Terapia Neuropsicomotoria
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BIBLIOGRAFIA - La presa in carico e l’evoluzione terapeutica in un campione di bambini migranti con Disturbi del Neurosviluppo
- American Psychiatric Association, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione DSM – 5,Raffaello Cortina Editore 2014
- Favaro G., Essere genitori altrove. Le famiglie immigrate: caratteristiche, storie, modelli educativi, http://www.csem.org.br,2008
- Giovanna rossi, Quali modelli
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CONCLUSIONI - La presa in carico e l’evoluzione terapeutica in un campione di bambini migranti con Disturbi del Neurosviluppo
Lo studio conferma che la famiglia migrante si trova inconsapevolmente al centro di diverse aspettative. Da una parte vi è l’esigenza di portare avanti la cultura e le tradizioni della famiglia rimasta in patria, dall’altra si sviluppa il desiderio di adattarsi e integrarsi nella nuova rete sociale. I genitori hanno il ruolo di fondere comportamenti diversi, perché provenienti da culture
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RISULTATI - DISCUSSIONE - OBIETTIVI E LIMITI - La presa in carico e l’evoluzione terapeutica in un campione di bambini migranti con Disturbi del Neurosviluppo
RISULTATI
Caratteristiche socio – demografiche
Lo studio è stato rivolto a 10 bambini di età compresa tra i 52 e i 69 mesi, con diagnosi di “Disturbo del Neurosviluppo”, seguiti per sei mesi di terapia neuropsicomotoria presso la U.O.N.P.I.A. di Monza e quella di Cesano Maderno.
Tutti i genitori dei 10 soggetti hanno dato il consenso per partecipare allo studio con
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Progettazione e attuazione dello studio - La presa in carico e l’evoluzione terapeutica in un campione di bambini migranti con Disturbi del Neurosviluppo
SCOPO DELLO STUDIO
Scopo principale dello studio è valutare l’efficacia e l’efficienza della terapia neuropsicomotoria in un campione di bambini migranti attraverso la somministrazione delle Griffiths Mental Developmental Scalesa distanza di sei mesi.
Ulteriore scopo è determinare lo sviluppo delle funzioni adattive, l’autonomia e la responsabilità sociale del
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MIGRAZIONE E PSICOPATOLOGIA
IL DISAGIO PSICHICO
Migrare è un atto che impegna la vita dell’individuo e che conduce alla “sospensione tra due mondi” 12, quello originario e quello nuovo, in cui può crearsi una situazione di fragilità identitaria e sofferenza.
Negli ultimi decenni, il fenomeno migratorio è notevolmente incrementato ed è diventato un evento di grande impatto per il nostro Paese; molti
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IL PROCESSO MIGRATORIO - Essere genitori e figli in un paese straniero
Migrare è un fenomeno sociale che porta un individuo o un gruppo di persone a lasciare il proprio luogo di origine per stanziarsi, anche solo temporaneamente, altrove, per ragioni multiple, che possono essere politiche, economiche, personali e/o storiche.
Nel momento in cui vengono a mancare le condizioni necessarie al pieno compimento dei desideri dell’uomo, l’individuo è spinto a
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INTRODUZIONE - La presa in carico e l’evoluzione terapeutica in un campione di bambini migranti con Disturbi del Neurosviluppo
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Avviso pubblico per titoli e colloquio per il conferimento di n°3 incarichi di collaborazione libero professionale nel profilo professionale di terapista della riabilitazione neuropsicomotoria dell'età evolutiva - Lombardia - Bergamo - scad 18/11/2019
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Avviso pubblico, per il conferimento di incarichi libero professionali a 10 C.P.S. Terapisti della Neuropsicomotricità Età Evolutiva presso l’A.S.L. di Latina - Lazio - scad 25 novembre 2019
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SCOPO DELLO STUDIO - MATERIALI E METODI - Valutazione dello Sviluppo Motorio in bambini con Disturbo dello Spettro Autistico con ICF-CY
SCOPO DELLO STUDIO
Il presente studio osservazionale si pone l’obiettivo di indagare attraverso l’applicazione di una specifica Scheda di Valutazione ICF-CYle peculiarità dello sviluppo motorio dei bambini con Disturbo dello Spettro Autisticoattraverso l’analisi delle informazioni relative alle caratteristiche del comportamento motorio rilevate in un campione
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IL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO
Il Disturbo dello Spettro Autisticoè definito come un disordine complesso del neurosviluppo caratterizzato da compromissioni plurime nelle aree dell'interazione sociale reciproca e della comunicazione verbale e non-verbale, in presenza di un repertorio di comportamenti, attività ed interessi
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La Terapia Neuropsicomotoria come strumento fondamentale per il trattamento di Disturbi Emotivo-Comportamentali e Relazionali in Età Evolutiva
Le situazioni di disagio in cui le modalità comunicative e relazionali divengono disfunzionali rispetto al comportamento, alla comunicazione, alle relazioni con l’ambiente e con le persone, necessitano di adeguate prese in carico al fine di andare a ridurre tali manifestazioni disfunzionali e promuovere, al contrario, strategie alternative a valenza adattiva.
