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Deambulazione

La deambulazione in età evolutiva si riferisce alla capacità del bambino di camminare e muoversi in modo indipendente. Il cammino è una delle prime abilità motorie che i bambini sviluppano e rappresenta una pietra miliare importante nello sviluppo motorio.

Il bambino inizia a sviluppare la deambulazione intorno ai 9-18 mesi di età, iniziando con il rampicamento, poi lo stare in piedi con il supporto e infine il camminare con il supporto. A circa 12-18 mesi, la maggior parte dei bambini è in grado di camminare in modo indipendente.

Il cammino in età evolutiva è un processo complesso che coinvolge la coordinazione tra il sistema nervoso centrale, il sistema muscolo-scheletrico e il sistema sensoriale. La deambulazione richiede una buona forza muscolare, equilibrio e coordinazione.

Il cammino del bambino può essere valutato attraverso una valutazione clinica che include la valutazione della forza muscolare, della coordinazione e dell'equilibrio. I professionisti sanitari possono anche utilizzare strumenti di valutazione standardizzati per valutare lo sviluppo della deambulazione del bambino.

Il trattamento per la deambulazione in età evolutiva dipende dalle necessità specifiche del bambino. La terapia fisica e la terapia neuropsicomotoria possono essere utili per migliorare la forza muscolare, l'equilibrio e la coordinazione. Inoltre, l'utilizzo di strumenti di supporto, come le stampelle o le protesi, può essere utile per migliorare la deambulazione del bambino.

I genitori e gli insegnanti possono anche svolgere un ruolo importante nel supportare lo sviluppo della deambulazione del bambino. L'adozione di uno stile di vita attivo e la promozione dell'attività fisica possono aiutare il bambino a sviluppare la forza muscolare e l'equilibrio. Inoltre, l'adozione di strategie di insegnamento personalizzate, come l'utilizzo di giochi e attività motorie, può aiutare il bambino a sviluppare la coordinazione e l'equilibrio.

In sintesi, la deambulazione in età evolutiva si riferisce alla capacità del bambino di camminare e muoversi in modo indipendente. Il cammino è una pietra miliare importante nello sviluppo motorio e richiede una buona coordinazione tra il sistema nervoso centrale, il sistema muscolo-scheletrico e il sistema sensoriale. Il trattamento per la deambulazione in età evolutiva dipende dalle necessità specifiche del bambino e può includere la terapia fisica, la terapia neuropsicomotoria e l'utilizzo di strumenti di supporto.

  • ALLEGATI - Atrofia Muscolare Spinale (SMA)

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  • Atrofia Muscolare Spinale (SMA): Intervento Riabilitativo, Materiali e Metodi, Risultati

    INTERVENTO RIABILITATIVO

    Terapia fisica

    Dopo aver svolto una precisa osservazione, tramite scale di valutazione sia qualitative che quantitative che dopo verranno elencate, il terapista ha il compito di impostare un piano di trattamento, elencando gli obiettivi che vuole perseguire e quali strumenti utilizzare, modificabili in base al feedback che il paziente

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  • Atrofia Muscolare Spinale (SMA): LE NUOVE TERAPIE

    Definizione ed eziopatogenesi

    L’Atrofia Muscolare Spinale (SMA) definisce un gruppo di malattie neuromuscolari degenerative, caratterizzate da debolezza muscolare e atrofia, entrambe progressive. Queste caratteristiche sono dovute alla degenerazione ed alla perdita di funzione dei motoneuroni delle corna anteriori del midollo spinale e, nei casi più severi, dei nuclei del tronco

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  • Intervento di riabilitazione neuromotoria nel bambino con Paralisi Cerebrale Infantile (PCI)

    “ La riabilitazione è un processo complesso teso a promuovere nel bambino e nella sua famiglia la migliore qualità di vita possibile. Con azioni dirette ed indirette essa si interessa dell'individuo nella sua globalità fisica, mentale, affettiva, comunicativa e relazionale (carattere olistico) , coinvolgendo il suo contesto familiare, sociale ed ambientale (carattere ecologico). Si

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  • Il sistema visivo nello sviluppo del bambino ed importanza dell'intervento terapeutico

    LA FUNZIONE DELLA VISTA NELLO SVILUPPO MOTORIO DEL BAMBINO

    Lo sviluppo del comportamento motorio di ogni individuo è strettamente interconnesso con la maturazione di altre aree del funzionamento dell'organismo, come per esempio del livello percettivo e/o cognitivo. Di conseguenza, questi sistemi influenzano l'acquisizione delle stesse funzioni motorie: si tratta di un insieme di

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  • Le Paralisi Cerebrali Infantili (PCI) - Cenni storici, definizione, classificazione ed eziopatogenesi

    CENNI STORICI

    Il gruppo di disabilità neuromuscolari che oggi conosciamo come paralisi cerebrale è stato osservato fin dall'antichità, in quanto si hanno testimonianze di bambini affetti da patologie del movimento fin dall'antica Mesopotamia. Anche in epoca classica, presso la civiltà Greca e Romana, era pratica comune l'infanticidio per i bambini nati con deformità o menomazioni,

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  • APPRENDIMENTO in Età Evolutiva

    APPRENDIMENTO

    L’apprendimento designa il processo mediante il quale un certo comportamento viene acquisito o modificato; Apprendere significa modificare la struttura delle competenze possedute e i legami tra di esse, così da integrare progressivamente informazioni nuove, riorganizzando la mappa dei concetti già elaborati. Le fasi che determinano l’apprendere sono almeno tre: il

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  • LA VALUTAZIONE DEL CAMMINO - Presupposti teorici

    Neurofisiologia della funzione cammino

    I primi studi sul controllo nervoso del cammino sono di TG Brown e risalgono al 1911. Volti a identificare le strutture implicate nell’attivazione dei pattern di base del cammino, questi studi hanno dimostrato la presenza nei subprimati di reti neurali, contenute interamente nel midollo spinale, responsabili della generazione dei movimenti

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  • Le ORTESI sono degli apparecchi che aumentano, migliorano o controllano la funzione compromessa di parti corporee

    LE ORTESI

    Definizione

    Si definisce ortesi un presidio ortopedico che viene applicato direttamente al corpo del paziente in presenza dell’organo, apparato, struttura o sistema deficitario, insufficiente o inadeguato che si vuole assistere, vicariare o correggere (Boccardi e Lisoni, 1984) (13).

