Esercizi di percezione del proprio corpo

Esercizi di percezione del proprio corpo: controllo tonico; scoperta e presa di coscienza delle diverse parti del corpo con verbalizzazione; giochi d’imitazione di gesti e atteggiamenti; orientamento del corpo proprio. 

Per quanto riguarda la percezione del proprio corpo, il fanciullo delimita il suo corpo proprio dal mondo degli oggetti attraverso l’esercizio dell’attività prassica attuata durante l’esplorazione dell’ambiente. I giochi e gli esercizi di coordinazione globale permettono di prolungare l’esperienza vissuta del corpo durante il periodo prescolare. 

Fino a cinque anni, gli elementi motori e cinestetici restano ancora dominanti e si assiste alla loro prevalenza sugli elementi visivi e topografici. Secondo De Ajuriaguerra, tale prevalenza è in relazione con l’acquisizione della dominanza laterale. La lateralizzazione è la traduzione di una predominanza motoria che è una maturazione accelerata dei centri sensitivo-motori di uno degli emisferi cerebrali. Tuttavia, questa dominanza non è che funzionale e relativa e non ha il carattere ineluttabile che alcuni hanno voluto attribuirle, benché essa sia all’origine del mancinismo. Si manifesta con la realizzazione di prassie e si consolida, normalmente, con la pratica di esercizi di coordinazione globale e di giochi. 

Durante questo stesso periodo, la motricità globale da impulsiva diventa sempre più controllata. È importante aiutare il fanciullo ad esercitare una inibizione volontaria sulle sue reazioni spontanee motorie e verbali. Un buon equilibrio va ricercato tra la spontaneità e la disponibilità da una parte, ed il controllo dall’altra. Questa attitudine ad impedirsi di fare permette il gioco dell’attenzione percettiva e più in particolare di quella forma di attenzione rivolta al corpo proprio che viene ”definita funzione d’interiorizzazione”. I deficit significativi di questa funzione si traducono in instabilità psico-motoria e provocano turbe dell’attenzione percettiva. Gli esercizi globali di controllo tonico hanno come scopo di sviluppare quest’attitudine al controllo. 

Dai cinque ai sette anni, si assiste all’integrazione progressiva di un corpo portato alla presa di coscienza del proprio corpo, con ulteriore possibilità di rappresentazione mentale e di possibile trasposizione di se stesso negli altri. Nel corso di questo periodo gli esercizi di percezione e di presa di coscienza del proprio corpo, attraverso la presa di verbalizzazione, potranno essere proposti ai bambini unitamente alle attività più globali. In questo stadio, l’associazione dei dati cinestetici con i dati degli altri campi sensoriali (tattile, visivo, sonoro) è fondamentale. Un aspetto dell’associazione del campo sonoro agli altri campi percettivi è rappresentato dall’associazione del simbolo verbale con le sensazioni in rapporto con il proprio corpo.La verbalizzazione è importante per la conoscenza vissuta delle diverse parti del corpo, ma soprattutto per la padronanza delle nozioni di orientamento. Verso i sei anni, quando il bambino avrà preso coscienza della differenza tra la sua destra e la sua sinistra e l’avrà verbalizzata, l’orientamento del proprio corpo sarà acquisita. Egli, quindi, avrà la conoscenza dell’avanti, del dietro, del basso, della sinistra, della destra del suo corpo e potrà proiettare tale orientamento del suo corpo verso lo spazio: il bambino, allora, avrà l’accesso ad uno spazio orientato partendo dal proprio corpo, moltiplicando così le sue possibilità di azioni efficaci. 

Sempre a fine della percezione e conoscenza del proprio corpo sono importanti i giochi d’imitazione, nel corso dei quali il bambino potrà adottare globalmente tale o talaltro atteggiamento gli permetteranno di utilizzare il suo corpo in conformità ad un modello. 

Questo modello, presente all’inizio, è identificato dal fanciullo con la propria immagine visiva che egli ancora non può darsi con la sola rappresentazione mentale. Partendo da questa immagine, egli metterà in relazione le sensazioni cinestetiche che risultano dalla presa di posizione o dallo spostamento di tale o talaltra parte del corpo. Nel corso di questa attività si avrà una fusione progressiva dell’immagine visiva del corpo con l’immagine cinestetica, che darà origine alla possibilità di rappresentarsi mentalmente il proprio corpo in tutti i suoi dettagli. 

L’attività fondamentale primitiva e permanente del muscolo è la contrazione tonica che forma la tela di fondo delle attività motorie e posturali, le quali fissano l’atteggiamento, preparano il movimento, sottendono il gesto e mantengono la statica e l’equilibrio. 