Il bambino che manifesta
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Relazione tra gioco simbolico e sintomatologia autistica
L'inclusione del criterio “ritardo nello sviluppo o un anomalo funzionamento della capacità di gioco simbolico”, nel processo diagnostico per i Disturbi Generalizzati dello Sviluppo, porta ad una maggiore attenzione circa le relazioni esistenti tra il gioco simbolico e gli altri parametri rappresentanti il quadro sintomatologico dell'autismo; inoltre guida naturalmente ad una maggiore
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Attività e GIOCO SIMBOLICO in neuropsicomotricità
Sviluppo del gioco simbolico
Il gioco simbolico ha ricevuto molta attenzione dagli studiosi dello sviluppo negli ultimi anni in quanto riflette significativi aspetti delle prime funzioni post-sensomotorie(McCune- Nicolich, 1981).
Compare nel bambino intorno ai due anni, tra la fine dello stadio sensomotorio e l’inizio di quello preoperatorio, ed è accompagnato ad
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BIBLIOGRAFIA - Il ruolo del TNPEE tra clinica e prevenzione
- Ambrosini, C., Cartacci, F. & Gison, G., 2013. L'osservazione neuropsicomotoria. Psicomotricità,17(1), pp. 14-19.
- ANUPI TNPEE, 2017. Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva.[Online] Available at: https://
BIBLIOGRAFIA - Giocare con le Intenzioni in Terapia Neuropsicomotoria
Parte teorica:
- 1) Anoli L. (2006), Fondamenti di psicologia della comunicazione, Il Mulino, Bologna.
- 2) Berthoz A. (1998), Il senso del movimento, trad. it. ed. McGraw-Hill, Milano.
- 3) Berti E., Comunello F. (2011), Corpo e mente in psicomotricità. Pensare l’azione ineducazione e
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CONCLUSIONI - Giocare con le Intenzioni in Terapia Neuropsicomotoria
Le intenzioni necessitano di un contesto e di coinvolgimento e, quindi, sono dirette verso il mondo oggettuale (contesto) e le persone (coinvolgimento), creando con questi delle interazioni fino a giungere ad una relazione significativa e fatta di scambi, di condivisione. Perciò, essendo le intenzioni fondamenti di tale relazione, è comprensibile che i genitori cerchino continuamente di dare
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Giocare con le Intenzioni in Terapia Neuropsicomotoria
CAPITOLO OTTAVO
Dai quattro casi clinici descritti si è potuto individuare quattro diverse immagini metaforiche adatte a rappresentare altrettanti Sé intenzionali tipo: il labirinto, la nebbia, il temporalee il tesoro nello scrigno.
Per queste tipologie di Sé, e in particolare per i loro intenti, si possono individuare ora
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Dalla concettualizzazione alla clinica: giocare con le intenzioni in terapia neuropsicomotoria
CAPITOLO TERZO
Per ritrovare nella clinica le affermazioni teoriche rispetto alle intenzioni ho scelto quattro casi clinici, che, seppur nella loro diversità e specificità individuale, presentano delle caratteristiche che li rendono adatti all’argomento trattato e agli scopi prefissati.
Si tratta di due maschi e due femmine d’età
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L’Intenzione: basi teorico-strutturali - Consapevolezza, Comprensione e Condivisione delle Intenzioni
CAPITOLO PRIMO
L’Intenzione: basi teorico-strutturali. In che modo dovremmo pensare le intenzioni?
Intenzionalità e intenzione
Secondo Berti e Comunello (2011) alla base dell’intenzione vi è l’idea più generale di “intenzionalità”, considerata come “la proprietà di
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INTRODUZIONE - Giocare con le intenzioni in Terapia Neuropsicomotoria
SOMMARIO
Gli Scopi principalidi questo lavoro sono:
- approfondire e chiarire il tema dell’Intenzione, basilare in Neuropsicomotricità, non ancora trattato in maniera sistematica e precisa in letteratura;
- individuare alcune strategie che possono risultare utili nell’intervento neuropsicomotorio per aiutare gli intenti dei
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Il progetto “Parent-Mediated intervention”
L’idea del nostro progetto consiste nell’analizzare le valutazioni di sviluppo di alcuni dei bambini arruolati nel progetto “EPISTOP” e di altri bambini in follow-up già da prima che il progetto partisse, identificando le aree di sviluppo deficitarie e i profili di sviluppo non omogenei.
Partendo da queste osservazioni è stato proposto alle famiglie un progetto di “parent- mediated
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CONCLUSIONI - Dal senso di onnipotenza al principio di realtà
La ricerca fatta sul processo di acquisizione del senso di realtà, con la capacità di rapportarsi all’altro e ai propri limiti che esso implica, mi ha portato a comprendere che la normalità nel campo delle relazioni interpersonali non si ha all’interno di un sistema di “quiete”, ma di “conflittualità”. Il ché significa saper costruire relazioni in cui nessuno prevarichi sull’altro in
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IN TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA - Dal senso di onnipotenza al principio di realtà
Indagare sullo sviluppo del bambino e della relazione precoce, in particolare del passaggio da un’illusione onnipotente ad una progressiva disillusione che porta a tener conto della mente dell’altro, delle regole di gioco e di quelle sociali, mi ha portato a chiedermi quali conseguenze possano esserci se una o più delle tappe suddette venga a mancare o se, a causa di gravi patologie, vengano
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RIASSUNTO - PREMESSA - Dall’idiozia mongoloide alla Trisomia 21: l’approccio terapeutico neuropsicomotorio in funzione dell’evoluzione della persona. Riflessioni sull’area emotivo-affettiva
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Il caso clinico - dall'imitazione all'apprendimento
Presentazione
Il caso clinico affrontato all’interno della presente tesi è un bambino di cinque anni che presenta un ritardo psicomotorio generale con particolare compromissione della competenza imitativa, comunicativa ed emotiva, associata a un marcato deficit delle abilità visuo-percettive.