    Premessa

    Le ortesi costituiscono un importante mezzo educativo

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  • ABSTRACT - INTRODUZIONE - Valutazione della funzione cammino in due bambini con Diplegia Spastica che utilizzano un tutore multilivello

    Tesi di Laurea di: Michele GHIGO - Valutazione della funzione cammino in due bambini con Diplegia Spastica che utilizzano un tutore multilivello - Università degli Studi di Torino - Anno Accademico 2018-2019....

  • CASI CLINICI - Il modello SCERTS: incrementare la comunicazione e le competenze socio-emotive nel Disturbo dello Spettro Autistico

    Obiettivi

    Attraverso l’applicazione della Valutazione proposta dal modello SCERTS a due casi clinici con diagnosi di Autismo, questo lavoro si pone l’obiettivo di stabilire un profilo dei punti di forza e delle aree di bisogno per il bambino e per i suoi partner comunicativi, allo scopo di attuare strategie di intervento per favorire lo sviluppo delle competenze socio-pragmatico

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  • PROGETTO - Crescere insieme in Campania: una sperimentazione di interventi di sostegno alla genitorialità e servizi per bambini con Bisogni Educativi Speciali (BES)

    PROGETTO “CRESCERE INSIEME IN CAMPANIA” Crescere insieme in Campania intende rappresentare una risposta ai bisogni specifici e circostanziati di bambini di età compresa tra 0 e 6 anni, con particolare riguardo a situazioni di fragilità, delle loro famiglie e degli educatori che quotidianamente si occupano di loro. Il progetto prevede l’attivazione di percorsi di integrazione tra servizi

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  • IL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO

    Il Disturbo dello Spettro Autisticoè definito come un disordine complesso del neurosviluppo caratterizzato da compromissioni plurime nelle aree dell'interazione sociale reciproca e della comunicazione verbale e non-verbale, in presenza di un repertorio di comportamenti, attività ed interessi

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  • PSICOPATOLOGIA GENITORIALE E INSORGENZA DI UN ATTACCAMENTO INSICURO

    In presenza di psicopatologia genitoriale, ciò che il bambino sperimenta è, in base al tipo di disturbo, un senso di disinteresse, negligenza fisica ed emotiva, un'assenza di cure da parte dei genitori, o al contrario un interesse morboso ed intrusivo nonché un eccessivo controllo ed ansia sul bambino. Quello che si verrà a delineare sarà, dunque, uno specifico pattern di attaccamento

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  • Approccio Neuro e Psicomotorio ai Disturbi della Regolazione nelle Patologie dello Sviluppo

    Nel capitolo precedente si è parlato dei disturbi della regolazione e delle caratteristiche diagnostiche che li contraddistinguono, in questo capitolo, nell’ottica di definire meglio le caratteristiche funzionali del disturbo, in aggiunta a quelle più propriamente cliniche, si cercherà di mettere in luce gli aspetti più concreti relativi allo sviluppo di un bambino con un disturbo della

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  • ACQUATICITÀ E IDROKINESITERAPIA: l’uso dell’acqua in prospettiva evolutiva e terapeutica

    Premessa generale

    L’acqua è la molecola più diffusa in natura ed è costituita da un atomo di ossigeno legato covalentemente a due atomi di idrogeno. Le molecole d’acqua, grazie alla loro conformazione sono in grado di legarsi tra loro, portando così numerosi effetti e possibili reazioni chimico-fisiche.

    Un neonato, ad esempio ha un contenuto idrico che raggiunge il 75% del

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  • L’Esercizio Terapeutico Conoscitivo (E.T.C.)

    L’Esercizio Terapeutico Conoscitivo è un approccio riabilitativo neuro cognitivista nato a Pisa, negli anni ’70, dagli studi compiuti dal neurofisiologo clinico Carlo Perfetti, dal fisiatra-geriatra Gian Franco Salvini e collaboratori.

    Si ispira al modello neurofisiologico di Anokhin(18), che considera il comportamento motorio come risultante dello sviluppo di

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  • Il disturbo di coordinazione motoria

    INDICE PRINCIPALE

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  • Sviluppo tipico del bambino tra i 12 mesi e i 6 anni

    • Lo sviluppo sensomotorio
    • Lo sviluppo sensomotorio dalla nascita ai sei anni ...
    • Il trattamento post operatorio nel bambino con diplegia: materiali e metodi; valutazione iniziale; trattamento; valutazione post riabilitazione

      INTRODUZIONE ALLO STUDIO

      La paralisi cerebrale infantile (PCI) è definita come un gruppo di disturbi permanenti dello sviluppo del movimento e della postura, che causano una limitazione delle attività, attribuibili ad un danno permanente (non progressivo) che si è verificato nell’encefalo nel corso dello sviluppo cerebrale del feto, del neonato o del lattante. I disturbi

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    • Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) - DIPLEGIA - GAIT ANALYSIS

      PARALISI CEREBRALE INFANTILE  (PCI)

      La paralisi cerebrale infantile (PCI) è definita come un gruppo di disturbi permanenti dello sviluppo del movimento e della postura, che causano una limitazione delle attività, attribuibili ad un danno permanente (non progressivo) che si è verificato nell’encefalo nel corso dello sviluppo cerebrale del feto, del neonato o del lattante. I disturbi

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    • Valutazione dello sviluppo motorio dei bambini nati pretermine: Protocollo, Materiali e Metodi, Casistica e grafici Protocollo

      Il progetto è stato condotto da una Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva insieme ad un allievo tesista, nel periodo che va da Aprile ad Ottobre 2018. Il lavoro è stato svolto all’interno dell’U.O. di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Giannina Gaslini di Genova.

