Autismo e motricità: le stereotipie motorie

Dal punto di vista motorio il comportamento del bambino autistico si caratterizza per la presenza di numerose stereotipie, le quali, pur essendo attive nella quasi totalità di questi bambini, si manifestano in una maniera peculiare. Le stereotipie sono espressioni motorie ripetitive, topograficamente invarianti e senza apparenti finalità adattive nel contesto ambientale. Possono essere divise in due punti: il primo include tutte le stereotipie di tipo autolesivo (ad esempio: battere la testa, picchiarsi, mordersi ecc.); il secondo gruppo comprende le stereotipie di tipo non autolesivo, comportamenti con finalità autostimolatorie non dolorifiche (ad esempio: dondolamenti del corpo, movimenti delle mani e delle dita ecc.). I movimenti stereotipati più frequenti sono (Cottini, 1989):

  • l’altalena: è un movimento continuo di oscillazione del busto dalla posizione seduta. L’oscillazione può essere effettuata con direzione antero-posteriore oppure laterale, con il tronco tenuto rigido a mo’ di pendolo. Questi movimenti di dondolamento possono avvenire anche quando il bambino è in piedi, in un andirivieni ripetitivo è apparentemente senza senso;
  • i movimenti delle mani: costituiti da gesti isolati delle mani (ad esempio: movimenti di picchiettamento) o da gesti effettuati per imprimere movimenti agli oggetti (di solito fatti ruotare come trottole, anche nel caso in cui si tratti di oggetti che non si prestano a movimenti di rotazione). La manipolazione degli oggetti è un’attività nella quale il bambino autistico può apparire straordinariamente abile, anche se non si tratta di un momento ludico o comunicativo, in quanto è senza significati simbolici e senza un lavoro d’immaginazione. A volte i bambini mettono in atto comportamenti autolesivi, come infliggersi colpi sul capo, mordersi le mani, tirarsi capelli;
  • l’andatura: in alcuni casi più verificarsi in punta di piedi, conseguente all’iperestensione del corpo. All’opposto di questa camminata, e talora nello stesso bambino, si può notare un’andatura di carattere ipotonico, con le ginocchia lievemente piegate ed il tronco che sembra sprofondare dietro. Non di rado questi bambini si lasciano volontariamente cadere a terra;
  • i movimenti del capo: talvolta, questi assumono la forma di pericolosa e angosciante stereotipia autolesiva (battere la testa sul pavimento o contro un muro o contro i mobili), mentre in altri casi si caratterizzano per una serie di contrazione facciali che determinano smorfie.

Oltre alle stereotipie nel bambino autistico si riscontrano una serie di altre problematiche che investono l’area motoria (Page, Boucher 1998). Fra queste risultano caratteristici i ritualismi nel comportamento, i quali lo portano a ripetere lunghe sequenze di azioni apparentemente senza un motivo adattivo particolare. La spiegazione di questi comportamenti è di difficile definizione e probabilmente deve inserirsi in un quadro globale del problema, il quale consideri congiuntamente la rigidità e ripetitività che si manifesta a livello percettivo, motorio, cognitivo e affettivo. Significativo appare il tentativo di interpretazione elaborato dalla Frith (1989) che considerò tutte le varietà di comportamento stereotipato come una manifestazione ulteriore di deficit a livello di processi centrali. La ripetitività sarebbe la condizione naturale di sistemi di input ed output, la quale viene bloccata in maniera naturale quando i prodotti di questi sistemi sono riconosciuti da un sistema centrale di alto livello. Per quanto riguarda le stereotipie di tipo autolesivo, è probabile che siano attivate dalla ricerca di una forte stimolazione sensoriale, la quale non viene poi percepita come nocicettiva a causa della ridotta sensibilità al dolore. Un aspetto interessante indagato sperimentalmente riguarda la capacità di utilizzare e, più generale, di interpretare i gesti da parte dei bambini autistici. Attwood, Frith ed Hermelin (1988) hanno confrontato bambini normali, con sindrome di Down e autistici della stessa età mentale (5 anni) per quanto riguarda l’utilizzo di gesti “ strumentali” ed “ espressivi”. I gesti strumentali sono quelli finalizzati ad ottenere un certo comportamento da qualche altra persona (ad esempio il pointing). I gesti espressivi non riguardano situazioni nelle quali c’è una chiara connessione figurativa fra l’atto motorio ed il suo significato ma tendono ad esprimere stati affettivo-emozionali (ad esempio abbracciare qualcuno). I bambini autistici utilizzano i gesti strumentali con la stessa frequenza degli altri gruppi, mentre non fanno uso di gesti espressivi, differenziandosi per quest’aspetto, sia da bambini normali che da quelli con sindrome di Down. Queste evidenze confermano il legame alla realtà dei bambini autistici e le loro difficoltà a comprendere ed interpretare i sentimenti umani.

 

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