Il bambino, infatti, non è in grado di imitare su richiesta esplicita dell’altra
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Basi emotive dell’apprendimento e risvolti in Terapia Neuropsicomotoria
“ Un ambiente facilitante deve avere qualità umane, non perfezione meccanica”.
(Winnicott - Dal luogo delle origini 1990; pag. 149)
“Sperimentare i limiti del proprio vissuto corporeo aiuta a capire le nostre possibilità, con chi ci è consentito usarle e quando è necessario tirarsi indietro”…
(Libera traduz. da: “La formazione in neuro e psicomotricità dell’età
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La costruzione dell’io Corporeo e delle capacità di apprendimento
“ Non si accede al mondo se non percorrendo quello spazio che il corpo dispiega attorno a sé nella forma della prossimità o della distanza dalle cose”.
(Umberto Galimberti – Il corpo pag. 73)
“Lo sviluppo delle abilità della mano va di pari passo con lo sviluppo dell’intelligenza: la mano è così l’organo di prolungamento dell’intelligenza”.
(Maria Montessori
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La relazione Tonico - Emotiva precoce
“Il lattante è qualcosa che non esiste: se mi mostri un bambino, certamente mi mostrerai anche qualcuno che si prende cura di lui, o almeno una carrozzina cui qualcuno tende occhi e orecchi…” (Donald Woods Winnicott 1896-1971).
L’ipotesi di lavoro che vado ad affrontare è forse così sintetizzabile: il corpo, l’azione, l’interazione, quindi l’esperienza non verbale e le interazioni
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Premessa introduttiva - La relazione Tonico-Emotiva precoce nella costruzione dell’Io Corporeo e delle capacità di apprendimento: risvolti in terapia della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva
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Presentazione del caso clinico - Favorire la comunicazione nella Sindrome di Mowat Wilson
- Nome: Giulio
- Data di nascita: 24/11/2004
- Diagnosi: Sindrome di Mowat Wilson
- Test cognitivo Leither-R: QI 58
Anamnesi
Giulio nasce a termine da gravidanza normodecorsa da genitori sani e non consanguinei (PN 2790gr, L49 cm, CC 32 cm) con fratello maggiore sano. Alla nascita si riscontra criptorchidismo
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Il ruolo del TNPEE in riferimento alla sindrome di Mowat Wilson
Prima di soffermarci sul ruolo svolto dal Terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE), in riferimento allo specifico caso trattato, è necessario definire chiaramente questa figura facendo riferimento al suo profilo professionale. Il TNPEE è identificato come l’operatore sanitario che, in collaborazione con l’equipe multidisciplinare composta da neuropsichiatra infantile
... - Abstract - Premessa e scopo - Favorire la comunicazione nella Sindrome di Mowat Wilson: intervento riabilitativo e ruolo del TNPEE. Presentazione di un case report ...
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CASI CLINICI - Caratteristiche della relazione madre-bambino in bambini con disturbi del Neurosviluppo in corso di trattamento riabilitativo
CASISTICA E METODOLOGIA
Sono stati seguiti due casi, entrambi di sesso maschile, un bambino di 11 mesi e l’altro di 12 mesi. Al primo bambino è stata diagnosticata una Lissencefalia di tipo 1 con anomalie del gene LIS1, il secondo caso clinico è ancora in fase di accertamento diagnostico per la sindrome di Silver Russell.
Entrambi i bambini sono stati valutati e seguiti
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Mosse del terapista nella pratica neuro psicomotoria e nell’Early Start Denver Model
Dopo aver presentato in modo analitico l’Early Start Denver Model, ritengo ora importante metterlo a confronto con l’approccio neuropsicomotorio e il ruolo del TNPEE.
Saranno evidenziate le caratteristiche, le affinità e le differenze, mettendo in luce come la metodologia ESDM sia
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La Prevenzione in Neuro e Psicomotricità
La neuro e psicomotricità, soprattutto quella degli ultimi anni, ha aumentato i suoi interessi fino al campo educativo, che nell’ambito sanitario significa soprattutto parlare
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Presentazione del sito NeuroPsicomotricista.it - Alfredo Cavaliere Converti
ECCO IL 1°VIDEO DEL CANALE
SPERO TANTO CHE QUESTO NUOVO PROGETTO POSSA ESSERE INTERESSANTE E UTILE.Il mio auspicio è quello di riuscire a soddisfare le aspettative di tutti gli interessati, di divulgare sempre di più ed in maniera concreta e corretta questa professione, di consolidare servizi del portale che ancora
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Termini e Concetti da definire: Psicomotricista, Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva
Spesso capita di confondere la figura dello Psicomotricista con quella del Terapista della Neuro e psicomotricità dell’età evolutiva o viceversa.
Queste due figure vengono confuse nei discorsi di alcuni genitori, di alcuni professionisti, insomma, in troppi contesti.