      Questo progetto si inserisce all’interno del programma di follow-up del neonato pretermine e a

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    • Disturbo / Disordine dello sviluppo della coordinazione

      Disturbo dello sviluppo della coordinazione

      Il Disturbo dello Sviluppo della Coordinazione è una comune condizione neuromotoria, che colpisce circa il 5%-6% dei bambini in età scolare, ma nonostante la sua prevalenza, può non essere riconosciuto dai professionisti della salute. (R Blank et al., 2012)

      Da un recente questionario online è risultato che solamente il 41% dei

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    • Valutazione e Trattamento dello Schema Corporeo

      La Valutazione dello Schema Corporeo in Neuro e Psicomotricità

      Come già affermato in precedenza non esiste una vera e propria batteria di test per la valutazione dello schema corporeo, risulta essere quindi necessario avvalersi di più test di valutazione, di singole scale di test più completi o di un'osservazione approfondita del paziente.

      Per quanto riguarda l'osservazione

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    • Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) e Schema Corporeo

      Paralisi Cerebrale Infantile (PCI) 

       

      Definizione e classificazioni

      Negli anni sono state date diverse definizioni per questo tipo di patologia; ad oggi la più condivisa a livello globale definisce la paralisi cerebrale infantile come “turba persistente (ma non immutabile) della postura e del movimento, dovuta ad alterazioni della funzione cerebrale durante le

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    • Schema Corporeo

      Evoluzione storica del concetto

      Innanzitutto va specificato che in passato si distinguevano: l'immagine corporea definita come rappresentazione mentale del proprio corpo, arricchita delle percezioni del vissuto, e lo schema corporeo concepito come rappresentazione mentale del corpo ovvero come entità spaziale, costituita sulle basi cognitive delle sensazioni somestesiche.

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    • Il progetto “Parent-Mediated intervention”

      L’idea del nostro progetto consiste nell’analizzare le valutazioni di sviluppo di alcuni dei bambini arruolati nel progetto “EPISTOP” e di altri bambini in follow-up già da prima che il progetto partisse, identificando le aree di sviluppo deficitarie e i profili di sviluppo non omogenei.

      Partendo da queste osservazioni è stato proposto alle famiglie un progetto di “parent- mediated

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    • Madre "sufficientemente buona”, nascita del desiderio, nuove acquisizioni motorie, i divieti, i capricci, il “no”

      UNA PROGRESSIVA DISILLUSIONE

       

      Le risposte non immediate che rientrano nell’essere “sufficientemente buona” da parte della madre

      Se in un primo periodo l’onnipotenza del bambino (volere e ottenere tutto subito) è alimentata da quella che si potrebbe definire onnipotenza materna (poter dare tutto subito), in un secondo tempo (indicativamente tra le 6 e le 8

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    • Aspetti generali della Trisomia 21 detta anche Sindrome di Down (SD)

      Aspetti genetici

      Tra le innumerevoli alterazioni genetiche attualmente conosciute, la Trisomia 21 si pone tra le più frequenti, rappresentando il principale fattore eziologico di disabilità intellettiva. Essa è un’anomalia cromosomica di tipo autosomico non ereditario, determinata da un eccesso di DNA nella dotazione genetica individuale, più precisamente dalla presenza di una copia

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    • La Comunicazione

      Definizione

      La comunicazione può essere definita come l’attività che permette di trasmettere informazioni mediante simboli, scambio di idee, sentimenti, intenzioni, atteggiamenti. Comprende qualsiasi comportamento verbale o non verbale (intenzionale o non intenzionale) che influenza l’atteggiamento, le idee e le attitudini di un altro individuo. La comunicazione è fondamentale per

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    • Disturbi di Regolazione in bambini con Autismo - Esperienze personali - Le scale di valutazione - Il trattamento - I pazienti

      Esperienze personali

      Introduzione

      L’obiettivo di questo lavoro è quello di evidenziare la presenza di disturbi della regolazione e la loro evoluzione in bambini affetti da DPS. A questo scopo è stata somministrata una checklist dei sintomi che valuta il funzionamento in alcune aree, che possono essere deficitarie in questa patologia, di cinque piccoli pazienti che svolgono

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    • Presentazione del caso clinico - Favorire la comunicazione nella Sindrome di Mowat Wilson
      • Nome: Giulio
      • Data di nascita: 24/11/2004
      • Diagnosi: Sindrome di Mowat Wilson
      • Test cognitivo Leither-R: QI 58

       

      Anamnesi

      Giulio nasce a termine da gravidanza normodecorsa da genitori sani e non consanguinei (PN 2790gr, L49 cm, CC 32 cm) con fratello maggiore sano. Alla nascita si riscontra criptorchidismo

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    • CASI CLINICI - Caratteristiche della relazione madre-bambino in bambini con disturbi del Neurosviluppo in corso di trattamento riabilitativo

      CASISTICA E METODOLOGIA

      Sono stati seguiti due casi, entrambi di sesso maschile, un bambino di 11 mesi e l’altro di 12 mesi. Al primo bambino è stata diagnosticata una Lissencefalia di tipo 1 con anomalie del gene LIS1, il secondo caso clinico è ancora in fase di accertamento diagnostico per la sindrome di Silver Russell.

