Autonomia Personale e Sociale

E’ “autonomo” colui che, scoprendo progressivamente la capacità di decentrarsi in direzione della realtà (quindi conoscendola e trasformandola secondo le sue necessità), resta integro e arricchisce e modifica il proprio sè.

Esiste un chiaro rapporto tra autonomia e dipendenza, che nella letteratura è affrontato come rapporto tra libertà e autorità.

Quando si parla di autonomia ci si richiama alla capacità di auto-regolamentarsi, ovvero alla capacità di organizzare i propri comportamenti e quindi le proprie scelte con riferimento a se stessi, necessariamente in relazione ai fattori che intervengono all’interno del proprio campo di esperienza e ne costituiscono lo sfondo. L’autonomia, pertanto, non si sviluppa in spazi vuoti nè si pone o si realizza al di fuori di ogni limitazione, al contrario rinvia, proprio da un punto di vista epistemologico, ad una serie di dipendenze, di confini, la cui esistenza e operatività sono da considerare alla stregua di una condizione necessaria alla sua stessa affermazione.

Per quanto concerne l’ambito educativo, la pedagogia indica la direzione più corretta da seguire ove si voglia dare una risposta convincente, e soprattutto produttiva, alla domanda su come sia possibile stimolare l’autonomia, ovvero l’essere pienamente un soggetto, nel momento in cui ammettiamo che la sua stessa sopravvivenza è legata all’altro/altri. La parola chiave è rappresentata dal concetto di dialettica, attraverso il quale si individua l’esistenza dei due termini implicati: l’autonomia e la dipendenza Qualora dette dimensioni non siano correttamente sviluppate sin dall’età infantile, nell’adulto possono manifestarsi forme di infantilismo, auto-svalutazione, gregarismo, senso di abbandono, ansia, insicurezza, angoscia.
In tale ottica l’autonomia non si identifica con la conquista dell’autosufficienza, ma comporta consapevolezza di sè, delle proprie possibilità e dei propri limiti della padronanza di azione e esigenza di sostegno da parte dell’altro/altri, della libertà di movimento, ma anche delle regole da osservare e dei diritti degli altri da rispettare, creatività e divergenza del pensiero, ma anche riconoscimento di valori universali quali la solidarietà, la giustizia, l’impegno ad agire per il bene comune.

 


Tratto da www.neuropsicomotricista.it  + Titolo dell'articolo + Nome dell'autore (Scritto da...) + eventuale bibliografia utilizzata

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