Purtroppo ancora oggi, non è chiara la distinzione tra queste due professioni.
Anche Tu noti questa
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Il 1°canale YouTube dedicato al Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva
Carissimi,
Ho deciso di avviare un nuovo progetto:
IL CANALE YOUTUBE DEDICATO AL TERAPISTA DELLA NEURO E PSICOMOTRICITÀ DELL'ETÀ EVOLUTIVA.
Come tutti ben sappiamo “YouTube” è un forte strumento comunicativo, ma anche molto delicato poiché anche un minimo errore potrebbe generare critiche e situazioni imbarazzanti capaci di compromettere gli obiettivi
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Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva è su YouTube
Ciao sono Alfredo e ti do il benvenuto sul Primo canale YouTube dedicato al Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva.
Questo canale è dedicato alla professione del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva.
Affronterò tematiche relative:
- alla professione del TNPEE (cosa fa, dove opera, le proprie competenze,...)
- alle
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Sindrome di Down - Metodologie riabilitative, Modello di Training e Strumenti di valutazione
Metodologie riabilitative: TNPEE, specificità ed integrazioni
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Sindrome di Down e Capacità Rappresentative: un intervento di Terapia Neuropsicomotoria a partire dai pre-requisiti dello Schema Corporeo con l’integrazione di formati visivi differenziati
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Intervento multimodale precoce per i bambini con disturbo dello spettro autistico - implementazione del Modello italiano
AUTISMO, SI SVOLGERÀ IN CAMPANIA IL PROGETTO DI RICERCA SULL’INTERVENTO MULTIMODALE PRECOCE A CUI PRENDONO PARTE ISS, UNIVERSITA’, CENTRI DI RIABILITAZIONE E FORMAZIONE
Napoli, 25 maggio 2017 - Integrare tra loro interventi terapeutici evidence-based per il Disturbo dello Spettro Autistico e declinarli nei diversi contesti di vita ponendo attenzione al profilo
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BIBLIOGRAFIA - Ipotesi di individuazione di linee guida per l’utilizzo di Strumenti di Osservazione e Valutazione del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva
- American Psychiatric Association, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, quinta edizione, DSM-V, Raffaello Cortina Editore, 2014
- Annie R. Sanford, Janet G. Zelman. Test LAP - Diagnosi di sviluppo, Erickson, 2012
- Benso, Bracco. Oriented cancellation test: assessment of visuo-motor and visual search speed, European Working Memory Symposium,
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Progettazione ed attuazione dello studio - Ipotesi di individuazione di linee guida per l’utilizzo di Strumenti di Osservazione e Valutazione del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva
Scopo dello studio
Questo studio può essere considerato come il primo passo per confrontare le metodologie utilizzate con le conoscenze che derivano dalla metodologia della ricerca e dalla pratica basata sulle prove di efficacia (Evidence Based Medicine), definita nei riferimenti internazionali e nazionali come la costante integrazione della migliore ricerca disponibile, con
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Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva - INQUADRAMENTO TEORICO
Core Competence
Il Core Competence del Corso di Laurea in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva è stato costruito a partire dalle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle Linee Guida Nazionali inerenti la Professione, proponendo
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INTRODUZIONE - Ipotesi di individuazione di linee guida per l’utilizzo di Strumenti di Osservazione e Valutazione del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva
Lo studio
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Riabilitazione Neuromotoria
Nella riabilitazione neurologica di un paziente sono fondamentale tre obiettivi: l'indipendenza, la buona qualità della vita e il ritorno in famiglia, alle attività sociali e al lavoro. L'effetto delle terapie riabilitative è tuttora un argomento di notevole discussione, spesso molto accesa, fra i sostenitori della loro validità e gli scettici. I primi hanno dalla loro parte il conforto
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Caso Clinico - Le Mucopolisaccaridosi
A.M. È un paziente affetto da Mucopolisaccaridosi I, nello specifico sindrome di Hurler.
Nato il 07/05/2007 alla 38esima settimana di gestazione da parto cesareo con un peso di 3,150 kg, aveva già ricevuto diagnosi di piede torto bilaterale al quinto mese di gravidanza, risoltasi alla nascita con l'ausilio di plantari. I genitori hanno riferito che le tappe dello sviluppo psicomotorio
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Sindrome di Dravet - Esperimento Clinico: applicabilita’ dell’ipotesi
Applicabilita’ dell’ipotesi
Quanto espresso nei capitoli precedenti è frutto di un attento studio della letteratura scientifica, rielaborato creativamente in relazione alla maggiore esperienza Neuropsicomotoria. Secondo il metodo scientifico, però, ad ogni ipotesi deve seguire un esperimento riproducibile ed infine una tesi conclusiva, in modo che il risultato sia provato,
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CONCLUSIONI - L’intervento del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età Evolutiva in Oncoematologia Pediatrica
Visti i risultati ottenuti, riteniamo che la presenza di un terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva possa essere utile all’interno della Clinica di Oncoematologia Pediatrica di Padova. La figura del TNPEE permetterebbe infatti di andare a rispondere a quelle esigenze per le quali è specificamente formata. L’interazione corporea, il dialogo
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ALLEGATI - L’intervento del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età Evolutiva in Oncoematologia Pediatrica
Allegato 1
Scheda di Osservazione/Valutazione Neuropsicomotoria “S. O. N.”.Per una conoscenza più approfondita rimandiamo al testo originale: Una testimonianza del percorso, Erikson, Trento, 2007 di Gison, Minghelli e Di Matteo edito dalla casa editrice Erikson.