      Entrambi i bambini sono stati valutati e seguiti

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    • Gli indicatori di rischio delle competenze relative all’apprendimento - Progettazione ed attuazione dello studio ...
    • CONCLUSIONI - Il dispendio energetico nei bambini con Patologia Neuromotoria

      I pochi soggetti registrati e la grande eterogeneità dei loro quadri clinici non ha consentito analisi statistiche ma solo report individuali e qualche commento conclusivo. Tuttavia l’analisi dei risultati ottenuti mediante l’elaborazione dei dati spazio-temporali, rilevati durante le performance motorie, può permettere, pur nella limitatezza del numero molto piccolo di soggetti studiati,

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    • Analisi del pattern di deambulazione di bambini con disabilità neuromotoria attraverso un sensore magnetico/inerziale G-SENSOR ®

      Introduzione

      Scopo di questo studio era quello di verificare se attraverso un sensore commerciale (G-SENSOR ® BTS Italia) a basso costo era possibile valutare l’efficacia, l’efficienza ed il consumo energetico durante la deambulazione in un gruppo eterogeneo di bambini affetti da differenti forme e tipi di patologie neuromotorie.

      Strumentazione

      Il G-SENSOR ® è un

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    • La valutazione della funzione cammino - Introduzione alla gait analysis e fondamenti di cinesiologia del movimento

      Da ormai tre decadi la gait analysis si è affermata come l’unica metodica di analisi del movimento largamente utilizzata in clinica. Il perché del cammino come strumento di indagine è dovuto principalmente a due fattori: in primis tale funzione è quella che meglio identifica l’autonomia del paziente nel contesto di vita quotidiano e come secondo ma non meno importante motivo la deambulazione

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    • Cenni teorici sulle patologie neuromotorie in età evolutiva - La Paralisi Cerebrale Infantile: definizione e principali fattori causali

      L’attuale definizione di Paralisi Cerebrale Infantile elaborata da Rosenbaum nel 2006, ci parla di “un gruppo di disturbi permanenti dello sviluppo del movimento e della postura, che causano una limitazione delle attività, attribuibili ad un danno permanente (non progressivo) che si è verificato nell’encefalo nel corso dello sviluppo cerebrale del feto, del neonato o del lattante. I

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    • INTRODUZIONE - Il dispendio energetico nei bambini con Patologia Neuromotoria

       Alessandro CIULLI - Il dispendio energetico nei bambini con Patologia Neuromotoria

      Il cammino è una funzione locomotoria di fondamentale importanza nella vita di ogni individuo. Esso rappresenta una delle principali

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    • Inquadramento teorico: Il comportamento adattivo; Il flusso migratorio negli ultimi anni; La paralisi cerebrale infantile

      Il flusso migratorio negli ultimi anni

      Il comportamento adattivo

      Il costrutto teorico del Comportamento Adattivo esprime l’interazione dell’individuo con il proprio ambiente. Esso riguarda le attività che un soggetto deve quotidianamente

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    • Caso Clinico - Le Mucopolisaccaridosi

      A.M. È un paziente affetto da Mucopolisaccaridosi I, nello specifico sindrome di Hurler.

      Nato il 07/05/2007 alla 38esima settimana di gestazione da parto cesareo con un peso di 3,150 kg, aveva già ricevuto diagnosi di piede torto bilaterale al quinto mese di gravidanza, risoltasi alla nascita con l'ausilio di plantari. I genitori hanno riferito che le tappe dello sviluppo psicomotorio

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    • CASI CLINICI - Imitazione e Autismo

      Il presente lavoro si pone come obiettivo quello di andare ad analizzare come in bambini con spettro autistico, l’imitazione attiva e passiva, possa andare a modificare il loro modo di interagire con gli altri.

      Sono stati presi in esame quattro bambini, in trattamento presso il Centro di Riabilitazione ex art.26 Legge 833/1978- ASL 1 Abruzzo- L’Aquila, ai quali è stata posta la

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    • Il lavoro e la somministrazione dei test - Favorire un’armonica integrazione delle Caratteristiche Sensoriali

      Il lavoro si è svolto presso l’ U.O. di Medicina Fisica e Riabilitazione dell’Istituto Giannina Gaslini di Genova, diretta dal Dott. Paolo Moretti  e presso l’ U.O di Patologia Neonatale diretta dal Dott. Luca Antonio Ramenghi a partire dal mese di Maggio 2016 fino al mese di Ottobre 2016.

      Il lavoro ha incluso lo studio di 11 bambini nati a termine e 17 bambini

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    • La condivisione con la famiglia di strategie neuropsicomotorie

      I genitori, giocano un ruolo essenziale come partecipanti attivi nell’ambito dell’ intervento precoce e per l’individualizzazione degli obiettivi del trattamento  e dei bisogni specifici dei loro bambini (Humphry, 1989; Majnemer, 1998; Simeonsson et al,; 1995).

      La famiglia deve essere vista come l’elemento basilare e costante all’interno della vita di un bambino. I genitori sono

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    • INTRODUZIONE - I Disordini Neurosensoriali nelle Encefalopatie Epilettiche: intervento riabilitativo nelle epilessie miocloniche severe (Sindrome di Dravet)

      I Disordini Neurosensoriali nelle Encefalopatie Epilettiche: intervento riabilitativo nelle epilessie miocloniche severe (Sindrome di Dravet) - Francesca ORSINI

      La Sindrome di Dravet non può essere considerata, come in

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    • Sindrome di Dravet - Esperimento Clinico: applicabilita’ dell’ipotesi

      Applicabilita’ dell’ipotesi

      Quanto espresso nei capitoli precedenti è frutto di un attento studio della letteratura scientifica, rielaborato creativamente in relazione alla maggiore esperienza Neuropsicomotoria. Secondo il metodo scientifico, però, ad ogni ipotesi deve seguire un esperimento riproducibile ed infine una tesi conclusiva, in modo che il risultato sia provato,

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    • CONCLUSIONI - I Disordini Neurosensoriali nelle Encefalopatie Epilettiche: intervento riabilitativo nelle epilessie miocloniche severe (Sindrome di Dravet)

      Dal pensiero al gesto, e poi la parola, considerazioni riguardanti la costellazione dell’outcome

      Sin dalla scoperta della patologia e di ciò che essa comportava al livello clinico, si è manifestata una tendenza a descrivere l’outcome di questi pazienti come catastrofico. Il quadro clinico, infatti, prevedeva quasi invariabilmente un Ritardo Mentale di tipo Grave, necessariamente

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    • Ipotesi Riabilitativa nelle Epilessia Mioclonica Severa dell'Infanzia (EMSI) - Sindrome di Dravet

      Perché la riabilitazione?

