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Il Questionario ai Genitori è uno strumento per indagare la presenza di fattori di natura sociale, economico e culturale che possano influenzare, positivamente e/o negativamente, lo sviluppo del bambino

Questionario ai Genitori

Il Questionario ai Genitori nasce come strumento per indagare la presenza di fattori di natura sociale, economico e culturale che possano influenzare, positivamente e/o negativamente, lo sviluppo del bambino. Diversi studi hanno dimostrato come i fattori socio-economici, tra cui il livello d’istruzione e l’impiego lavorativo, siamo spesso correlati a disturbi medici. Persone che provengono da una classe sociale meno abbiente hanno una probabilità minore di utilizzare i servizi per la cura prenatale (PT D’ascoli et al., 1997); mentre presentano una più alta probabilità di far nascere bambini prematuri o con basso peso alla nascita. (J Edward et al., 1994)

Il Questionario ai Genitori si compone di 11 domande, a risposta chiusa, così da facilitare la raccolta dei dati, rendere più immediata la comprensione del questionario, ed avere uno strumento snello ed agevole da somministrare. Il questionario viene somministrato dall’esaminatore ad uno o ad entrambi i genitori, e consiste in una raccolta dei dati in forma anonima, che avviene in un tempo di circa 5 minuti, tempo in cui sono spiegate al genitore le finalità e le modalità di utilizzo di questi dati.

 

Il questionario

  1. Indicare l’età
    • Padre:
      • ☐ < 20 anni
      • ☐ 20-35 anni
      • ☐ 36-60 anni
      • ☐ > 60 anni
    • Madre:
      • ☐ <20 anni
      • ☐ 20-35 anni
      • ☐ 36-60 anni
      • ☐ > 60 anni
  2. Indicare il livello di studio
    • Padre:
      • ☐ Licenza elementare 
      • ☐ Licenza media
      • ☐ Titolo di istruzione secondaria superiore
      • ☐ Laurea di primo livello
      • ☐ Laurea specialistica/ specialistica a ciclo unico
      • ☐ Master di I livello
      • ☐ Altro
    • Madre:
      • ☐ Licenza elementare
      • ☐ Licenza media
      • ☐ Titolo di istruzione secondaria superiore
      • ☐ Laurea di primo livello
      • ☐ Laurea specialistica/ specialistica a ciclo unico
      • ☐ Master di I livello
      • ☐ Altro
  3. Indicare l’impiego
    • Padre:
      • ☐ Operaio
      • ☐ Impiegato
      • ☐ Dirigente
      • ☐ lavoratore Autonomo
      • ☐ Disoccupato
      • ☐ Altro __________________
    • Madre:
      • ☐ Operaio
      • ☐ Impiegato
      • ☐ Dirigente
      • ☐ Lavoratore autonomo
      • ☐ Disoccupato
      • ☐ Altro __________________
  4. Indicare reddito familiare annuo
    • ☐ 0-15.000 €
    • ☐ 15.001-28.000 €
    • ☐ 28.001-55.000 €
    • ☐ 55.000-75.000 €
    • ☐ >75.000 €
  5. Sono presenti fratelli/sorelle?
    • ☐ 0
    • ☐ 1
    • ☐ 2
    • ☐ > 2
  6. Se si, quanti hanno un’età maggiore?
    • ☐ 0
    • ☐ 1
    • ☐ 2
    • ☐ >2
  7. Quanti anni ci sono di differenza tra i fratelli nati più vicini?
    • ☐ ≤ 1 anno
    • ☐ 1-2 anni
    • ☐ >2 anni
  8. Ore che passate con il bambino
    • Padre: 
      • ☐ <1 h/giorno 
      • ☐ 2 h/giorno 
      • ☐ 2-4 h/giorno 
      • ☐ >4 h/giorno
    • Madre:
      • ☐ <1 h/giorno 
      • ☐ 2 h/giorno 
      • ☐ 2-4 h/giorno 
      • ☐ >4 h/giorno
  9. Il bambino frequenta asilo nido/materna?
    • ☐ Si
    • ☐ No (se no rispondere alla domanda 10)
    • Con quale frequenza? (segnalare se frequentemente il bambino risulta assente)?
      • ☐ ≤2 giorni/sett.
      • ☐ > 2 giorni/sett.
  10. Il bambino/a frequenta luoghi con altri bambini (es: ludoteche/parco giochi/laboratori): ________________
    • ☐ Si
    • ☐ No
    • Con quale frequenza (segnalare se frequentemente il bambino risulta assente)?
      • ☐ ≤ 2 giorni/sett.
      • ☐ > 2 giorni/sett.
  11.  Chi gestisce il bambino/a oltre ai genitori? (max. 2 pers.)

