La figura del Terapista Della Neuro e Psicomotricita’ Dell’eta’ Evolutiva

Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE) è una figura professionale che svolge attività di abilitazione, riabilitazione e prevenzione nei confronti delle disabilità dell’età evolutiva (fascia di età 0 – 18 anni).

La cornice teorica all’interno della quale opera il TNPEE è rappresentata dal modello bio-psico-sociale della disabilità suggerito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

I riferimenti operativi per l’individuazione degli obiettivi dell’intervento del TNPEE sono forniti dalla Classificazione Internazionale del Funzionamento, delle Disabilità e della Salute *versione bambini ed adolescenti (ICF-CY), elaborata dall’OMS.

Il terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva, in riferimento alle diagnosi e alle prescrizioni mediche, nell'ambito delle specifiche competenze:

  1. a) adatta gli interventi terapeutici alle peculiari caratteristiche dei pazienti in età evolutiva con quadri clinici multiformi che si modificano nel tempo in relazione alle funzioni emergenti;
  2. b) individua ed elabora nell'equipe multiprofessionale il programma di prevenzione, di terapia e riabilitazione volto al superamento dei bisogni di salute del bambino con disabilità dello sviluppo;
  3. c) attua interventi terapeutici e riabilitativi nei disturbi percettivo motori, neurocognitivi e nei disturbi di simbolizzazione e di interazione del bambino fin dalla nascita;
  4. d) attua procedure rivolte all'inserimento dei soggetti portatori di disabilità e di handicap neuropsicomotorio e cognitivo; collabora all'interno dell'equipe multiprofessionale con gli operatori scolastici per l'attuazione della prevenzione, della diagnosi funzionale e del profilo dinamico funzionale del piano educativo individualizzato;
  5. e) svolge attività terapeutica per le disabilità neuropsicomotorie, psicomotorie e neuropsicologiche in età evolutiva utilizzando tecniche specifiche per fascia d'età e per singoli stadi di sviluppo;
  6. f) attua procedure di valutazione dell'interrelazione tra funzioni affettive, funzioni cognitive e funzioni motorie per ogni singolo disturbo neurologico, neuropsicologico e psicopatologico dell'età evolutiva;
  7. g) identifica il bisogno e realizza il bilancio diagnostico e terapeutico tra rappresentazione somatica e vissuto corporeo e tra potenzialità funzionali generali e relazione oggettuale;
  8. h) elabora e realizza il programma terapeutico che utilizza schemi

e progetti neuromotori come atti mentali e come strumenti cognitivi e meta-cognitivi; utilizza altresì la dinamica corporea come integrazione delle funzioni mentali e delle relazioni interpersonali;

  1. i) verifica l'adozione di protesi e di ausili rispetto ai compensi neuropsicologici e al rischio psicopatologico;
  2. l) partecipa alla riabilitazione funzionale in tutte le patologie acute e croniche dell'infanzia;
  3. m) documenta le rispondenze della metodologia riabilitativa attuata secondo gli obiettivi di recupero funzionale e le caratteristiche proprie delle patologie che si modificano in rapporto allo sviluppo. (art.1, decreto ministeriale 17 gennaio 1997, n. 56. Gazzetta Ufficiale 14 marzo 1997, n. 61)

La terapia neuropsicomotoria, utilizzata in Italia, rappresenta una proposta terapeutica che si propone i seguenti obiettivi:

  • favorire la comparsa di segnalatori sociali (contatto oculare, sguardo referenziale, sorriso, etc.);
  • aumentare i tempi di attenzione;
  • facilitare un uso più appropriato degli oggetti;
  • stimolare la comunicazione;
  • arricchire il vocabolario;
  • scoraggiare determinati comportamenti (iperattività, stereotipie motorie,condotte autolesive, etc.) non funzionali.

 

La terapia psicomotoria inoltre si configura come una prassi terapeutica che privilegia una modalità di approccio in grado di facilitare nel bambino: 

  • la percezione e la "conoscenza" di Sé come persona;
  • la percezione e la "conoscenza" dell'Altro;
  • la percezione e la "conoscenza" delle emozioni che sottendono i vari comportamenti;
  • la percezione e la "conoscenza" delle "leggi" emozionali e sociali che regolano i rapporti interpersonali.

 

Indice

 
 
INTRODUZIONE
 
  1. I DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO: Definizione dei Disturbi dello Spettro Autistico; Criteri diagnostici: dal DSM-IV al DSM-V; Epidemiologia; Eziopatogenesi; Prognosi.
  2. L’AUTISMO DAL PUNTO DI VISTA NEUROPSICOLOGICO
  3. PRINCIPALI MODELLI DI INTERVENTO NEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO
    1. Trattamenti comportamentali: ABA: Analisi Applicata del Comportamento, DTT: Discrete Trail Training, Verbal Behavior
    2. Trattamenti evolutivi: Floor Time, Il programma TEACCH, Denver Model
  4. COMPORTAMENTI PROBLEMA E COMUNICAZIONE: Burrhus Skinner e l’analisi sperimentale del comportamento; Definizione dei comportamenti problema
    1. Strategie di intervento; La comunicazione; Comunicazione Aumentativa Alternativa; Il sistema PECS (Picture Exchange Communication System)
  5. ASPETTI PERCETTIVI NEI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO: Lo sviluppo senso-percettivo; Possibili esperienze sensoriali nell’Autismo; Il profilo senso-percettivo; Il modello DIR, La prima valutazione.
  6. DISPRASSIA E AUTISMO: Ontogenesi delle prassie; Classificazione delle prassie
  7. LA FIGURA DEL TERAPISTA DELLA NEURO E PSICOMOTRICITA’ DELL’ETA’ EVOLUTIVA
  8. MATERIALI E METODI: Il setting; Casistica
  9. RISULTATI
 
CONCLUSIONI
 
BIBLIOGRAFIA
 
 
Tesi di Laurea di: Serena SIRI 
 

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