Mio figlio presenta disturbi nell'area della NEURO e PSICOMOTRICITÀ - Che cosa devo fare?

INTRODUZIONE - Diagnosi differenziale tra il Disturbo di Coordinazione Motoria e il Disturbo dello Spettro Autistico

Tesi di Laurea di: Lucia MARINELLI - Diagnosi differenziale tra il Disturbo di Coordinazione Motoria e il Disturbo dello Spettro Autistico. - Università degli Studi dell'Aquila - Anno Accademico 2017-2018.


Sono Lucia Mari elli, Terapista della neuro e psicomotricità dell età evolutiva, allego la mia tesi di laurea scaturita da un lavoro di mesi basati sulla valutazione e sul trattamento di due pazienti della stessa età rispettivamente con Disturbo della Coordinazione Motoria e Disturbo dello Spettro Autistico. Alla base di questo lavoro c'é la volontà di individuare le similitudini e le differenze tra i due quadri clinici per permettere una diagnosi differenziale più chiara e semplice.


Alla base dell’intervento terapeutico riabilitativo neuro e psico motorio c’è la necessità di una diagnosi corretta che scaturisce dalla Valutazione Psicodiagnostica in Età Evolutiva. Tale processo diagnostico porta alla formulazione in modo integrato, dinamico e funzionale della Diagnosi Nosografica, della Diagnosi Funzionale e di quella Psicopatologica.

La Diagnosi Nosografica inserisce il sintomo all’interno di un quadro riconoscibile e confrontabile tra clinici; ci permette quindi di classificare un disturbo all’interno di una precisa tassonomia dei disturbi (DSM-5, ICD 10). Questa ha molta rilevanza ai fini di una diagnosi differenziale tra Disturbi Globali e Settoriali.

La Diagnosi Funzionale, detta anche Profilo di Sviluppo, descrive e confronta il livello di maturazione raggiunto dal bambino, l’organizzazione delle diverse competenze e la tipologia del disturbo attraverso l’analisi dei rallentamenti e delle atipie del soggetto. Questo strumento ci permette di individuare eventuali deficit sensoriali e fornisce un criterio di osservazione dinamica in cui ogni competenza viene valutata in un’ottica di sviluppo in rapporto alle altre. Ci permette così di individuare i suoi punti di forza e quelli di debolezza e come questi sono in relazione tra loro.

La Diagnosi Psicopatologica descrive i vissuti soggettivi e la progressiva trasformazione e riorganizzazione della personalità del bambino come esito dell’adattamento dinamico e continuo con l’ambiente affettivo (Roberto Militerni, 2015).

Una diagnosi multidimensionale di questo tipo in età evolutiva aiuta a capire come funziona il bambino nei vari contesti sociali della sua vita.

L’importanza di un’accurata diagnosi in età evolutiva va ad avvalorarsi soprattutto in patologie comportamentali che possono creare dubbi date le possibili aree di sovrapposizioni e le comorbidità collegate alle diverse patologie.

Lo studio che ho effettuato è stato condotto su due bambini, in un periodo di tempo che va da novembre 2017 a maggio 2018; periodo in cui ho avuto la possibilità di osservare i due soggetti sia individualmente che in gruppo e conoscere e capire le loro difficoltà, le loro differenze e i loro punti in comune. Inizialmente sono andata a valutare il QI di entrambi i soggetti per escludere la presenza di psicopatologie, patologie neuromotorie o disturbi cognitivi.

Al termine del periodo di osservazione ho avuto la possibilità di somministrare ai due soggetti test standardizzati e non per arrivare ad avere un profilo di sviluppo completo e specifico per ogni area di sviluppo. In tal modo ho potuto confrontare a pieno i due casi e trarre quindi le mie conclusioni su quali siano le reali confusioni che possono venir fuori durante una diagnosi differenziale tra il “Disturbo di Coordinazione Motoria” e il “Disturbo dello Spettro Autistico”.

Queste due patologia infatti presentano delle caratteristiche comuni e delle comorbidità comuni che potrebbero andare a creare confusioni nell’inquadramento diagnostico e di conseguenza difficoltà nel redimere un piano terapeutico corretto e specifico. In altri termini, capita spesso di confrontarsi con una serie di comportamenti atipici che posso essere presenti in entrambi i quadri clinici; il problema quindi che ci si pone in tali situazioni è quello di avere una certezza nella diagnosi differenziale.

Alla base dello studio che ho condotto c’è quindi la necessità di andare ad individuare quelle caratteristiche specifiche che permettano al clinico di andare a differenziare e riconoscere le due patologie nonostante siano presenti atipie comuni o simili.

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