Allegato 2
Scheda di Osservazione Psicomotoria.Per una
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BIBLIOGRAFIA - L’intervento del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età Evolutiva in Oncoematologia Pediatrica
- Arcelloni M. C., Magnifico E., Un percorso di formazione corporea, Psicomotricità, 9(4), 29-32, 2000
- Axia V., Elementi di psico-oncologia pediatrica, Carrocci editore S.p.A., Roma, 2004
- Ballestrin G., Alunni pazienti, Erikson, Trento, 2007
- Berti E., Comunello F., Savini P., Il contratto terapeutico in terapia psicomotoria.
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RIFLESSIONE SULL’ESPERIENZA - L’intervento del TNPEE in Oncoematologia Pediatrica
Complessità e criticità emerse
Nel corso dei mesi durante i quali è stato svolto il progetto che ha portato al presente elaborato di tesi, sono stati rilevati alcuni elementi che, sebbene non abbiano impedito il procedere della presa in carico neuropsicomotoria, sicuramente l’hanno resa più complessa. Di seguito li riportiamo distinguendoli tra complessità derivanti dal contesto di
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INTRODUZIONE - L’intervento del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età Evolutiva in Oncoematologia Pediatrica
SOMMARIO
Gli scopi del presente elaborato di laurea
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Orientamento al contesto - la Clnica di Oncoematlogia Pediatrica
La struttura
La Clinica di Oncoematologia Pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova è un centro avanzato per la diagnosi e la cura delle malattie emato-oncologiche dell’infanzia. Si tratta di una struttura facente parte del Dipartimento Strutturale Aziendale Salute della Donna e del Bambino; non solo prende in cura i pazienti affetti da patologie emato-oncologiche per il periodo
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METODOLOGIA - Impostazione e sviluppo del progetto - L’intervento del TNPEE in Oncoematologia Pediatrica
Come scritto nell’introduzione, questo progetto di tesi è nato dalla domanda: quale compito terapeutico e ruolo di collaborazione si potrebbe prevedere per il TNPEE all’interno dell’équipe multiprofessionale?
La prima difficoltà emersa si è rivelata essere la scarsa conoscenza della Clinica Oncoematologica e della sua struttura organizzativa; inoltre dal punto di vista bibliografico
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L’ESPERIENZA - L’intervento del TNPEE in Oncoematologia Pediatrica
I casi trattati
Nel corso dei 6 mesi durante i quali è stato svolto questo progetto è stato possibile interagire con un totale di 8 bambini. Di questi otto bambini, quattro hanno potuto compiere un percorso psicomotorio completo, composto da almeno tre sedute iniziali di valutazione, un ciclo di almeno cinque sedute di trattamento neuropsicomotorio e una valutazione
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La Terapia Interattiva nei bambini
La Terapia Neuropsicomotoria di Gruppo: cos’è ?
La terapia psicomotoria di gruppo si basa su incontri settimanali con un gruppo costituito da 2 fino ad un massimo di 6 bambini, aventi caratteristiche e bisogni compatibili tra loro, per i quali sembra indicato un intervento basato sull’attività di gruppo piuttosto che individuale.
È bene sottolineare che, nella maggior parte
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Valutazione e trattamento dei casi clinici - Le Funzioni Esecutive in Età Evolutiva
I casi clinici presi in esame sono rappresentati da tre soggetti di sesso maschile che comprendono una fascia di età che va dai 6 agli 8 anni.
Due bambini (Caso A e Caso B) hanno frequentato la classe prima elementare nell’anno scolastico 2015/2016 e pertanto da settembre si trovano in seconda, mentre il terzo soggetto (Caso C) è entrato in prima elementare a partire da settembre del
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PREMESSA - Il Metodo SaM (Sense and Mind) nel trattamento del DANV: presentazione di un caso clinico
Introduzione -Nei bambini con disturbo
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Lo spazio come medium
E’ alla base della neuropsicomotricità che mente e corpo non sono due entità distinte e che ogni conoscenza non può prescindere dall’esperienza corporea; questo è stato recentemente confermato dalle nuove scoperte neuroscientifiche, quali i neuroni specchio e canonici ( I ), e la conseguente teoria dell’embodied cognition. Infatti la conoscenza che abbiamo del mondo reale, anche quella che
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Il Disturbo dell'Apprendimento Non Verbale (DANV o NLD)
Cos’è
Il disturbo dell’apprendimento non verbale, DANV, si caratterizza per cadute specifiche in compiti di natura visuospaziale, associate a prestazioni sufficienti in compiti verbali. La sua incidenza, secondo recenti studi, è di circa uno su mille ( i ). Nel DSM IV, V e nell’ICD 10 questo disturbo non è contemplato, vengono citate alcune caratteristiche ma non sono considerate
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Metodo Sense and Mind (SaM®)
Cos’è
Il metodo S.a.M. è un metodo riabilitativo che vuole accompagnare l’individuo ad appropriarsi, o riappropriarsi, consapevolmente della propria organizzazione spaziale usando il corpo come primo motore della conoscenza.