      In assenza di una concreta possibilità di controllare l’epilessia né di comprendere –e conseguentemente correggere- lo specifico meccanismo alla base dell’encefalopatia di Dravet, a causa dei disturbi Neurosensoriali, Neuromotori, Neuropsicologici e Neurocognitivi che frequentemente si associano alla Sindrome, si devono necessariamente aprire le frontiere

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    • Le caratteristiche della Sindrome di Dravet

      Nonostante la scarsità di materiale scientifico riguardante l’aspetto clinico della Sindrome di Dravet, è comunque possibile individuare in letteratura i punti di debolezza e i punti di forza che stabilmente si trovano in questo tipo di pazienti e che è fondamentale conoscere prima di intraprendere un percorso Riabilitativo. Come il Medico infatti deve sapere cosa aspettarsi dal paziente

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    • La Sindrome di Dravet (SD)

      Definizione

      La Sindrome di Dravet è una rara ma grave forma di encefalopatia epilettica, che ha un forte impatto sullo sviluppo Neurologico e psicomotorio. L’esordio avviene in età infantile ed è caratterizzato da differenti tipi di crisi epilettiche, che possono prolungarsi fino ad episodi di status epilepticus. Secondo la classificazione dell’International League Against Epilepsy

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    • Valutazione e trattamento dei casi clinici - Le Funzioni Esecutive in Età Evolutiva

      I casi clinici presi in esame sono rappresentati da tre soggetti di sesso maschile che comprendono una fascia di età che va dai 6 agli 8 anni.

      Due bambini (Caso A e Caso B) hanno frequentato la classe prima elementare nell’anno scolastico 2015/2016 e pertanto da settembre si trovano in seconda, mentre il terzo soggetto (Caso C) è entrato in prima elementare a partire da settembre del

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    • Il DANV e il Metodo S.a.M: presentazione di un caso clinico

      Introduzione

      In questo capitolo vorrei approfondire le modalità di valutazione ed impostazione del trattamento del disturbo di apprendimento non verbale con il metodo S.a.M. Presenterò quindi un caso clinico osservato durante il mio tirocinio presso il centro riabilitativo Ronzoni-Villa di Seregno della Fondazione Don Carlo Gnocchi

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    • Metodo Sense and Mind (SaM®)

      Cos’è

      Il metodo S.a.M. è un metodo riabilitativo che vuole accompagnare l’individuo ad appropriarsi, o riappropriarsi, consapevolmente della propria organizzazione spaziale usando il corpo come primo motore della conoscenza.

      Si rivolge a bambini e adulti con disarmonia nell’integrazione percettivo-motoria, difficoltà di costruzione e di utilizzo delle immagini mentali,

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    • Lo spazio come medium

      E’ alla base della neuropsicomotricità che mente e corpo non sono due entità distinte e che ogni conoscenza non può prescindere dall’esperienza corporea; questo è stato recentemente confermato dalle nuove scoperte neuroscientifiche, quali i neuroni specchio e canonici ( I ), e la conseguente teoria dell’embodied cognition.  Infatti la conoscenza che abbiamo del mondo reale, anche quella che

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    • Correlazione tra le forme di Paralisi Cerebrale Infantile e il gioco

      All’interno della paralisi cerebrale infantile sono presenti forme cliniche con caratteristiche molto diverse tra di loro, le quali possono raggiungere un livello di sviluppo del gioco differente. Di seguito, partendo dalla classificazione proposta dal gruppo Ferrari-Cioni (2010), vengono illustrate tre tabelle riassuntive gli elementi connotativi delle tre diverse forme di paralisi cerebrale

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    • Ippoterapia: Benefici, Indicazioni e controindicazioni

      Nel parlare di benefici, indicazioni e controindicazioni si deve tener conto di due vasti campi d’interesse neuropsicomotorio : effetti a livello fisico ed effetti a livello psicologico e relazionale.

      Benefici fisici

      L’assetto del cavaliere

      Se vogliamo analizzare quali sono i benefici che un paziente può ottenere dalla Riabilitazione Equestre. è importante, per

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    • Requisiti necessari all’applicazione dell’Equitazione Terapeutica

      Nell’Equitazione Terapeutica le varie modalità riabilitative, spesso fra loro intersecate, non possono prescindere dalla valutazione di alcuni prerequisiti necessari alla sua applicazione, e che sono rappresentati dalle caratteristiche del cavallo, dal maneggio e dalle attrezzature speciali, all’equipe riabilitativa e dalla patologia specifica del paziente.

       

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    • Profili di Sviluppo Motorio nello Sviluppo Atipico

      Disturbi dello Spettro dell’Autismo

      Definizione

      “L’autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine dello sviluppo, biologicamente determinato, con esordio nei primi tre anni di vita. Le aree prevalentemente interessate sono quelle relative alla comunicazione sociale, all’interazione sociale reciproca e al gioco funzionale e simbolico”. (ISS-SNLG,

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    • Lo sviluppo motorio dai 3 ai 6 anni

      Il movimento è l’espressione vitale per eccellenza, permette lo spostamento, la conoscenza di ciò che ci circonda, di quello che possiamo fare e delle possibilità di relazione, ed è il motore del nostro comportamento, poiché implicato in ogni attività percettiva (Colina, 2015).

