Schema Corporeo

Lo schema corporeo si riferisce alla rappresentazione mentale del proprio corpo, che comprende le dimensioni, la forma, la posizione delle parti del corpo e le capacità motorie. Lo schema corporeo è una componente importante della percezione sensoriale e della consapevolezza corporea.

Lo sviluppo dello schema corporeo inizia fin dall'infanzia e continua durante tutta la vita. Durante l'infanzia, i bambini sviluppano un'immagine mentale del proprio corpo attraverso l'esplorazione sensoriale e motoria. In particolare, i bambini apprendono a riconoscere le parti del corpo, a muoversi e a percepire le sensazioni tattili e proprioceptive.

Lo schema corporeo è influenzato da diversi fattori, tra cui l'età, l'esperienza di vita e l'ambiente circostante. Ad esempio, l'esposizione a una varietà di attività motorie e sensoriali può contribuire allo sviluppo di uno schema corporeo più preciso e accurato.

Lo schema corporeo può essere valutato attraverso diversi strumenti, tra cui i task di localizzazione corporea, i task di discriminazione corporea e i task di immagine corporea. Questi task richiedono al soggetto di identificare o di descrivere la posizione o la forma di diverse parti del corpo.

La promozione della consapevolezza corporea e dello sviluppo dello schema corporeo può essere utile per migliorare l'apprendimento motorio, la salute mentale e il benessere emotivo e sociale. La promozione della consapevolezza corporea può essere effettuata attraverso diversi metodi, tra cui la promozione di attività motorie e sensoriali, la promozione di programmi di educazione motoria e la promozione di programmi di mindfulness.

In sintesi, lo schema corporeo si riferisce alla rappresentazione mentale del proprio corpo, che comprende le dimensioni, la forma, la posizione delle parti del corpo e le capacità motorie. Lo schema corporeo è influenzato da diversi fattori e può essere valutato attraverso diversi strumenti. La promozione della consapevolezza corporea e dello sviluppo dello schema corporeo può essere utile per migliorare l'apprendimento motorio, la salute mentale e il benessere emotivo e sociale.

  • BIBLIOGRAFIA - Approccio psicomotorio integrato: possibili applicazioni in un caso di medulloblastoma

    AA.VV. (2002). Manuale di psiconcologia. Milano: Masson.
    Damasio, A.R. (2009). L’errore di Cartesio. Emozioni Ragione e Cervello Umano .
    Milano: Adelphi.
    Bergès, J., & Bounes, M.(1974). La relaxation thérapeutique chez l’enfant. Parigi :
    Masson.
    Boscaini, F. (2007). Le emozioni nella relazione psicomotoria. Parigi: Relazione
    presentata alla XXVI Università

    ...
  • CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

    Il motivo per il quale si parla di tecniche a mediazione corporea in ambito oncologico è dettato dalla necessità di trovare un linguaggio terapeutico che consenta al  soggetto di mettere in contatto i bisogni bio-psico-sociali con la specifica rappresentazione che i pazienti oncologici hanno del loro corpo (Spano e Vigorelli, 2007). La  rappresentazione del corpo nel paziente oncologico

    ...
  • Il progetto terapeutico

    La presa in carico di K. avviene quando la ragazza ha compiuto 14 anni ed  ha potuto realizzarsi solo attraverso la creazione di un’alleanza terapeutica con lei ed i suoi genitori, consolidata sulla base di una serie di incontri effettuati tra loro, lo psicomotricista e la fisioterapista che l’aveva seguita per due anni. In uno di questi incontri è emerso che K. aveva rifiutato l’aiuto dello

    ...
  • Gli strumenti di valutazione

    La valutazione in psicomotricità è necessaria per quantificare l’incidenza delle attività svolte durante il percorso e poter condividere l’esperienza con gli altri professionisti con i quali lo psicomotricista collabora nella pratica, siano essi insegnanti, psicologi o neuropsichiatri; in riferimento al metodo Soubirain, Giacomazzi (2010) propone dei tests che, suddivisi in

    ...
  • Le attività

    Nel metodo Soubirain, come in tutti gli altri metodi psicomotori, lo strumento fondamentale di valutazione nella pratica è il gioco spontaneo che si sviluppa all’interno del setting.

    Il gioco nasce come libera espressione   del paziente, che deve  poter interagire con gli attrezzi posizionati negli spazi elencati sopra,  facendone l’utilizzo che meglio crede; sarà accortezza dello

    ...
  • NEURO e PSICOMOTRICITÀ come tecnica terapeutica

    La PSICOMOTRICITÀ (Toni e Giovanardi, 2011) nasce dall’esigenza di trovare risposta ad alcuni disturbi dell’infanzia che non trovano una diagnosi esaustiva  in ambito medico e psicologico. Si sviluppa inizialmente in Francia, dove nel 1966 viene fondata la Società Francese di Educazione e Rieducazione Psicomotoria (SFERPM); il movimento, che pone al centro della propria

    ...
  • L'approccio psicomotorio

    In un contesto così complesso in cui si intersecano sistema nervoso, sistema immunitario e sistema endocrino, l’uomo soddisfa i propri bisogni attraverso il movimento del corpo nello spazio.

    L’attività motoria (Cottini, 2003) costituisce un aspetto fondamentale dello sviluppo dell’essere umano che assume particolare rilevanza durante l’infanzia, in quanto mezzo attraverso cui il

    ...
  • Lateralità

    Un aspetto che assume particolare  importanza nell’approccio psicomotorio inserito in un ambiente riabilitativo è la lateralità,  in tutte le sue forme di espressione.

    Con lateralità s’ intende la predominanza funzionale di un  emilato del corpo rispetto all’altro sia a livello periferico (mani e piedi) che assiale (occhi, orecchie) (Boscaini, 2010).

    Si distingue la

    ...
  • Schema corporeo, immagine corporea e malattia

    Lo schema corporeo e l’immagine corporea sono concetti che nascono dall’unione di aspetti fisiologici e psicologici importanti e sono alla base dell’approccio psicomotorio.

    Sono direttamente coinvolti nella terapia di  tutte le patologie ove il corpo resti gravemente offeso, ed hanno giovato delle recenti teorie sulla plasticità cerebrale come possibilità di migliorare/ottimizzare le

    ...
  • Plasticità delle mappe corticali

    La plasticità è estesa ad intere aree corticali e si fonda sul fatto che la “mappatura” di alcune aree non è stabile ma in continua modificazione. Già dalla metà dell’800 si evidenziò che le cortecce cerebrali motorie e sensoriali sono divise in aree somatotopiche, ognuna delle quali corrisponde ad una precisa parte del corpo. I primi studi sull’organizzazione della corteccia cerebrale umana

    ...