INTRODUZIONE - La pianificazione: esecuzione del movimento e funzione esecutiva nell'emiparesi spastica

La nostra sopravvivenza nell’ambiente esterno, ma soprattutto il nostro adattamento ad esso, è dovuta fondamentalmente all’abilità di cambiare strategia d’azione e di pensiero passando in rassegna, mentalmente e in modo rapido, differenti piani d’azione e catene di pensieri per rispondere ai cambiamenti repentini che si verificano in un ambiente dinamico colmo di stimoli che entrano anche in competizione tra di loro.

(Richter & Yeung, 2012)

Voglio iniziare con questa citazione in quanto permette di sottolineare la complessità sottostante all'esecuzione delle attività della vita quotidiana. E' sufficiente un piccolo dettaglio differente e non in linea con i vari processi mentali per compromettere in modo più o meno significativo le nostre abilità adattive.

La seguente tesi andrà ad indagare la tematica della pianificazione sia nel senso dell'esecuzione del movimento, sia come funzione esecutiva, in particolare nell'emiparesi spastica. Quindi, in una situazione in cui il sistema sensopercettivo presenta una compromissione di grado variabile, ho voluto osservare come e in che misura una patologia così complessa potesse avere ripercussioni nella vita quotidiana, non solo nelle sedute di terapia, e quali strategie neuropsicomotorie potessero essere più indicate a seconda del bambino.

Durante il percorso di studi mi sono resa conto che le Paralisi Cerebrali Infantili vengono associate direttamente ad una compromissione motoria, con il rischio di sottovalutare tutte le altre alterazioni o difficoltà che si presentano. In particolare, nell'emiparesi spastica, il bambino vive un continuo senso di non integrazione del sé, che, ancor più disorienta ed altera le sperimentazioni e le varie capacità.

La scelta di concentrare il lavoro su tale patologia è nata proprio da questa caratteristica, non così evidente negli altri quadri di PCI: il sentirsi a metà.

Ho voluto poi approfondire la pianificazione, nei suoi due aspetti, per osservare come la patologia, prettamente neuromotoria, fosse accompagnata anche da compromissioni collegate ad altre aree, in particolare quella sensopercettiva; da questo ho voluto osservare come tali caratteristiche possano manifestare difficoltà sia nell'ambito riabilitativo sia,  soprattutto, nella vita quotidiana; il tutto viene collegato con la tematica della pianificazione.

Durante il tirocinio mi sono resa conto di quanto l'emiparesi spastica sia una patologia molto complessa ed essere consapevoli del grado e del tipo di difficoltà che possono essere presenti, permette di costruire un progetto riabilitativo ancora più dettagliato e fatto su misura per il bambino.

Il concetto di pianificazione, poi, mi ha interessato molto per la sua complessità ed anche perché può essere considerato sotto due aspetti: non è solo funzione esecutiva, e quindi coordinazione di azioni in sequenza per raggiungere un obiettivo, ma si collega anche con l'esecuzione del movimento, in quanto è necessaria una pianificazione a livello del Sistema Nervoso Centrale dopo aver acquisito l'afferenza sensoriale prima di compiere un movimento, per renderlo il più adeguato ed efficace possibile.

A seguito dell'introduzione, quindi, inizierò l'esposizione dell'argomento presentando la Paralisi Cerebrale Infantile, partendo dalla definizione, considerando poi anche le tipologie di classificazione ed accennando le possibili cause e le problematiche associate della stessa.

Dopo l'inquadramento generale, approfondirò maggiormente l'emiparesi spastica, andando a descrivere i segni clinici evidenti che la caratterizzano e la sua evoluzione naturale, riportando alcune classificazioni e successivamente discutendo i disordini associati, spesso sottovalutati ma molto importanti. Tra di essi emergono, appunto, la difficoltà nel campo sensopercettivo e nell'organizzazione delle azioni in sequenza per raggiungere un obiettivo.

Il primo punto è strettamente collegato con l'esecuzione del movimento, in quanto la risposta motoria viene organizzata dal Sistema Nervoso Centrale in base alle informazioni che ha raccolto dall'ambiente; se esse sono alterate, allora anche la risposta stessa non sarà pienamente adeguata.

Questi ultimi due concetti vengono ripresi nel successivo capitolo: quello dedicato alla pianificazione.

Esso verrà suddiviso in due parti: una dedicata all'esecuzione del movimento, mentre l'altra alla funzione esecutiva. Andrò, quindi, a definire le due sfaccettature che può avere la pianificazione, contestualizzandole successivamente nell'ambito della patologia presa in considerazione.

L'ultimo capitolo è dedicato alla discussione dei tre casi clinici, seguiti nel periodo Febbraio-Settembre dell'anno corrente con cadenza variabile.

Per ognuno di essi verranno descritti: anamnesi, relazione, obiettivi terapeutici e strategie di intervento e discussione sulle modalità di trattamento della pianificazione con le strategie proposte. Verranno inserite anche la scheda di osservazione utilizzata, adattata al caso rispetto all'originale, e i risultati dell'intervista fatta ai genitori sulle abilità della vita quotidiana dei bambini.

Ho potuto notare come ognuno avesse bisogno di strategie differenti, oppure dello stesso tipo di strategie ma con diversi modi dell'azione.

L'alterazione cerebrale alle fibre motorie, non causa solamente una limitazione in tale aspetto, ma anche in funzioni cognitive superiori e nelle abilità pratiche della vita quotidiana.

L'aspetto sensoriale di analisi ed elaborazione degli stimoli ambientali appare quasi più importante della stessa compromissione motoria.

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