DISCUSSIONE - OBIETTIVIE LIMITI - CONCLUSIONI - Valutazione dello Sviluppo Motorio in bambini con Disturbo dello Spettro Autistico con ICF-CY

DISCUSSIONE

CARATTERISTICHE GENERALI DELLO SVILUPPO MOTORIO

Grazie all’analisi delle caratteristiche motorie condotta trasversalmente sull’intero gruppo campione, si confermano le ipotesi cliniche relative alla costante presenza nei soggetti affetti da Disturbo dello Spettro Autistico di difficoltà funzionali estese a tutti gli ambiti dello sviluppo motorio e delle competenze sensoriali, percettive e cognitive ad esso associate. Tali deficit presentano caratteristiche più severe negli ambiti relativi a Funzioni della voce e dell’eloquio, Compiti e richieste generali e Comunicazione, aree dello sviluppo in cui sono in genere richieste maggiori e sempre più raffinate competenze di organizzazione sequenziale prassica per poter esplicare al meglio le abilità ad esse sottese.

CARATTERISTICHE DELLO SVILUPPO MOTORIO PER “ GRAVITÀ DEI SINTOMI ”

I risultati emersi dall’analisi statistica condotta in funzione del livello di gravità dei sintomi avvalorano la tesi secondo cui nei soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico ad un incremento dell’indice di severità patologica corrisponderebbe l’aggravarsi del grado medio di compromissione delle abilità motorie e delle funzioni sensoriali, percettive e cognitive ad esso associate. Coerentemente con quanto osservato per il gruppo campione nella sua interezza, la diffusa presenza di difficoltà relative all’Acquisizione di abilità complesse, nonché la maggiore rilevanza delle differenze tra i due gruppi campione alla valutazione di questa competenza rispetto alla capacità di Acquisizione di abilità basilari, potrebbe spiegarsi, in relazione a quanto emerso in precedenti studi, come sintomo di una intrinseca compromissione dei sistemi neurologici centrali deputati all’apprendimento e all’esecuzione motoria di prassie complesse, che tenderebbero ad aggravarsi all’aumentare dell’indice di severità patologica. Ciò trova conferma nel riscontro di maggiori difficoltà, più ingenti nei pazienti con forme patologiche gravi, nell’Intraprendere compiti articolati rispetto all’Intraprendere un compito singolo, abilità quest’ultima che a confronto con la precedente richiede al soggetto un minore impegno cognitivo nell’elaborazione mentale delle azioni da compiere, competenza ben rappresentata sotto la definizione di Qualità delle funzioni psicomotorie e Controllo di movimenti volontari complessi, aree in cui questi soggetti mostrano ancora significative cadute funzionali in rapporto al livello di gravita dei sintomi relativi allo spettro autistico. Le difficoltà motorio-prassiche così rilevate possono in parte spiegarsi con il concomitante riscontro di importanti segni di compromissione a carico delle capacità di Orientamento rispetto allo spazio, Controllo degli impulsi e rappresentazione della propria Immagine corporea: in quest’ottica, la scarsa consapevolezza del proprio corpo e la difficoltà nel gestire le pulsioni interne che da esso scaturiscono inciderebbero significativamente sulle possibilità di finalizzare l’utilizzo del proprio corpo in azioni che richiedono elevate capacità di controllo e integrazione di schemi motori complessi. Ulteriore conferma sembra poi trovarsi nella presenza di importanti difficoltà nel Copiare e di Stereotipe e perseverazione motoria: oltre ad avere un possibile fondamento in quanto già dimostrato in letteratura riguardo ad una probabile disfunzione del sistema dei Neuroni Specchio e del deficit di coerenza centrale nei bambini con Disturbo dello Spettro Autistico, l’esistenza di tali problemi lascerebbe ipotizzare che alla base di gravi difficoltà motorio-prassiche sussistano altrettanto gravi difficoltà nell’integrazione di informazioni e competenze per lo svolgimento di azioni complesse, nonché nel riconoscere l’altro quale possibile modello imitativo da cui apprendere regole sociali e strategie d’azione nuove, economiche e funzionali. Analoghe conclusioni possono essere tratte anche in merito alle capacità di Comunicazione non-verbale e alle Funzioni mentali ad essa correlate, per le quali ancora si ribadisce l’esistenza di una stretta correlazione positiva tra grado di compromissione funzionale motoria e severità dei sintomi relativi allo spettro autistico: le difficoltà rilevate alla valutazione delle abilità di Produrre gesti con il corpo ed Espressione del linguaggio gestuale, sembrerebbero infatti potersi interpretare a livello clinico come dovute ad una intrinseca difficoltà nel rielaborare sottoforma di rappresentazione mentale i gesti osservati compiere da altri e nel riorganizzare successivamente gli schemi motori allo scopo di riproporre con il proprio corpo analoghi movimenti finalizzati alla comunicazione.

