Tesi di Laurea

  • Suono: facilitatore del movimento

    bambini_che_giocanoIn una maniera più o meno evidente, tutti noi abbiamo delle “aree di creatività” ivi compreso, ben inteso, anche le persone con disturbi del movimento: recitazione, senso musicale, capacità grafiche, pittoriche…Alcune di

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  • Lo stimolo sonoro come semplice segnale

    Sostenere il concetto di visione globale dell’individuo, non deve essere confuso con proposte terapeutiche generiche. Ma al contario richiede che il terapista, nel momento dell’interazione con il soggetto, rivolga la sua attenzione ai fattori neurologici, cognitivi, emotivi, che concorrono allo sviluppo del soggetto e al suo adattamento all’ambiente. Per esempio, se osserviamo il salto a

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  • "Medium sonoro": supporto nella pratica Neuro-psicomotoria

    Dunque, un elemento che viene introdotto da alcuni terapisti per sostenere l’evoluzione del gioco è proprio l’accompagnamento del motivo musicale, il quale più specificamente, può contribuire alla conquista di importanti obiettivi:

    • facilitare la comparsa del gioco simbolico nei bambini con ritardo mentale, accrescendo e stimolando le capacità di base: attenzione,
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  • Conclusioni - Neuropsicomotricità e “medium sonoro”

    bambini che saltanoE dunque, acquistando particolare significatività la precocità dell'esperienza sonora nel suo significato biologico-relazionale e, la connotazione che l'elemento sonoro assume nell'ambito

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  • Il “Medium Sonoro” come strumento per sollecitare il movimento e sostenere l’interazione nella Pratica Neuropsicomotoria

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    Il “Medium Sonoro” come strumento per sollecitare il movimento e sostenere l’interazione nella Pratica Neuropsicomotoria

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  • BIBLIOGRAFIA e RIFERIMENTI LINKS
    • AAVV, DSM-IV, Masson, Milano 1996.
    • Le Boulch J., Mouvement et dèveloppement de la persone, Vigot, Parigi 1998.
    • Le Boulch J., Le Corps à l’ecole au XXI° siècle, Puf, Parigi 1998.
    • Le Boulch J., Lo sviluppo psicomotorio dalla nascita a sei anni, Armando, Roma 1981.
    • De Ajuriaguerra J., Marcelli D.,
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  • BIBLIOGRAFIA e RIFERIMENTI LINKS
    • Holm V.A. La diagnosi di Sindrome di Prader Willi Ed. University Park Press, 1981
    • Militerni R. Neuropsichiatria infantile Ed. Idelson-Gnocchi, 1999
    • Molinari E. Clinica psicologica in sindromi rare. Aspetti genetici e riabilitativi Ed. Bollati Boringhieri, 1996
    • O'Brien G. , Yule W Caratteristiche comportamentali delle malattie genetiche Ed Mc Graw-Hill,
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  • Conclusioni - La sindrome di Prader Willi (PWS)

    Come ampliamente esplicato durante il lavoro, la sindrome di Prader-Willi è una di quelle patologie a carattere genetico con un quadro clinico ampiamente polimorfo, che interessa una lunga serie di professionisti che operano nel settore medico-riabilitativo: genetisti, pediatri, neuropsichiatri infantili, ortopedici, cardiologi, dietologi, psicologi, neuropsicomotricisti, assistenti sociali

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  • Approccio Terapeutico nelle Sindrome di Prader Willi

    L'ipotalamo svolge un ruolo importante nella regolazione dell'appetito, nella sensibilità al dolore, nella temperatura corporea e nel ciclo sonno/veglia, tutte attività che nei pazienti affetti da PWS possono risultare alterate. Esso influenza inoltre le emozioni e la memoria a breve termine. Le conseguenze comportamentali di queste anomalie, tuttavia non si manifestano clinicamente fino

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  • Fenotipo Comportamentale - La sindrome di Prader Willi (PWS)

    La sindrome di Prader-Willi comprende varie caratteristiche psicologiche e comportamentali. Nelle prime fasi dell'infanzia si verifica un ritardo dello sviluppo psicomotorio e verbale. I disturbi della motricità grossolana, della coordinazione e dell'equilibrio si protraggono per tutta l'infanzia. I problemi maggiori di linguaggio consistono soprattutto in errori di vario tipo

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