Introduzione allo studio - Il movimento attivo nella memoria di lavoro visuo-spaziale in bambini con paralisi cerebrale infantile

Lo sviluppo neuromotorio in una patologia complessa come la Paralisi Cerebrale Infantile risulta essere molto eterogeneo e ad esso contribuiscono sia i disturbi motori che quelli non motori, definiti anche “disturbi associati”, i quali comprendono i disturbi sensoriali, percettivi, cognitivi, comunicativi, etc... Tali disturbi, non possono essere considerati secondari e non possiamo limitarci ad associarli in quanto essi interagiscono in maniera dinamica con gli altri e concorrono in modo significativo alla determinazione del quadro neuromotorio.

In particolare, è stata riconosciuta l'estrema importanza delle funzioni percettive nello sviluppo del bambino: queste funzioni sono responsabili delle afferenze che giungono al sistema nervoso, il quale, dopo averle elaborate, dovrà rispondere motoriamente: se la percezione è alterata, ne consegue che anche l'elaborazione e il conseguente atto motorio non potranno che esserlo. Appare evidente il legame esclusivo della percezione con la motricità tanto che le funzioni percettive possono essere considerate come “l'altra faccia della medaglia” (Berthoz A.,1997a).

Questo studio prevede un approccio innovativo alle funzioni visuo-spaziali dei bambini con Paralisi Cerebrale Infantile. La valutazione neuropsicologica tradizionale inerente queste funzioni, infatti, si è sempre occupata di valutarle in condizioni statiche, non prendendo in considerazione lo spostamento attivo del soggetto nell'ambiente circostante e l'influenza che il movimento potrebbe esercitare su tali funzioni. In questo studio le funzioni visuo-spaziali vengono prese in considerazione in un contesto più ampio : è infatti stato proposto ai 18 soggetti del nostro gruppo una sequenza di stimoli luminosi da ricordare all'interno di un compito di navigazione reale. Questo può essere considerato uno studio pilota in quanto la letteratura scientifica riguardante compiti di navigazione riguarda i soggetti adulti o in età evolutiva con sviluppo tipico: la Paralisi Cerebrale Infantile risulta essere ancora poco o per nulla indagata.

L'eterogeneità clinica della PCI, dal punto di vista motorio, cognitivo e percettivo non poteva che tradursi in una estrema variabilità del comportamento navigazionale e delle strategie di codifica spaziale messe in atto dal bambino.

L'osservazione e l'analisi delle strategie messe in atto dal bambino con Paralisi Cerebrale Infantile risulta essere di grande importanza nell'avvicinarci a lui, nel capire la sua organizzazione e nel guidarlo al buon utilizzo delle sue risorse.

Indice

  INTRODUZIONE
   
Capitolo 1

1. LA PARALISI CEREBRALE INFANTILE

  1.1 DEFINIZIONE
  1.2 EPIDEMIOLOGIA
  1.3 DIAGNOSI DI LESIONE
  • 1.3.1 Il neonato pretermine
  • 1.3.2 Il neonato a termine
 

1.4 CLASSIFICAZIONI

  • 1.4.1 Hagberg e al. (1975)
  • 1.4.2 Rosembaum e al.(2007)
  • 1.4.3 Ferrari-Cioni (2010)
 

1.5 LE FORME SPASTICHE

  • 1.5.1 La tetraplegia
  • 1.5.2 La diplegia (Segni clinici caratteristici, Forme cliniche)
  • 1.5.3 L'emiplegia (Segni clinici caratteristici, Forme cliniche)
  1.6 DISTURBI E FATTORI ASSOCIATI - Ritardo mentale, Epilessia, Disturbi della funzione visiva, Disturbi psichiatrici
Capitolo 2 2. FUNZIONI NON VERBALI
  2.1 FUNZIONI NON VERBALI
  2.1.1 Le funzioni visuo-percettive
 

2.1.2 Le funzioni visuo-spaziali

2.1.2.1 I disturbi visuo-spaziali

  • Disturbi dell'esplorazione visiva
  • Disturbi della percezione spaziale
  • Disturbi del pensiero spaziale
  • Disturbi visuo-costruttivi
 

2.2 ASPETTI EVOLUTIVI

  • 2.2.1 Prima infanzia
  • 2.2.2 Seconda infanzia
  • 2.2.3 Terza Infanzia
  2.3 Vie anatomo-funzionali di elaborazione visiva:le vie del "What" e del "Where"
Capitolo 3 3. LA MEMORIA DI LAVORO
  3.1 LA MEMORIA E LE SUE SOTTOCOMPONENTI
 

3.2 LA MEMORIA DI LAVORO

  • 3.2.1 I modelli teorici
    • Il modello di Cornoldi e Vecchi (2003)
  • 3.2.2.1 La memoria di lavoro visuo-spaziale (MLVS), La MLVS nel bambino
  • 3.2.3 Aree cerebrali coinvolte nella memoria di lavoro
Capitolo 4 4. LO SPAZIO E IL MOVIMENTO
  4.1 LO SPAZIO
  4.2 Il movimento - LA NAVIGAZIONE
 

4.3 DUE TIPI DI STRATEGIE PER LA CODIFICA SPAZIALE

  • 4.3.1 Le strategie egocentriche
  • 4.3.2 Le strategie allocentriche
  4.4 ASPETTI EVOLUTIVI
 

4.4.1 ASPETTI EVOLUTIVI

  • 4.4.2 Il neonato e lo spazio, Il bambino e lo spazio
 

4.5 STUDI RECENTI

  • 4.5.1 Aree cerebrali coinvolte nella codifica spaziale
Capitolo 5 5. LO STUDIO: MATERIALI E METODI - Introduzione allo studio
  5.1 IL CAMPIONE
 
  • 5.1.1 Caratteristiche del campione
  • 5.1.1.1 Età gestazionale
  • 5.1.1.2 Lesione cerebrale
  • 5.1.1.3 Livello cognitivo
  • 5.1.1.3.1 Profilo cognitivo
 

5.2 IL "WALKED CORSI TEST"

  • 5.2.1 Apparato sperimentale
  • 5.2.2 Svolgimento della prova
  • 5.2.3 Le sequenze
  5.3 ANALISI DEI DATI
  6. LO STUDIO: RISULTATI
   
  7. DISCUSSIONI
  7.1 CONSIDERAZIONI
  CONCLUSIONI
   
  Tesi di Laurea di: Ylenia Capuzzo

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