CARATTERISTICHE DELLO SVILUPPO MOTORIO PER “ FASCIA D ’ETÀ ”

Quanto emerge dai risultati relativi al confronto tra il livello di compromissione motoria di soggetti appartenenti a diverse fasce d’età sembra potersi spiegare a livello clinico come indicativo della possibilità per i bambini con Disturbo dello Spettro Autistico che le difficoltà funzionali osservate in ambito motorio per i soggetti dell’intero gruppo campione e più evidenti per i bambini d’età < 36 mesi, tendano progressivamente a ridursi con il procedere dello sviluppo e del processo di maturazione fisiologica: la storia naturale della patologia potrebbe quindi essere caratterizzata, almeno per quanto concerne l’ambito motorio, da un parziale e graduale recupero di competenze funzionali. Tale miglioramento potrebbe essere in parte dovuto anche alle spinte evolutive positive provenienti dall’ambiente di vita del bambino, quali la famiglia, la scuola, attività ricreative e sociali: in particolare, l’inizio del percorso scolastico presso la scuola dell’infanzia a partire dall’età di 36 mesi sembrerebbe rappresentare il passaggio evolutivo fondamentale per la promozione delle autonomie personali e delle abilità di organizzazione motorio-prassica. Tali conclusioni troverebbero validazione in quanto riscontrato in merito all’omogenea distribuzione del livello di gravità dei sintomi patologici tra i soggetti per entrambe le fasce d’età e dal criterio d’inclusione che prevede per la selezione del gruppo campione la necessità che i pazienti non siano mai stati sottoposti a terapie riabilitative di alcun genere precedentemente al loro primo accesso al servizio: né il livello di gravità dei sintomi autistici in funzione dell’età né alcun tipo di intervento terapeutico diretto sembrerebbero aver quindi influito sul naturale sviluppo delle competenze funzionali dei soggetti. Tali risultati potrebbero essere inoltre indicativi di una particolare sensibilità della Scheda di Valutazione Motoria ICF-CY nella rilevazione del ritardo di sviluppo di particolari abilità motorie e delle funzioni sensoriali, percettive e cognitive ad esse associate in bambini di età < 36 mesi, che nei soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico tenderebbe ad assumere caratteristiche più evidenti proprio in funzione della precoce età.

CARATTERISTICHE DELLO SVILUPPO MOTORIO PER “ NAZIONALITÀ ”

I risultati emersi dal confronto tra il livello medio di compromissione funzionale motoria di soggetti italiani e stranieri, nell’evidenziare la presenza di differenze significative particolarmente rilevanti alla valutazione delle Funzioni mentali relative a Orientamento rispetto allo spazio, Controllo degli impulsi e rappresentazione della propria Immagine corporea, sembrerebbero attestare l’esistenza di maggiori difficoltà nella definizione del Sé corporeo in bambini nati e cresciuti in famiglie di origine straniera e con pregressa storia migratoria: l’evento di separazione dalla propria terra nativa e l’ingresso in un ambiente nuovo per cultura, leggi, stile di vita e caratteristiche territoriali e climatiche, potrebbe quindi amplificare in bambini che già presentano innate fragilità, legate ad una patologia tanto complessa quale il Disturbo dello Spettro Autistico, i problemi relativi al vissuto corporeo personale e alla definizione dei propri confini fisico-corporei.

OBIETTIVIE LIMITI

Il limite maggiore con cui ci si è dovuti confrontare durante lo svolgimento dello studio è risultato essere la scarsa numerosità dei soggetti inclusi all’interno del gruppo campione selezionato. Obiettivo futuro sarà quindi estendere le prospettive di indagine proponendo la Scheda di Valutazione Motoria ICF-CY ad un campione di soggetti maggiormente rappresentativo dell’intera popolazione di bambini con Disturbo dello Spettro Autistico.

Considerati i risultati ottenuti attraverso la presente indagine sperimentale, sembra auspicabile la proposta della Scheda di Valutazione Motoria ICF-CY come strumento efficace e sintetico che guidi gli operatori in ambito clinico e riabilitativo nell’individuazione delle aree dello sviluppo motorio maggiormente deficitarie nei pazienti affetti da Disturbo dello Spettro Autistico, allo scopo di impostare progetti e programmi terapeutici personalizzati e mirati alla loro evoluzione: ci si propone quindi di promuoverne l’utilizzo per la verifica longitudinale dei risultati ottenuti con il procedere della presa in carico, valutando a distanza i progressi conseguiti in ambito riabilitativo e la loro rilevanza sulla qualità di vita del bambino e dell’intero sistema ambientale (famiglia, scuola, attività ricreative e sociali).

La Scheda di Valutazione Motoria ICF-CY sembrerebbe inoltre poter rappresentare uno strumento efficace ed immediato che, alla valutazione diagnostica mediante la somministrazione di test standardizzati per i Disturbi dello Spettro Autistico, integri una valutazione dettagliata e specifica relativamente agli aspetti motori e alle competenze sensoriali, percettive e cognitive associate al movimento: lo scopo consiste nell’offrire uno strumento semplice e di rapida compilazione che faciliti il riconoscimento tempestivo dei sintomi patologici precoci in ogni ambito di vita del bambino, implementando la ricerca e la prevenzione in accordo con i principi proposti dalla OMS attraverso il modello biopsicosociale della salute.

