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CONCLUSIONI - Giocare con le Intenzioni in Terapia Neuropsicomotoria

Le intenzioni necessitano di un contesto e di coinvolgimento e, quindi, sono dirette verso il mondo oggettuale (contesto) e le persone (coinvolgimento), creando con questi delle interazioni fino a giungere ad una relazione significativa e fatta di scambi, di condivisione. Perciò, essendo le intenzioni fondamenti di tale relazione, è comprensibile che i genitori cerchino continuamente di dare senso intenzionale agli agiti dei figli per affermarne la presenza, fisica ma soprattutto mentale, e l’identità.

Già nell’iniziale ricerca teorica ciò si è delineato, mediante l’unione e la sintesi della varie idee e concezioni a riguardo, divenendo così più chiaro, soprattutto per chi si sta ancora formando a questa professione e per chi, come me, deve iniziare ora questo lavoro.

Successivamente, con la descrizione psicomotoria dei quattro casi scelti, ciò è divenuto ancora più evidente, anche perché la clinica ha confermato gli aspetti teorici più rilevanti: la percepibilità degli intenti; il loro essere legati al “fare”, all’azione; l’importanza di un coinvolgimento reciproco da parte di bambino e genitori nelle intenzioni dell’uno e degl’altri e quindi, grazie a questo, la creazione di uno spazio dove tali intenzioni possono “fluire” e “circolare” tra i presenti, che, a loro volta, vi possono partecipare ed agire.

Basandomi sulla descrizione dei casi osservati, quindi partendo dall’individuo, ho potuto, inoltre, generalizzare, giungendo ad una concezione riabilitativa, ossia all’individuazione di quattro diverse immagini metaforiche adatte a rappresentare altrettanti Sé intenzionali tipo, per i quali indicare alcune strategie d’intervento. Però, per valorizzare maggiormente tale concezione riabilitativa si deve poi tornare all’individuo, cioè mettere in campo le strategie per plasmarle nell’incontro con il bambino e i suoi genitori, vista anche l’importanza della diversità e specificità individuale, punto fermo e basilare nella pratica neuropsicomotoria e, prima ancora, nei fondamenti pedagogici.

Come era il mio scopo principale, è, quindi, confermata l’essenzialità delle intenzioni in neuropsicomotricità, l’importanza della condivisione di queste da parte della diade bambino – genitore, e la necessità di un intervento su di esse e soprattutto per esse, che dev’essere una costante nel nostro lavoro, in quanto la Terapia Neuropsicomotoria è strettamente intrecciata con la “Terapia delle Intenzioni”; anzi è, anche, “Terapia delle Intenzioni”.

 

 

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