Completare queste informazioni:

  • Età’ (spuntare il riquadro corrispondente)

 

NONNO

NONNA

ZIO

ZIA

BABYSITTER

ALTRO

< 20 anni

 

 

 

 

 

 

20-35 anni

 

 

 

 

 

 

36-60 anni

 

 

 

 

 

 

> 60 anni

 

 

 

 

 

 

 

  • Livello di studio (spuntare il riquadro corrispondente)

 

NONNO

NONNA

ZIO

ZIA

BABYSITTER

ALTRO

Licenza elementare

 

 

 

 

 

 

Lic.  Media

 

 

 

 

 

 

Titolo istruz. sec. sup.

 

 

 

 

 

 

Laurea I liv.

 

 

 

 

 

 

Laurea spec.

 

 

 

 

 

 

Altro

 

 

 

 

 

 

 

  • Frequenza con la quale gestiscono il bambino (spuntare il riquadro corrispondente)

 

NONNO

NONNA

ZIO

ZIA

BABYSITTER

ALTRO

5 ore/sett.

 

 

 

 

 

 

5-10 ore/sett.

 

 

 

 

 

 

10-20 ore/sett.

 

 

 

 

 

 

>20 ore/sett.

 

 

 

 

 

 

 

Le domande

Di seguito sono analizzate le singole domande:

- La prima domanda chiede di indicare l’età di entrambi i genitori. Nel questionario abbiamo presentato 4 fasce: < 20 anni, 20-35 anni, 36-60 anni e > 60 anni. L’età parentale è un parametro estremamente rilevante, che va ad influenzare tutto il percorso di nascita del bambino, il concepimento e la gravidanza. In questo senso sono molte le ricerche e gli studi che hanno dimostrato come l’aumento dell’età della madre provochi un aumento del rischio di problematiche per il bambino. La presenza di gestanti adolescenti espone la madre ad un maggior rischio di sviluppare ipertensione arteriosa, anemia; inoltre è significativamente più frequente la nascita del bambino pretermine. In gravidanza possono ricorrere meno frequentemente alle cure prenatali, non sottoporsi a visite mediche di valutazione dei rischi e controllo dello stato di salute. Anche un’età troppo avanzata, ovvero dopo i 35 anni, si configura come una condizione di gravidanza a rischio. Primipare con più di 35 anni, hanno statisticamente, un rischio maggiore di complicanze durante il parto: travaglio prolungato (oltre 20 ore) e neonati con malattie congenite. (www.farmacoecura.it - P A Cavazos-Rehg et al., 2016 – M Myrskyla et al., 2014)

Anche l’età del padre è un fattore che va ad influenzare il concepimento, la gravidanza e l’aumento di rischi di salute del bambino. L’aumento dell’età paterna, aumenta il rischio di aborti spontanei nella madre, (R Slama et al., 2005), padri con età maggiore di 50 anni hanno un più alto rischio di far nascere bambini pretermine o con basso peso gestazionale. (SC Tough et al., 2003)

Devono essere anche considerati gli svantaggi sociali che l’avanzamento dell’età può determinare: una minore energia parentale e una ridotta probabilità del figlio di beneficiare di una relazione a lungo termine con i genitori. (I Bray et al., 2006)

La seconda domanda chiede di indicare il livello di istruzione dei genitori. All’interno del questionario abbiamo individuato le seguenti opzioni di risposta: licenza elementare, licenza media, titolo di istruzione secondaria superiore, laurea di primo livello, laurea specialistica/ a ciclo unico, master di primo livello, altro. Tra le motivazioni che possono giustificare la presenza di questa domanda, si evidenzia lo studio svolto da M. Lutz e E. Kebede (Education and Health: Redrawing the Preston curve) il quale mostra come un’istruzione di grado superiore sia il fattore più determinante la qualità della vita di un individuo.

