La Dimensione Spaziale in Terapia - Le categorie analogiche

“Incontrare l’altro è incontrare una sensazione tattile (la pelle), ma anche e soprattutto incontrare un contatto con il movimento dell’altro. Da questo contatto può nascere un’armonia o una disarmonia, secondo se l’altro avrà mantenuto o meno la capacità di percepire e di scambiare…”. (Aucouturier - Lapierre, La simbologia del movimento)

Lo spazio e il movimento rappresentano due delle categorie analogiche su cui si basa il rapporto terapeutico; prima di parlare della loro importanza in ambito riabilitativo, descriviamo brevemente le altre categorie con le quali sono strettamente associate: il tempo, la postura e il tono muscolare.

Il tempo

Apparentemente misurabile e scomponibile, il tempo rappresenta una traccia che definisce il cambiamento della storia, un ritmo che marca le differenze di un prima-adesso-dopo; é senso dell’attesa, del desiderio, dell’evoluzione o della ripetizione. Anche in questo caso, come per lo spazio, le quantità (lungo, corto, lento, rapido) definiscono in realtà delle qualità relazionali. In questo senso, spazio e tempo, che costituiscono l’architettura del nostro dirci al mondo, possono essere vissuti anche come limite della nostra espressività relazionale; nei suoi estremi, lo spazio, utilizzato in modo molto ristretto, diventa “silenzio”, mentre vissuto in modo incessante e caotico, senza alcun progetto o finalità, diventa “rumore”. Il tempo, vissuto come ritmo simmetrico e vuoto, senza variazioni significative che danno il senso del divenire, porta il corpo al movimento stereotipato senza intenzione comunicativa.

E’ dunque nello spazio e nel tempo che il corpo si esprime come forma, come gesto significativo, come pensiero in movimento. Il movimento fuoriesce dallo spazio e dal tempo (e nello stesso tempo li unisce) e dà a loro un significato; esso non é solo gestualità: é intenzione, incontro, esperienza che diventa competenza, relazione e linguaggio perché é espressione ed ascolto.

La postura

In genere pensiamo al movimento come qualità dinamica. Esso è, tuttavia, anche qualità espressiva statica, che in questa veste conosciamo come un’altra categoria analogica: la postura. Essa non é solo posizione, nello spazio e nel tempo, delle strutture anatomiche del corpo, ma è sua anche la funzione di dare significati: rivela la loro espressività affettiva e relazionale. Assumere una postura, infatti, non é una modalità casuale del nostro viverci nello spazio ma é una modalità intenzionale (anche se spesso non del tutto cosciente) del nostro entrare in comunicazione con il mondo.

Il tono muscolare

Il movimento, come momento dinamico dell’espressione corporea, e la postura, come momento statico dell’espressione corporea, sono sostenuti e accomunati dal tono muscolare. Anche questa categoria analogica ha significati ricchi di variazioni e di sfumature che determinano la finalità della comunicazione, informandola sulle connotazioni affettive di cui sono investiti i messaggi. Il tono muscolare dice lo sfondo corporeo su cui risuonano, si rafforzano, sfumano o si contraddicono, i significati della relazione tra gli interlocutori.

Tratto da www.neuropsicomotricista.it  + Titolo dell'articolo + Nome dell'autore (Scritto da...) + eventuale bibliografia utilizzata

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