Si rivolge a bambini e adulti con disarmonia nell’integrazione percettivo-motoria, difficoltà di costruzione e di utilizzo delle immagini mentali,
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Il DANV e il Metodo S.a.M: presentazione di un caso clinico
Introduzione
In questo capitolo vorrei approfondire le modalità di valutazione ed impostazione del trattamento del disturbo di apprendimento non verbale con il metodo S.a.M. Presenterò quindi un caso clinico osservato durante il mio tirocinio presso il centro riabilitativo Ronzoni-Villa di Seregno della Fondazione Don Carlo Gnocchi
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CONCLUSIONI - Il Metodo SaM (Sense and Mind) nel trattamento del DANV: presentazione di un caso clinico
Ritengo che l’approccio riabilitativo con il metodo S.a.M. sia indicato per il trattamento del disturbo dell’apprendimento non verbale. Lavorando sulla ridefinizione dello spazio del corpo attraverso l’esperienza motoria si favorisce la diminuzione dell’impaccio e il miglioramento delle abilità di motricità fine e prassiche. L’utilizzo di diversi portali sensoriali e la precisa organizzazione
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BIBLIOGRAFIA - Il Metodo SaM (Sense and Mind) nel trattamento del DANV: presentazione di un caso clinico
- I) G. Rizzolatti, C. Sinigaglia, So quel che fai il cervello che agisce e i neuroni a specchio, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2006.
- II) V. Gallese, G. Lackoff, The brain’s concept, the role of sensory-motor system in conceptual structure, Università di Parma e della California, 2005.
- III) A. R. Damasio, Il sé viene alla mente. La costruzione del cervello
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APPENDICE - Il Metodo SaM (Sense and Mind) nel trattamento del DANV: presentazione di un caso clinico
Figura complessa di Rey ( 19/07/2012)
A Copia
B
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INTRODUZIONE - Il Gioco come Strumento Terapeutico nella Paralisi Cerebrale Infantile: considerazioni ed elementi connotativi
L’elaborato si
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Il gioco
Il ruolo del gioco nello sviluppo infantile
Negli anni, diversi autori hanno parlato del gioco, descrivendone il ruolo all’interno dello
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Neuropsicomotricità - Il setting in terapia e a casa: continuità e discontinuità
Il termine settingderiva dall’inglese “to set”,preparare una scena, mettendo in atto degli accorgimenti specifici. In riabilitazione il terapista “ambienta una scena” per ogni paziente e per ogni patologia. Con questo termine si intende primariamente l’insieme di regole e modalità attraverso cui lo specialista si prende cura ed entra in relazione con il paziente.
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Il Gioco come Strumento Terapeutico nella PCI - Progettazione ed attuazione dello studio
Scopo dello studio
Abbiamo evidenziato la valenza e l’utilità del gioco come strumento terapeutico all’interno della riabilitazione della paralisi cerebrale infantile, identificando gli elementi connotativi dell'attività ludica all’intero del setting terapeutico e nel contesto ambientale. Il gioco risulta lo strumento più adatto per supportare il piacere e la propositività del
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BIBLIOGRAFIA - ALLEGATI - Il Gioco come Strumento Terapeutico nella Paralisi Cerebrale Infantile
- Ambrosini C., Il gioco in terapia neuropsicomotoria in Manuale di terapia psicomotoria dell’età evolutiva, Napoli, Cuzzolin editore, 2008, 209-219
- Broggi F. e Scollo O., Il setting riabilitativo e il corpo del terapista come strumento d’interazione con il bambino in Fondamenti di riabilitazione in età evolutiva (a cura di Valente D.), Roma, Ed. Carocci, 2009,
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“Equitazione Terapeutica” - Dal mito alla Terapia
Essere meraviglioso difficilmente domabile, almeno nella propria essenza, è facilmente comprensibile come abbia conquistato un posto così rilevante nel corso dei secoli: che sia bianco come la luce a rispecchiare la divinità che incarna, oppure nero come gli inferi di cui pure si fa talvolta messaggero, che sia quindi legato all’acqua, al fuoco oppure all’aria nella quale vola
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Ippoterapia e Riabilitazione equestre
Cenni storici
L’ippoterapia si riferisce ad una applicazione a scopo terapeutico-educativo riabilitativo che fa uso del cavallo. Con nessun altro animale, l’uomo ha strutturato un rapporto più intensamente emotivo, affettivo e di condivisione esistenziale e simbolica come con il “suo cavallo”.
Fin dagli albori della civiltà il legame tra l’uomo ed il cavallo è
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Requisiti necessari all’applicazione dell’Equitazione Terapeutica
Nell’Equitazione Terapeutica le varie modalità riabilitative, spesso fra loro intersecate, non possono prescindere dalla valutazione di alcuni prerequisiti necessari alla sua applicazione, e che sono rappresentati dalle caratteristiche del cavallo, dal maneggio e dalle attrezzature speciali, all’equipe riabilitativa e dalla patologia specifica del paziente.