      Studi neurofisiologici vanno a dimostrare che disponiamo di recettori-anticipatori capaci di produrre

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    • L’ Atrofia Muscolare Spinale (SMA, Spinal Muscular Atrophy)

      L’atrofia muscolare spinale (SMA, Spinal Muscular Atrophy) è una malattia neuromuscolare ereditaria autosomica recessiva che comporta la degenerazione dei motoneuroni presenti nelle corna anteriori del midollo spinale. Il quadro clinico è caratterizzato da atrofia muscolare e debolezza simmetrica progressiva che colpisce gli arti inferiori (AAII) più dei superiori (AASS), i muscoli prossimali

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    • Aspetti percettivo-prassici e comunicazione: MATERIALI E METODI

      Nello studio sono stati inclusi 8 bambini con diagnosi di Disturbo dello Spettro Autistico di età compresa tra i 3 e i 5 anni, presi in carico nel centro “Boggiano Pico” di Genova, nel periodo da settembre 2015 a marzo 2016. Tutti utilizzano il sistema PECS per comunicare essendo totalmente o parzialmente non vocali.

      Lo studio è iniziato a settembre 2015 e personalmente ho creato

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    • Progetto Riabilitativo nella Sindrome di Moebius

      Casistica

      Il campione è costituito da 2 bambine, della stessa età circa ( 3 e 4 mesi), a cui è stata fatta la diagnosi di Sindrome di Moebius. Entrambe, attraverso percorsi differenti, sono arrivate presso il nostro centro, il Dipartimento  di Pediatria e Neuropsichiatria Infantile (UOC B) di Roma “La Sapienza”, dove è avvenuta la loro presa in  carico.

      I due casi si sono

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    • LA SINDROME DI MOEBIUS: prognosi, diagnosi e terapia

      Prognosi e Diagnosi

      La sindrome di Moebius non ha carattere evolutivo, anche se ne derivano deficit morfologici e funzionali primari e secondari ed inoltre disfunzioni sia maggiori che minori durante lo sviluppo (“Dalla Diagnosi All’Intervento: analisi di casi clinici”  di O. Picciolini, G. Lucco, G. Presezzi, C. Megliani, S. Castelletti, G. Mauceri, D. Clerici, F. Mosca,

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    • INTRODUZIONE - Comportamenti non sociali nei Disturbi dello Spettro Autistico

      copertina-tesi-cristiana-pacilio

      Definizioni

      La parola autismo deriva dal greco autòs che significa “se stesso” proprio perché, come modello particolare di struttura

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    • CONCLUSIONI - Oltre la diagnosi: il circolo virtuoso del gioco

      Precisazioni metodologiche

      Per sette mesi ho assistito e partecipato alla terapia neuropsicomotoria individuale di G., condividendone i progressi, le regressioni transitorie, lo spazio e il tempo della seduta. Ho cercato di cogliere, con occhio vigile e mente attenta, ogni cambiamento intervenuto, di carpire i dettagli del processo che andava definendosi e dispiegandosi. Se,

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    • Il progetto Educativo-Riabilitativo di soggetti con Sindrome di Down

      Linee generali del trattamento

      Come abbiamo visto lo sviluppo neuropsichico del soggetto con sindrome di Down ha delle sue caratteristiche peculiari e come quello di qualsiasi altra persona è condizionato e determinato da molti fattori che interagiscono tra di loro. Abbiamo rilevato, inoltre, l’importanza dell’incidenza dei fattori ambientali e cognitivi sul patrimonio genetico,

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    • Terzo stadio: dal nono al diciottesimo mese

      Il periodo dai nove ai diciotto mesi è dominato dall’acquisizione della deambulazione autonoma. Con questa viene definitivamente superata la “schiavitù della stasi”. Il bambino diventa padrone del suo corpo e della sua motricità e si lancia alla conquista dello spazio intorno a lui e anche più lontano. Finalmente il mondo circostante, perennemente tentatore e

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    • Secondo stadio: dal terzo al nono mese

      Il periodo che va dai tre ai nove mesi vede l’emergere e l’affermarsi di funzioni altrettanto importanti di quelle affiorate in precedenza e fondamentali dello sviluppo ontogenetico. L’attività riflessa prosegue la sua graduale attenuazione fino all’estinzione, la quale si compie intorno ai sei-sette mesi. Spesso alcune delle attività primitive sembrano

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    • Lo schema corporeo

      Il primo oggetto che il bambino percepisce è il proprio corpo: benessere e dolore, attuazione di movimenti e di spostamenti, sensazioni visive e uditive ecc., e questo corpo è il mezzo dell’azione, della conoscenza e della relazione. 

      La costruzione dello schema corporeo, ossia l’organizzazione delle sensazioni

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    • Casi Clinici - La valutazione del funzionamento adattivo nei bambini con disabilità intellettiva

      Nell’ultimo anno ho avuto la possibilità di seguire 3 bambini con disabilità intellettiva presso la struttura di Neuropsichiatria Infantile della ASL 4 di Rapallo. Nello specifico, si tratta di bambini in età pre-scolare con ritardo cognitivo e scarso funzionamento adattivo. Ho somministrato le scale Vineland alla terapista che ha in carico i bambini al fine

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    • Caso clinico A - Strategie Visive e CAA in diversi casi clinici: Autismo e Disabilità Intellettiva

      Di seguito riporto tre casi clinici aventi diverse età, con patologie di Disabilità Intellettiva e Disturbi dello Spettro Autistico. Tutti e tre i casi presentano deficit nella comunicazione e pertanto è opportuno utilizzare con loro le Strategie Visive e la CAA. Grazie a questi tre casi è stato possibile osservare come i vari metodi possano essere utilizzati

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    • Caso clinico F - Strategie Visive e CAA in diversi casi clinici: Autismo e Disabilità Intellettiva

      Caso clinico F.

      F. è un bambino di 11 annidi nazionalità equadoregna figlio di genitori sposati e poi separati, con diagnosi di Autismo in carico alla struttura dall'età di 5 anni.

