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Lo Spazio - Movimento e Spazio

Non è facile definire il concetto di spazio, tuttavia, la concezione più comune è quella che fa riferimento alla geometria secondo la quale lo spazio è un insieme ideale di coordinate spaziali. Sappiamo bene quanto sia importante lo spazio per l’uomo; la ricerca e conquista di spazi è alla base della sopravvivenza e l’evoluzione della specie si è verificata anche grazie ai continui spostamenti dei nostri antenati che già “sentivano la necessità” di esplorare e ricercare posti migliori e continui punti di riferimento. Nel corso dei secoli l’uomo ha combattuto per conquistare e/o proteggere gli spazi, ha delimitato interi territori, caratterizzandoli, ha “sentito la necessità” di scoprire ciò che poteva solo immaginare. Tutto questo accade ancora oggi, anche se lo spazio ha ora profili e demarcazioni più netti. Accettiamo mal volentieri, o non lo accettiamo affatto, che qualcuno “invada” i nostri spazi; diverse leggi tutelano i possessi di spazi e i loro usi. Anche nelle piccole cose di tutti i giorni, in casa, nei mezzi di trasporto o semplicemente per strada, ci appropriamo continuamente di spazi che sentiamo nostri perché li stiamo vivendo in quel preciso momento.

Nello spazio il soggetto attua la sua prima identificazione e l’interazione fra corpo e spazio porta alla nascita della conoscenza dell’Io corporeo, fondamentale per l’evoluzione stessa dell’immagine del corpo. Anche le regole esistenti nei rapporti interpersonali hanno fra le loro origini delle relazione spaziali; infatti, nel rapporto quotidiano adulto-bambino possiamo osservare come a quest’ultimo vengano continuamente prescritte, permesse o proibite modalità di utilizzo o l’utilizzo stesso di determinati spazi e questi permessi o proibizioni sono sempre accompagnati da giudizi di valore sullo spazio: bene/male, sicurezza/pericolo. Lo stesso linguaggio, per veicolare significati affettivi o gerarchici, predilige spesso espressioni che denotano rapporti spaziali, facendo coincidere le coordinate spaziali con quelle affettive e gerarchiche. Ad esempio, nell’espressione “sentirsi perso”, vi è coincidenza fra assenza di riferimenti affettivi e spaziali conosciuti; l’espressione “dare spazio” instaura una equivalenza fra i concetti di “importanza”, “necessità vitale” e le dimensioni ampie dello spazio; nell’uso di termini quali “vertice” e “piramide”, il significato gerarchico è reso dal rapporto topologico alto/basso.

Il significato dello spazio, infine, varia in base al rapporto che il corpo stabilisce con l’ambiente: è il corpo a stabilire le coordinate, le direzioni dello spazio, la vicinanza e la lontananza:

Che sia il nostro corpo a darci il modello dello spazio è, più che una ipotesi, una certezza di cui esistono, anche nella cultura fittissimi dati probanti: cosmologie e cosmografie simboliche, maschere e tatuaggi, allegorie di diverse epoche e culture concordano nell’assegnare al corpo la funzione di misura del mondo” (Caprettini).

Tratto da www.neuropsicomotricista.it  + Titolo dell'articolo + Nome dell'autore (Scritto da...) + eventuale bibliografia utilizzata

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