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Ippoterapia e riabilitazione equestre: La relazione Paziente - Cavallo - Terapista
La terapia psicomotoria si basa su tecniche di comunicazione non verbale che favoriscono l’espressione del corpo, in quanto le sue posizioni, i suoi movimenti, le sue tensioni e la sua mimica possono costruire un linguaggio innato, immediatamente compreso dall’altro che può aiutare il soggetto ad esprimersi. Si cerca quindi di migliorare l’interazione tra il corpo e le attività mentali ed
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Perché il cavallo? La fisiologia animale quale supporto alle tecniche di Riabilitazione Equestre
La necessità di instaurare un’ottimale interazione cavallo-uomo, intesa come binomio cavallo-paziente
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Ippoterapia: Benefici, Indicazioni e controindicazioni
Nel parlare di benefici, indicazioni e controindicazioni si deve tener conto di due vasti campi d’interesse neuropsicomotorio : effetti a livello fisico ed effetti a livello psicologico e relazionale.
Benefici fisici
L’assetto del cavaliere
Se vogliamo analizzare quali sono i benefici che un paziente può ottenere dalla Riabilitazione Equestre. è importante, per
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Ippoterapia - Esperienza presso il Centro di Riabilitazione Geo Agriturismo
In questo capitolo riporterò la mia esperienza personale, presso il Centro “Geo Agriturmo” di Caltanissetta, iniziata a Marzo 2010. Ho avuto l’occasione, e ringrazio per questo tutti coloro fanno parte del Centro, di approfondire le conoscenze su questa nuova realtà riabilitativa e di vedere da vicino i risultati che si possono ottenere con questa terapia. Di seguito riporto le
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Ippoterapia - Il punto di vista dei genitori
Parte 1: L'indagine statistica
La ricerca effettuata presso il Centro consiste in un'indagine finalizzata alla raccolta di dati statistici e fornire un quadro generale sui bambini che hanno scelto l’ippoterapia come intervento terapeutico.
Questa ricerca mira, inoltre, a capire quale sia il punto di vista dei genitori dei bambini disabili, cosa pensano a riguardo di questa
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Ippoterapia - Il punto di vista delle terapiste
Grazie all’esperienza, quasi annuale, svolta presso il Centro “Geo Agriturmo” è stato possibile osservare i possibili benefici della Riabilitazione Equestre da un punto di vista più professionale. Ciò è stato possibile grazie alla collaborazione e l’aiuto di Giusy e Dalila, due Psicomotriciste, e Giusy, una Psicologa, tutte e tre specializzate in Riabilitazione equestre tramite i
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Il punto di vista dei ragazzi: testimonianze di chi fa Riabilitazione Equestre
Nel parlare della mia esperienza non posso non raccontarvi ancor più da vicino ciò che provano in prima persona i ragazzi quando vanno a cavallo, e non solo. Sono ragazzi che pur presentando caratteri diversi, quando lavorano insieme si divertono e sono felici di dimostrare, grazie alle attività svolte, quello che valgono. Con due di loro, Giulio e Francesco, mi sono fermata a parlare dopo le
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Trattamento neuropsicomotorio: Introduzione - Dalla valutazione del profilo motorio all’intervento neuropsicomotorio
Le capacità coordinative sono influenzate da condizioni neurologiche, ambientali e psicologiche, da qui la necessità di offrire al bambino tutti gli stimoli necessari affinché si verifichi un buon funzionamento del sistema nervoso e in particolare dell’apparato senso-motorio e un’adeguata integrazione delle informazioni dei diversi sistemi percettivi. Ciò si traduce attraverso un’educazione
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Discussione e Conclusioni - Proposta per un intervento riabilitativo integrato nella presa in carico del paziente con Atrofia Muscolare Spinale (SMA) I
Discussione
Dall’analisi della letteratura sono emersi pochi studi riguardanti la pratica riabilitativa per i bambini affetti da SMA tipo I (19,26,28,29,32,35,43,48,49,53), soprattutto per quanto riguarda la riabilitazione neuropsicomotoria (19,26,28,29).
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L’intento di questo scritto è stato di analizzare il percorso di presa in carico riabilitativa dei bambini affetti da SMA -
Bibliografia - Proposta per un intervento riabilitativo integrato nella presa in carico del paziente con Atrofia Muscolare Spinale (SMA) I
- Arnold WD, Kassar D, Kissel JT. Spinal muscular atrophy: diagnosis and management in a new therapeutic era. Muscle Nerve. 2015 Feb;51(2):157–67.
- Russman BS. Spinal Muscular Atrophy: Clinical Classification and Disease Heterogeneity. J Child Neurol. 2007 Aug 1;22(8):946–51.
- Thomas NH, Dubowitz V. The natural history of type I (severe) spinal muscular atrophy.