      Dalla storia personale e

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    • Caso clinico R - Strategie Visive e CAA in diversi casi clinici: Autismo e Disabilità Intellettiva

      Caso clinico R.

      R. è una bambina di 6 anni, di nazionalità albanese nata in Italia, giunta in osservazione presso la struttura all'età di 4 anni e 5 mesi in merito a Disturbo Pervasivo di Sviluppo. Dopo un periodo di osservazione del

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    • Revisioni su alcune delle principali Terapie Alternative e Complementari nella riabilitazione delle PCI

      Nel capitolo seguente verranno presentate alcune delle principali terapie alternative e complementari utilizzate nella riabilitazione delle PCI, analizzando per ciascuna le basi teoriche e le prove di efficacia; il tutto è attinto dalla letteratura scientifica e dal Congresso intersocietario SINPIA-SIMFER tenuto a Bologna nel giugno 2010.

       


       

      Metodo ADELI suit

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    • Le Paralisi Cerebrali Infantili

      Cenni storici

      Un chirurgo ortopedico inglese, William John Little, in un suo lavoro del 1862 presentato all'Ostetrical Society of London ha fornito la prima descrizione di Paralisi Cerebrale Infantile:“rigidità spastica tipo tetano e una distorsione delle gambe del neonato” [1]. Successivamente Sigmund Freud nel suo “Die infantile cerebrallahmung” nel 1897 descrive i possibili

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    • La voce udita nella vita fetale, in principio era il suono

      In passato si pensava che il feto non fosse in grado di utilizzare i propri organi di senso e che questi potessero funzionare solo dopo la nascita. Il feto era visto come un essere psichicamente indifferenziato, incapace di vivere esperienze sensoriali proprie [2].

      Questo tipo di concezione statica è stata poi sostituita da una più dinamica: grazie al progresso tecnologico e agli

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    • Anamnesi e informazioni cliniche - Il caso di N.

      N. è nato il 9 gennaio 2008 da una prima gravidanza normodecorsa con parto spontaneo eutocico espletato alla 38° settimana. Il peso alla nascita era 3600 g, lunghezza 50 cm, circonferenza cranica 34 cm e indice di Apgar 9-10.

      È stato eseguito un tampone vaginale che è risultato positivo per infezione da Streptococco, per cui madre e bambino hanno effettuato una terapia antibiotica. È

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    • Applicazione della scheda Berti-Comunello

      Competenze del bambino

       

      Competenze motorie

      Per quanto riguarda la motricità di base, N. ha acquisito tutte le competenze in modo adeguato all’età: esegue i passaggi posturali con facilità e senza bisogno di aiuto o di appoggi, gli spostamenti vengono effettuati utilizzando un

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    • Dati Anamnestici - Jessica

      Jessica è la secondogenita di un parto gemellare, nata a Sarno nel settembre del 1990.

      Il padre è morto (per un infarto miocardio) quando la piccola aveva 3 mesi e, a quanto racconta la madre, si trovava in braccio al padre quando è accaduto.

      La madre ha 37 anni, disoccupata ed analfabeta. I fratelli godono di a.b.s.. Nell'anamnesi familiare si riscontra che un fratello della

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    • Il Ritardo Psicomotorio - Analisi di un "Caso Clinico" - Anamnesi e Osservazione

      M. ha attualmente 4 anni e mezzo, ha cominciato il percorso terapeutico (psicomotricità) all'età di 3, con una diagnosi d'entrata di "Ritardo dello Sviluppo Psicomotorio" e Difficoltà Relazionali. La terapia logopedica è stata avviata più tardi, all'età di quasi 4 anni.

      Dalle informazioni raccolte, emerge:

      • allattamento artificiale (non si è attaccato al
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    • Il Ritardo Psicomotorio - Aspetti Clinico-Descrittivi

      Il ritardo di sviluppo psicomotorio può essere definito in termini generici come la mancata acquisizione di adeguate competenze posturali, cognitive, affettive e/o linguistiche in rapporto all'età cronologica.

      Tale quadro di ritardo molto spesso rappresenta la manifestazione iniziale, il sintomo precoce, di sindromi complesse, quali Insufficienze Mentali, Kinesipatie encefaliche,

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    • LO SVILUPPO PSICOMOTORIO - Aspetti Descrittivi

      lo sviluppo neuro e psicomotorio del Bambino

      Per un corretto approccio alla diagnosi precoce risulta evidente la necessità di conoscere il bambino e il suo

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    • II Caso - Iperattività o ADHD - Anamnesi personale

      V. è nato 16/09/1994 da padre custode e madre casalinga .

      Nato a termine da gravidanza normocondotta ; il parto programmato per scelta della madre.

      Alla nascita pesava Kg 3.850, fu messo in incubatrice.

      Il primo sorriso si è avuto a 3 mesi, il controllo del capo a 3 mesi, posizione seduta a 7 mesi, la deambulazione a 16 mesi, le prime parole a 12 mesi, il controllo

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    • I Caso - Iperattività o ADHD - Anamnesi personale

      G. è nato da gravidanza a termine il 13/01/1994, da madre casalinga e padre fruttivendolo.

      Il parto è stato normocondotto con un travaglio di 18 ore.

      Alla nascita pesava Kg 3.000, aveva un colorito cianotico ed il primo vagito non fu immediato in quanto ebbe una grande sofferenza neonatale. Fu messo in incubatrice e si ebbero tre episodi di convulsione neonatale.

      Ha

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    • Decorso - Il Disturbo da Deficit di Attenzione / Iperattività o ADHD

      La maggior parte dei genitori osserva dapprima un'eccessiva attività motoria quando i bambini muovono i primi passi, che spesso coincide con lo sviluppo della deambulazione indipendente.