In questo studio si analizza come anche il reddito (GDP, Gloss Domestic Production = Prodotto interno lordo) sia un parametro che modifica la qualità della vita di una persona, ma quando si paragonano i benefici che gli individui con un maggior numero di anni di istruzione possiedono, risulta che il reddito sia un fattore meno rilevante per la salute. Le scelte che ci permettono di mantenere uno stile di vita sano e di godere di un maggior grado di benessere, derivano in primis dalle conoscenze che abbiamo nel fare scelte di qualità; dipendono soprattutto dal livello di nozioni e perciò dal livello d’istruzione. (W Lutz et al., 2018)

La terza domanda chiede di indicare la tipologia di lavoro che i genitori svolgono. Le opzioni inserite nel questionario sono le seguenti: Operaio, Lavoratore Dipendente, Lavoratore Autonomo, Dirigente, Disoccupato e Altro.

Il lavoro è una necessità e occupa la maggior parte della giornata di una persona adulta. Questa domanda è stata inserita per riscontrare se lo svolgimento di una determinata tipologia d’impiego, possa correlarsi con lo sviluppo del bambino. Differenti tipologie di carriera lavorativa, interferiscono in modalità diverse con la possibilità dei genitori di avere maggiori risorse di tempo, denaro ed energie fisiche da dedicare al bambino. Tra le opzioni di risposta si trova anche la disoccupazione, in quanto, sebbene determini una maggiore possibilità di dedicarsi al bambino, riduce le risorse economiche disponibili per la famiglia; la disoccupazione ha altri risvolti negativi, che necessitano di essere analizzati.

Secondo G. Sarchielli, sono 5, le grandi categorie di esiti psicologici, connessi alla disoccupazione: aumento della sintomatologia psicopatica (stati ansiosi, stati depressivi, senso di solitudine e abbandono e in generale un aumento di insoddisfazione per la vita); crisi d’identità e notevole riduzione della stima di sé; rappresentazione negativa, ipersemplificata ed illusoria della realtà lavorativa, che progressivamente porta ad una riduzione dell’interesse per le questioni di vita pubblica e politica; scoraggiamento e disimpegno nella ricerca di un nuovo lavoro, ed infine l’aumento delle condotte a rischio, in particolare l’eccessivo uso di sostanze da abuso tra cui alcool, sigarette, farmaci e droghe. (G Sarchielli, 1991)

Nella quarta domanda viene richiesto di indicare il reddito familiare annuo. Sono state individuate 4 fasce, che si riferiscono agli scaglioni presenti nel calcolo Irpef, ovvero l’imposizione fiscale sul reddito delle persone fisiche, imposta diretta e progressiva, proporzionale all’effettiva entità di tutti i redditi percepiti dal contribuente. La prima fascia individua un reddito familiare che varia tra 0 e 1250 euro al mese; la seconda fascia può variare tra i 1250 euro circa fino a 2335 euro per mensilità; nella terza fascia individuiamo redditi mensili compresi tra i 2335 e 4583; la quarta fascia comprende redditi massimi di 6250 euro mensili massimi; la quinta e ultima fascia si riferisce a tutti quei redditi superiori ai 6250 euro mensili (www.pmi.it).