CONCLUSIONI

Il presente studio sembra quindi dimostrare l’esistenza nei soggetti con Disturbo dello Spettro Autistico di diffuse e costanti difficoltà nello sviluppo delle abilità motorie e delle competenze sensoriali, percettive e cognitive ad esse associate, il cui grado di compromissione risulta correlato al grado di severità dei sintomi relativi allo spettro autistico. Tali difficoltà si identificano come deficit di natura motorio- prassica, forse derivanti, come emerso in precedenti studi di letteratura scientifica, da una innata disorganizzazione centrale dei circuiti neuronali deputati alla elaborazione mentale di schemi motori in piani d’azione complessi, finalizzati al raggiungimento rapido ed efficace di obiettivi funzionali anticipatamente stabiliti: in quest’ottica, la frustrazione derivante dal fallimento delle proprie azioni e dalla innata difficoltà nel riuscire a comunicare all’altro il proprio disagio, amplificherebbe a sua volta il vissuto di chiusura relazionale e il disinteresse che questi pazienti nutrono nei confronti di un mondo che sembra non riuscire a cogliere i loro bisogni. Le difficoltà motorie rilevate sembrano inoltre presentare caratteristiche più evidenti in pazienti di età < 36 mesi e tendere in seguito ad attenuarsi con il procedere dello sviluppo fisiologico e con l’ingresso presso la scuola dell’infanzia in particolare, ad indicare l’importanza del ruolo svolto dall’ambiente di vita quotidiano nel sostenere lo sviluppo funzionale di bambini che già presentano fragilità innate e tanto pervasive quanto quelle relative al Disturbo dello Spettro Autistico. Si osserva infine come nei pazienti provenienti da famiglie con pregressa storia migratoria, il vissuto di abbandono delle proprie origini e l’ingresso in un mondo nuovo per cultura, ambiente e stile di vita sembri amplificare i problemi relativi alla definizione del Sé e dei confini corporei in soggetti che per la natura della patologia a cui sono affetti appaiono già vulnerabili sul piano della vita psichica e dell’individuazione del Sé.

Il manifestarsi in età precoce dei segni di compromissione motoria potrebbe rivelarsi un indicatore importante di rischio patologico per la formulazione precoce della diagnosi e la programmazione tempestiva di interventi riabilitativi efficaci: poter evidenziare quali aree dello sviluppo motorio siano interessate da compromissione funzionale e poter quantificare il grado di deficit, aiuterebbe i clinici ad impostare trattamenti terapeutici sempre più efficaci e completi, che sostengano lo sviluppo globale del bambino aldilà dei soli aspetti di relazione e comunicazione sociale reciproca. È pertanto evidente la necessità di integrare il lavoro clinico svolto all’interno delle stanze di terapia con metodologie indirette di intervento rivolte alla famiglia, alla scuola e a tutte le istituzioni che in ambito sociale si impegnano a garantire la migliore qualità di vita possibile per questi bambini, mirando a creare sia in ambito terapeutico che domestico un clima accogliente ed empatico, di attenzione condivisa, che sappia cogliere i bisogni e ad abbattere le barriere di relazione e comunicazione sociale: la creazione di un ambiente adattato, attento e contenitivo, in cui il bambino possa sperimentarsi libero e in sicurezza, favorirebbe con il tempo l’evolversi delle abilità motorie compromesse e sosterrebbe l’emergere delle competenze deficitarie.

Tra gli interventi terapeutico-riabilitativi possibili, la Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, che utilizza come specifico approccio comunicativo e relazionale il linguaggio corporeo, inteso come dialogo tonico tra terapista e bambino, viene indicata come intervento di elezione nella cura dei piccoli pazienti con Disturbo dello Spettro Autistico, proprio perché in grado di attivare tramite il gioco corporeo processi di integrazione sensoriale, comportamenti imitativi e di sintonizzazione attentiva ed emotiva, e le trasformazioni tonico-posturali reciproche, attraverso il movimento, sollecitano poi a loro volta l’interazione comunicativa e sociale32. Il bambino con Disturbo dello Spettro Autistico possiede una propria espressività psicomotoria, un proprio modo peculiare di utilizzare il corpo, il movimento e le posture per esprimere la necessità di isolarsi, autostimolarsi e comunicare le difficoltà ed i propri bisogni, in base alla quale la Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva individua e propone i propri obiettivi, interpretando i comportamenti del bambino e trasformandoli in azioni significative 33.


  • 32 Gison G.. Bonifacio A., Minghelli E., Autismo e psicomotricità: strumenti e prove di efficacia nell’intervento neuro e psicomotorio precoce, Ed. Erickson, Trento, 2012.
  • 33 Probst M., Knapen J., Poot G., Vancampfort D., Psychomotor Therapy and Psychiatry: what’s in a name?, The Open Complementary Medicine Journal, 2010, 2 : 105-113.

 

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