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Revisione delle cartelle riabilitative dei bambini affetti da Atrofia Muscolare Spinale (SMA)
I seguiti presso l'ASO Città della Salute e della Scienza di Torino: metodologia della revisione
Per poter definire un percorso di presa in carico attuabile, in seguito alla revisione della letteratura, si è ritenuto importante osservare come venga impostato l'intervento riabilitativo dei bambini con SMA I nel presidio O.I.R.M. (Ospedale Infantile Regina Margherita) appartenente
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La valutazione e il trattamento riabilitativo neuropsicomotorio e respiratoria nell' Atrofia Muscolare Spinale (SMA)
La valutazione riabilitativa neuropsicomotoria e respiratoria nella SMA I
Alcune linee guida rispetto alla valutazione generale dei bambini con SMA I parlano di ulteriori ambiti di intervento (Tabella 1), come l'area gastrointestinale e dell'alimentazione, del linguaggio e quella cognitiva (17,19,26), aspetti da tenere in forte considerazione all'interno di un approccio che deve
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Proposta per un intervento riabilitativo integrato nella presa in carico del paziente con Atrofia Muscolare Spinale (SMA) I: l'esperienza dell'ospedale Infantile Regina Margherita
Premessa
La stesura di questo elaborato è scaturita dall'interesse di approfondire il ruolo e la specificità dell’intervento del Terapista della Neuro e psicomotricità dell'età evolutiva nella gestione
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PREFAZIONE - L’intervento Neuropsicomotorio Socio-Preventivo
Lo scopo di tale tesi di laurea è stato quello di ampliare sperimentalmente il campo di applicazione della pratica neuropsicomotoria preventivo-educativa con la finalità di utilizzarla: da una parte
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La Pratica Neuropsicomotoria Socio-Preventiva
Il quadro normativo
- Legge 285\97: "Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza".
Art. 3. (Finalità dei progetti)
- Sono ammessi al finanziamento del Fondo di cui all'articolo 1 i progetti che perseguono le seguenti finalità:
- a) realizzazione di servizi
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AGGRESSIVITÀ - Introduzione Teorica
Definizioni a confronto
Il concetto di aggressività è stato da sempre oggetto di studio nei più svariati campi della ricerca. A livello semantico il termine include un ampio insieme di idee e una vasta gamma di fenomeni che a loro volta riflettono gli orientamenti, talvolta contrastanti dei vari ricercatori. Definirla come mero comportamento caratterizzato da
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AGGRESSIVITÀ - Materiali e metodi
Scheda di Osservazione/Valutazione Neuropsicomotoria
ideata da G. Gison, E. Minghelli, V. Di Matteo
La scelta di utilizzare la scheda di osservazione/valutazione neuropsicomotoria (SON), nasce dall’esigenza di inquadrare in modo complessivo il funzionamento, le competenze e le abilità dei tre bambini scelti come casi clinici, nonché di individuarne i
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AGGRESSIVITÀ - I casi clinici
Metodologia di lavoro
Ai fini di individuare e sviluppare un progetto riabilitativo globale ma contemporaneamente centrato sull’approfondimento dei comportamenti aggressivi, si è scelto di analizzare i casi di G., K., e M..
I tre bambini, già in carico al servizio età evolutiva di Este, partecipano settimanalmente alle sedute di neuropsicomotricità, e mi è
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AGGRESSIVITÀ - Il progetto riabilitativo e la valutazione neuropsicomotoria - Risultati
IL PROGETTO RIABILITATIVO per il caso G.F.
In seguito all’analisi del caso, all’approfondimento delle valutazioni multidisciplinari, e all’osservazione neuropsicomotoria effettuata nel mese di Maggio, si propone, in accordo con l’equipe del servizio, il seguente progetto riabilitativo che tiene in considerazione i
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La figura del Terapista Della Neuro e Psicomotricita’ Dell’eta’ Evolutiva
Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva (TNPEE) è una figura professionale che svolge attività di abilitazione, riabilitazione e prevenzione nei confronti delle disabilità dell’età evolutiva (fascia di età 0 – 18 anni).
La cornice teorica all’interno della quale opera il TNPEE è rappresentata dal modello bio-psico-sociale della disabilità suggerito
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Aspetti percettivo-prassici e comunicazione: MATERIALI E METODI
Nello studio sono stati inclusi 8 bambini con diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico di età compresa tra i 3 e i 5 anni, presi in carico nel centro “Boggiano Pico” di Genova, nel periodo da settembre 2015 a marzo 2016. Tutti utilizzano il sistema PECS per comunicare essendo totalmente o parzialmente non vocali.
Lo studio è iniziato a settembre 2015 e personalmente ho creato
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LA SINDROME DI MOEBIUS: prognosi, diagnosi e terapia
Prognosi e Diagnosi
La sindrome di Moebius non ha carattere evolutivo, anche se ne derivano deficit morfologici e funzionali primari e secondari ed inoltre disfunzioni sia maggiori che minori durante lo sviluppo (“Dalla Diagnosi All’Intervento: analisi di casi clinici” di O. Picciolini, G. Lucco, G. Presezzi, C. Megliani, S. Castelletti, G. Mauceri, D. Clerici, F. Mosca,
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Approcci riabilitativi di tipo evolutivo
Intervento di sviluppo relazionale
RDI è un acronimo per Relationship Development Intervention, che, tradotto, significa Intervento per lo Sviluppo Relazionale.
Questa terapia è stata sviluppata dal Dr. Steven Gutstein e mira a risolvere i problemi di tipo relazionale e sociale presenti nelle persone ASD (= con un disturbo dello spettro autistico).
L’intervento si
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ICF-CY CHECKLIST 0-3 ANNI - Progettazione e attuazione dello studio
Parte seconda: Progettazione e attuazione dello studio
Materiali e metodiCampione
Per l’applicazione della ICF-CY checklist 0-3 anni si è individuato un campione di bambini di età compresa tra 0 anni e 2 anni e 11 mesi, con presa in carico abilitativa/riabilitativa neuromotoria presso i poli territoriali di Monza e di Lissone dell’U.O.N.P.I.A. dell’Azienda
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