Da questi dati sono scaturite le cinque opzioni di scelta: 0-15000 €, 15001-28000 €, 28001-55000 €, 55001-75000 € e > 75000 €. Questa suddivisione deriva dalla volontà di indagare maggiormente i redditi “bassi” poiché sono quelle fasce che possono presentare maggiori difficoltà nel destinare risorse economiche per la cura, e non solo, dei loro figli. Uno studio americano ha analizzato quanto e se il reddito potesse essere un fattore determinante per lo sviluppo del bambino. Questa ricerca ha raccolto dati relativi a famiglie con bambini sotto i 3 anni; è stata fatta questa scelta poiché a 3 anni il bambino ha ricevuto una minima influenza dal mondo extrafamiliare, al contrario di bambini più grandi. Il risultato ha dimostrato come i bambini che vivevano sotto la soglia di povertà abitassero in case inadeguate, con presenza di madri maggiormente stressate, depresse e severe; si è evidenziato, inoltre, che i bambini con un reddito basso avessero un valore significativamente inferiore al PPVT (test che valuta il vocabolario ricettivo uditivo) e maggiori difficoltà comportamentali rispetto ai bambini con un reddito maggiore. La ricerca si pone un interrogativo: se incrementando il reddito delle famiglie più povere si possa ottenere un migliore outcome dei bambini. Lo studio non offre una risposta certa ma conclude sostenendo che “un programma di redistribuzione di grandi quantità di reddito avrebbe un’efficacia relativa rispetto agli outcome cognitivi e comportamentali dei bambini”. (LM Berger et al., 2009)

Come analizzato nella domanda numero 3, il reddito non risulta un fattore così determinante il benessere della persona. Un altro studio relativo al tema dell’influenza del reddito familiare sul bambino, conclude che “aumentando il reddito delle famiglie povere abbastanza da farle accedere ad una fascia di reddito più alto, si otterrebbe un minimo aumento della salute del bambino se paragonato ai risultati di salute dei bambini che sono già all’interno di quella fascia di reddito”. La ricerca aggiunge che l’effetto maggiore sullo sviluppo del bambino sarebbe dato dall’implementazione di servizi sanitari pubblici e i servizi educativi per i bambini. (DM Blau et al., 1999)

- In questo punto analizziamo 3 domande che trattano 3 aspetti strettamente connessi. La domanda numero 5 chiede se vi siano fratelli o sorelle all’interno del nucleo familiare; le alternative a cui rispondere sono: 0, 1, 2, > 2. La 6° e la 7° domanda sono domande che vengono sottoposte ai genitori solamente se vi è la presenza di fratelli e/o sorelle. La domanda 6 chiede di indicare quanti fratelli abbiano un’età maggiore del bambino che abbiamo inserito in questa ricerca; le risposte anche in questo caso sono: 0, 1, 2, > 2. La domanda numero 7 va ad indagare quanti anni di differenza vi sono tra i 2 fratelli nati più vicini. Per questa domanda le alternative sono: ≤ 1 anno, 1-2 anni, > 2 anni.

Si è scelto un range di età molto piccolo poiché viene ritenuto importante andare ad indagare la presenza di un fratello coetaneo o con una differenza di età molto limitata. Queste domande sono state elaborate nell’ottica in cui il fratello maggiore potesse essere un esempio positivo e di aiuto allo sviluppo del bambino. Il rapporto molto stretto, come quello presente all’interno di un contesto domestico, che i fratelli possono avere è rilevante nelle diverse fasi dello sviluppo. I fratelli sono compagni di gioco e proprio attraverso il gioco vanno ad implementare i diversi aspetti della crescita: la motricità, le abilità linguistiche, le capacità sociali e anche le abilità emotive. L’intento del quesito non si concentra su questi aspetti, ma li usa come presupposto; ovvero considerando l’importanza che il rapporto tra fratelli ha nello sviluppo del singolo, si pone di andare a quantificare, quanto la presenza di tale rapporto, possa incidere sulle abilità del bambino.

