Gli stili educativi: favorire l'autorevolezza

Le ricerche in psicologia dello sviluppo e dell'età evolutiva hanno evidenziato tradizionalmente la presenza di tre tipologie educative classiche che vengono a caratterizzare il rapporto tra educatore ed il bambino:

  • Autoritarismo (l'educatore ha sempre ragione ed impone la propria forza sul bambino): Educatore (vincitore) "Tu devi fare quello che dico io!" Bambino (vinto) "Non posso oppormi!";
  • Permissivismo (l'educatore è consapevole che non può modificare il comportamento del bambino e, quindi rassegnato, non interviene), una variante attuale, che potrebbe rientrare in tale categoria, è la tendenza ali''iperprotettivismo che spesso ha la finalità di "proteggere eccessivamente" il bambino che in tal modo, sapendo di essere sempre e comunque difeso, non affronta il mondo circostante e mantiene il vissuto del "Posso fare tutto quello che voglio, tanto ho le spalle protette":
    Educatore (vinto) "Tanto fai sempre quello che vuoi! Non posso fare nulla! Da grande te ne pentirai!" Bambino (vincitore) "Posso fare tutto quello che voglio!";
  • Autorevolezza (l'educatore ed il bambino fanno un comune lavoro di ricerca della soluzione migliore che soddisfi entrambi per cui collaborano alla ricerca di una soluzione accomodante le due parti): Educatore (non perde e non vince) "Cosa ne pensi di... oppure di questa altra cosa... cosa facciamo" Bambino (non perde e non vince) "Io vorrei questo ma... forse è meglio così.. .cosa facciamo"

I primi due modelli, come si vedrà meglio in seguito, sono dei modelli e stili educativi abbastanza deficitari che hanno la tendenza a creare tensione emotiva, incapacità nel comprendere il vero significato del messaggio\regola che l'educatore ha intenzione di trasmettere e che sono, come sostiene T. Gordon, contrari ad una civiltà basata sui valori della democrazia.

Thomas Gordon, esponente in U.S.A. di una metodologia psicologica ed educativa nei confronti dell'infanzia che in Italia viene descritta come "educazione socio-affettiva", propone, per favorire uno stile educativo basato sull'autorevolezza, il metodo "senza perdenti" che consiste nella ricerca comune di una soluzione che soddisfi entrambe le parti. Tale metodo cerca di contrastare l'abitudine di risolvere le controversie che si verificano in tutti i contesti di vita con una dicotomizzazione tra un vincitore, che impone il proprio punto di vista, e un perdente, che accetta il punto di vista dell'altro. In tale modello si ha un sentimento di soddisfazione del vincitore e la frustrazione del vinto, che si traduce in desiderio di rivalsa.
Nel modello "vincitore-vinto" (Autoritarismo e Permissivismo) lo sconfitto ha due alternative:

  • la sottomissione e l'accettazione della subordinazione nei confronti del più forte con eventuali vissuti autosvalutanti e depressivi,
  • la ricerca di nuove opportunità per "rifarsi" che genererà sempre nuovi conflitti.

Se invece tra le due parti vi è il rispetto dei diritti dell'altro (insegnamento alla democrazia nell'ottica di Gordon ma anche di Rogers), si opterà per una soluzione senza vincitori né vinti che accontenti entrambe le parti, ovvero uno stile educativo in cui si cerchi di raggiungere un accordo tra educatore e bambino chiarendo ed esplorando i vari perché i come ed i quando di quel determinato comportamento, atteggiamento, compito etc.; ed è proprio a tale scopo che mira il modello "senza perdenti".

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