      In ogni modo, poiché molti bambini iperattivi a quest'età non svilupperanno poi un Disturbo da Deficit d'Attenzione/ Iperattività, si dovrebbe usare cautela nel fare questa diagnosi nei primi anni di

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    • L'AUTISMO

      L'AUTISMO

      Dott. Marco Valerio Benvenuti

      Che cos’ è l'Autismo

      Autismo deriva dal greco "αὐτός" che significa "se Stesso". Il

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    • Atassie – Plasticità cerebrale – Riabilitazione – Funzioni cognitive. Mai dire: “Non c’è nulla da fare!” – Sentieri di riabilitazione cognitiva

       

      I saperi clinici, la Neurologia e la Medecina Riabilitativa,
      continuano a utilizzare metodi superati, costosi e poco efficaci.
      É una tragedia che rinchiude molti ammalati nel loro handicap.

      P. BACH-Y-RITA

       


       

      Benché completamente ignaro di

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    • Bambini affetti da Disturbi dello Spettro Autistico - Storia clinica dei casi in esame e trattamento riabilitativo

      Obiettivi di lavoro

      Questo strumento è stato somministrato alle madri di quattro bambini, in carico nel reparto di NPI dell’Ist. C. Golgi di Abbiategrasso a Milano . La somministrazione è stata effettuata in due diverse occasioni:

      • La prima volta è stato richiesto ai genitori di ricordare le caratteristiche indagate tramite la Scala al
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    • Lo spazio e il movimento - STUDI RECENTI - Aree cerebrali coinvolte nella codifica spaziale

      I primi studi sullo sviluppo delle abilità spaziali sostenevano che avvenisse uno shift con l'età, dall'uso di rappresentazioni egocentriche a quelle allocentriche.

      In realtà, come dimostrato da studi più recenti, questi due tipi di decodifica spaziale sarebbero interagenti sia nel bambino che nell'adulto anche se uno dei due risulta comunque essere quello dominante.

      Un

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    • La Paralisi Cerebrale Infantile - CLASSIFICAZIONI - Hagberg e al. (1975), Rosembaum e al.(2007), Ferrari-Cioni (2010)

      La continua evoluzione del concetto di PCI e l'estrema eterogeneità dei quadri clinici ha dato origine a numerosi modelli di classificazione.

      I primi tentativi di classificazione furono mossi da alcuni anatomopatologi che cercarono di correlare le diverse forme di PCI unicamente alla etiologia delle lesioni cerebrali: il limite di questo tipo di correlazione, sottolineato anche da S.

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    • Utilizzo di ausili nei programmi di riabilitazione infantili - 27 11 2010 - Napoli

      affidabileTitolo del corso: Utilizzo di ausili nei programmi di riabilitazione infantili
      Data Inizio:  27 11 2010

      Obiettivi

      Teorici: acquisire conoscenze teoriche e aggiornamenti in tema di:
      A ) ausili tecnici e programmi

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    • Elaborazione dei dati spaziali e sviluppo cognitivo degli ipovedenti

      L’ipovisione ha una notevole incidenza su tutto ciò che concerne all’elaborazione cognitiva dello spazio, sia che si tratti delle acquisizioni sensomotorie elementari sia delle rappresentazioni simboliche di più alto livello. Queste difficoltà derivano  dalle caratteristiche dei due sistemi percettivi che prendono in carico la conoscenza dello spazio: l’ udito e il tatto.

      L’ udito è

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    • La Conquista dello Spazio Attraverso il Corpo

      1° mese Spazio Corporeo

      L’ambiente familiare si troverà fin dall’inizio nella situazione di adattare gli stimoli e il ritmo giornaliero delle attività al ritmo biologico e alla modalità di risposta del neonato; se l’adattamento sarà adeguato si determinerà la soddisfazione delle necessità biologiche e nasceranno i primi rapporti positivi tra la madre e il

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    • LE FASI DELLA STRUTTURAZIONE - Evoluzione dello schema corporeo

      L’organizzazione dello schema corporeo inizia a partire dal corpo della madre e dal proprio corpo che uniti nel periodo della gravidanza, alla nascita si presentano separati e saranno percepiti così dal bambino non subito ma dopo un periodo di iniziale indifferenziazione.

      Ma nulla vieta di immaginare tale esordio già nell’embrione, ai confini con i primissimi stadi della

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    • Approccio Terapeutico nelle Sindrome di Prader Willi

      L'ipotalamo svolge un ruolo importante nella regolazione dell'appetito, nella sensibilità al dolore, nella temperatura corporea e nel ciclo sonno/veglia, tutte attività che nei pazienti affetti da PWS possono risultare alterate. Esso influenza inoltre le emozioni e la memoria a breve termine. Le conseguenze comportamentali di queste anomalie, tuttavia non si manifestano clinicamente fino

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    • La POSIZIONE ERETTA (stare in piedi), il CRUISING (Navigazione costiera), i PRIMI PASSI e il CAMMINARE: un mondo nuovo per il bambino

      Camminare - la deambulazione

       

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    • GMFM Cross Motor Function Measures

      Cross Motor Function Measures È una scala di valutazione delle competenze posturali e motorie. Il GMFM è costituito da 88 voci che si riferiscono a specifiche abilità motorie, suddivise in cinque aree (o dimensioni):

      1. posizione supina e rotolamento;
      2. posizione seduta;
      3. andatura carponi;
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    • Osservazione del I° caso affetto da Emiplegia

      Osservazione d'ingresso del I. caso

      Dall'anamnesi personale si rileva una probabile sofferenza perinatale. (Q.I. 73)
      La bambina deambula autonomamente con piede dx in equino dinamico, effettua tutti i passaggi posturali mostrando una preferenza dell'emilato Sx: afferra gli oggetti con la mano Sx ed utilizza la Dx esclusivamente come appoggio (a Sx la prensione e di tipo pinza

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    • Inquadramento diagnostico e anamnesi dei casi clinici con Paralisi Cerebrale Infantile


       

      • I. Caso

      • II. Caso

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