La domanda numero 8 indaga la quantità di ore che ognuno dei genitori passa con il bambino durante una giornata “tipo”. All’interno di questo quesito le possibilità di risposta sono: < 1 ora/giorno, 2 ore/giorno, 2-4 ore/giorno, > 4 ore/giorno. Con questo interrogativo si prova ad evidenziare due aspetti. Il primo è relativo a sottolineare, quanto e se possa essere determinante, per lo sviluppo del bambino, trascorrere molte ore della giornata con i genitori. Il secondo aspetto, riguarda la correlazione che esiste tra le domande 1-2-3 e la domanda 8: scoprire se esista una migliore performance nei bambini che possono passare più ore con i genitori, magari giovani, con un più alto livello di istruzione e con una determinata tipologia di lavoro.

Nelle domande 9 e 10, si approfondisce l’influenza che i rapporti sociali con i pari possono avere nello sviluppo. Nel punto 9 viene chiesto se il bambino frequenti l’asilo nido o la scuola materna; se la risposta è affermativa viene richiesto di specificare la frequenza settimanale attraverso queste due alternative: ≤ 2 giorni/settimane o > 2 giorni/settimana. Se la risposta alla domanda 9 fosse negativa, si accede al quesito 10, nel quale andiamo a rilevare se il bambino abbia altre opportunità di relazione con un gruppo di pari. Viene chiesto di rispondere ad una di queste possibilità: ludoteche, parchi giochi, laboratori o altre attività. Se la risposta è positiva si indaga la frequenza settimanale con la quale vi è la condivisione di attività con altri bambini. Le opzioni sono: ≤ 2 giorni/settimana o > 2 giorni/settimana. Durante la somministrazione di queste due domande, il terapista interroga il genitore sulla presenza di frequenti assenze del bambino da asilo o da uno dei luoghi che sono presenti nella domanda 10. Questo viene fatto per evitare che il genitore possa dare una risposta che non rappresenti al meglio la situazione di frequenza delle attività nell’ultimo periodo (circa tre mesi). La rilevazione di questi dati parte dalla consapevolezza che le relazioni con un gruppo di pari età siano un fattore estremamente positivo. L’asilo è un ulteriore punto di forza per la crescita del bambino. Daniele Novara, pedagogista italiano, afferma che “I bambini che frequentano nidi di qualità hanno maggiori possibilità di affermarsi nella vita sia dal punto di vista degli apprendimenti culturali e quindi scolastici, sia dal punto di vista del successo individuale”. (D Novara, 2015)

Si ricorda che i benefici derivanti da queste esperienze non possono ridursi ad una semplice sommatoria delle abilità che il bambino acquisisce, ma sono rappresentate da una serie di fattori più complessi.

All’interno della domanda 11 troviamo tre diverse indagini che trattano un tema comune: la presenza o assenza, di figure non genitoriali che gestiscono frequentemente il bambino. Per la necessità di costruire uno strumento che sia il più facile e intuitivo nella somministrazione si è scelto di inserire un numero massimo di 2 persone, le quali potevano essere individuate tra: nonno, nonna, babysitter, zio, zia o altro. I tre temi analizzati, che ritornano dai punti precedenti, sono:

  • Età, le cui opzioni sono: < 20 anni, 20-35 anni, 36-60 anni e > 60 anni.
  • Livello di studio: licenza elementare, licenza media, titolo di istruzione secondaria superiore, laurea di primo livello, laurea specialistica/ a ciclo unico, master di primo livello o altro.
  • Frequenza settimanale con la gestiscono il bambino: ≤ 5 ore/settimana, 5-10 ore/settimana, 10-20 ore/settimana, > 20 ore/settimana.

La scelta di questo quesito ricade sull’esigenza di rilevare la presenza o meno, di soggetti, che possano incidere sullo sviluppo del bambino. Come per i genitori i parametri inseriti sono: il tempo che trascorrono con il bambino, l’età e il livello di istruzione.

I dati ricavati dal Questionario ai Genitori verranno elaborati con i risultati che sono stati ottenuti dalla somministrazione del Movement ABC-2; lo scopo è l’individuazione di parametri ambientali, statisticamente rilevanti, che possano influenzare lo sviluppo del bambino, e il risultato del test.

 

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