 70 anni di confusione. Baron-Cohen S., (1997). L’autismo e la lettura della mente.Astrolabio. Baron-Cohen S., Volkmar F.R., (1987). Handbook of autism and Pervasive Developmental Disorders. John Wiley, Hoboken (NY). Berti A.E., Bombi A.S., (2013). Corso di psicologia dello sviluppo.Il mulino. Bogdashina O., (2011). Le percezioni sensoriali nell’autismo e nella sindrome di Asperger....
Leggi tutto: Aspetti percettivo-prassici e comunicazione:...
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CONCLUSIONI - Strategie d’intervento in bambini affetti da Disturbi dello Spettro Autistico - descrizione delle capacità comunicative e relazionali Attraverso l’utilizzo della Scala Vineland
Antonella Palazzo
(Intervento nei Disturbi dello Spettro Autistico)
23/10/2011
Al termine di questo anno che mi ha visto impegnata in un percorso riabilitativo psicomotorio con bambini affetti da Disturbi dello Spettro Autistico, sebbene il campione dei casi sia limitato, vorrei trarre delle conclusioni anche in virtù dei dati pervenuti dalla Scala Vineland. Si è notato che, grazie al trattamento attraverso le linee guida TEACCH e dell’intersoggettività, i bambini osservati hanno presentato un miglioramento nell’area dell’Espressione, che è risultato più evidente nei bambini autistici verbali rispetto ai non verbali. Questo può ricollegarsi alla gravità del disturbo: nei bambini non verbali con autismo le abilità comunicative sono più deficitarie, rispetto ai bambini verbali, che presentano maggiori problematiche nella prosodia, nel tono e nei turni della conversazione. Si è verificato un miglioramento delle competenze nell’area dell’Espressione nei bambini autistici non verbali, in seguito alla proposta da parte del terapista di strumenti necessari per...
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