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CONCLUSIONI - L'importanza della valutazione e del trattamento neuro e psicomotorio dello schema corporeo nel bambino con paralisi cerebrale infantile

Nei bambini affetti da paralisi cerebrale infantile lo schema corporeo risulta essere, in modo più o meno grave, compromesso a causa delle problematiche percettive e motorie connesse alla patologia stessa.

In questa ricerca si è quindi analizzata l' importanza del trattamento neuro e psicomotorio nel livello di sviluppo dello schema corporeo in un gruppo di bambini affetti da PCI diplegica e tetraplegica.

Data la limitata numerosità della casistica considerata, non è possibile effettuare un'elaborazione statistica dei dati significativa, per giungere a dati validi scientificamente. E' possibile invece effettuare rilievi clinici a carattere osservazionale e sottolineare quanto evidenziato nei  singoli casi  nella loro evoluzione longitudinale a breve termine.

Nelle aree della conoscenza delle parti, dell'imitazione dei gesti e dell'organizzazione spaziale si sono riscontrati i progressi maggiori, mentre a livello della memoria muscolare, del ritmo e del disegno difficilmente sono state colmate le carenze.

Molto importante per la ricerca è stato il trattamento dei pazienti di età maggiore ai quali, solitamente, nelle strutture non viene più somministrato trattamento neuro e psicomotorio; in realtà tutti avevano almeno un area carente nella quale sono riusciti a raggiungere dei risultati soddisfacenti. Questo è un risultato fondamentale in quanto evidenzia l'utilità del trattamento anche a distanza di anni dall'interruzione, fondamentale però il numero di ore di trattamento settimanali che fanno effettivamente la differenza.

Probabilmente con un periodo di trattamento più prolungato si sarebbero evidenziati risultati nella media anche per quanto riguarda le aree che non hanno riscontrato miglioramenti in quanto alcuni bambini che, in seconda valutazione non hanno ottenuto dei risultati sufficienti, sono comunque progrediti.

La difficoltà maggiore di questo studio è stata data dal non disporre di una scala di va lutazione standardizzata che valutasse tutte le aree dello schema corporeo; sarebbe quindi utile, per il futuro, creare una scala di valutazione completa per favorire un calcolo più preciso e completo dello sviluppo dello schema corporeo nei bambini con PCI e non solo.

In futuro lo svolgimento di studi simili, con un maggior numero di pazienti e un periodo più lungo di follow up, potrebbe aiutare a comprendere al meglio come attuare trattamenti abilitativi adatti a colmare le carenze ed arrivare ad un miglior sviluppo dello schema corporeo nei soggetti portatori di questo tipo di disabilità.

Dall'esperienza effettuata nei singoli casi si è evidenziata l'importanza di progettare un trattamento abilitativo centrato sulla persona nella sua globalità e basato sia sulle carenze individuali sia sulle esperienze pregresse dei singoli bambini.

Concludendo è fondamentale che lo sviluppo dello schema corporeo risulti essere il più armonico possibile, soprattutto nei bambini affetti da PCI i quali si ritrovano spesso a dover prendere parte ad una realtà in cui viene richiesto un tipo di adattamento per lo più dinamico e costituito da azioni pratiche, dall'esplorazione, dal movimento, dall'imitazione e dalla rappresentazione; queste sono tutte capacità che se non vengono bene allenate risulteranno essere un deficit che andrà aumentando con il passare del tempo e che comporterà un'ulteriore ostacolo nell'adattamento all'ambiente esterno.

Inoltre la percezione e la consapevolezza del proprio corpo sono fondamentali anche nell'utilizzo degli arti o degli emilati più compromessi nelle azioni di tutti i giorni così da favorire una prospettiva di vita con il maggior grado di autonomie personali possibili.

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