Al momento di far fronte ad una situazione nuova, quando uno sforzo di attenzione percettiva viene sollecitato o quando la carica emotiva diventa forte, le scariche fasiche si diffondono ed il tono s’innalza globalmente, provocando paratonie, sincinesie ed impulsività. Bisognerà che il bambino giunga ad una certa padronanza globale di queste irradiazioni toniche. Per permettergli di esercitare l’azione di controllo globale sul tono è necessario, da una parte, porre il bambino in ambiente calmo e disteso, e, dall’altra, attirare la sua attenzione sulle referenze percettive visive o sonore. Tale obiettivo va perseguito con gli esercizi che seguono: 

Negli spostamenti

  1. SPOSTAMENTI LIBERI IN TUTTI I SENSI
    • Lasciare che i bambini si spostino spontaneamente camminando o correndo o con saltelli, individualmente o in gruppo. (I bambini sono generalmente rumorosi e gesticolanti, a volte in modo disordinato). 
    • Far constatare ai bambini che fanno molto chiasso. 
    • Dir loro di continuare a muoversi allo stesso modo, ma senza parlare. 
    • Tentare di fare meno chiasso durante gli spostamenti. (Spesso i bambini si spostano più lentamente). 
    • Alternare gli spostamenti con e senza chiasso.
  2. OBBEDIRE AL TAMBURELLO
    • All’inizio, quando i bambini si spostano chiassosamente, battere forte sul tamburello. (Gli spostamenti dei bambini non sono sincronizzati necessariamente sui colpi del tamburello). 
    • Chiedere ai bambini di diminuire il chiasso via via che i colpi sul tamburello diventano più leggeri. 
    • Successivamente, i bambini debbono reagire fedelmente alle indicazioni del tamburello (forte o piano).
  3. RICERCARE GLI SPOSTAMENTI CHE FANNO PIÙ CHIASSO - I bambini realizzeranno spontaneamente diversi tipi d’impulso: rimbalzi / appoggi successivi dei due piedi. (È interessante eseguire questi esercizi sul pavimento di legno). 
  4. CORRERE SENZA RUMORE E CON RUMORE
    • Correre naturalmente. 
    • Correre rumorosamente. 
    • Correre silenziosamente. 
    • Posare dei cerchi nella stanza. (Questo esercizio può seguire quelli di aggiustamento allo spazio con cerchi). 
    • Correre naturalmente evitando i cerchi. 
    • Correre andando di cerchio in cerchio facendo rumore, passando nei cerchi. (Lasciare ai bambini la scelta dell’appoggio: uno o due piedi).
  5. SAPERSI FERMARE BRUSCAMENTE E FARE SILENZIO DOPO UNO SPOSTAMENTO CHIASSOSO. 
    • L’arresto si fa con un segnale sonoro (tamburello, timpano). 
    • Lo spostamento avviene su musica a ritmo vivace. 
    • I bambini si arrestano quando si arresta la musica. 
  6. IL GIOCO DELLA STATUA. 
    • I bambini sono su una linea con il viso rivolto alla maestra. Questa si gira di spalle e i bambini avanzano e quando essa si rigira verso di loro, essi debbono fermarsi completamente immobili. Chi si sposta mentre la maestra lo guarda, retrocede di tre passi. 
    • Vincono i bambini che giungono all’altezza della maestra.

Nei superamenti e nei salti

  • Saltare sul posto come una palla pesante, poi come una palla leggera. (Si eseguono durante esercizi di coordinazione dinamica generale).

Negli esercizi con attrezzi

  1. CONTROLLO DEL LIVELLO SONORO
    • Quando vengono utilizzati cerchi, palle, clave, strumenti a percussione , il chiasso è inevitabile. Occorre abituare i bambini a rimanere fermi con gli oggetti in mano, poi a deporli con leggerezza al suolo controllando l’importanza del livello sonoro. (Questa situazione si ritrova in classe quando l’utilizzazione di matite, pennelli ed arnesi vari avviene con inevitabile chiasso. Tuttavia la maestra può, ad un certo momento, sollecitare un certo silenzio. Piuttosto che ordinare ai bambini di tacere o di fare meno chiasso è preferibile attrarre la loro attenzione sul livello sonoro).
  2. ESERCIZIO CON IL TAMBURELLO O CON LE CLAVE
    • Ricerca della regolarità del ritmo. (Esercizio da introdurre per prolungare gli esercizi di percezione temporale). 
    • Opposizione di sequenze di diverso livello dinamico, passaggio dal forte al meno forte. Il cambio si effettua dietro stimolo visivo della maestra. 
    • Rilevare più livelli dinamici effettuandone la differenziazione: molto debole/ debole/ mezzo forte/ forte/ fortissimo. (Le diverse sfumature del livello dinamico corrispondono ai termini musicali: pianissimo, piano, mezzo forte; forte, fortissimo).

Nei giochi con palle e palloni

  • Far rimbalzare un pallone lanciandolo con due mani il più forte possibile, poi lanciare sempre meno forte. Osservare l’elevazione della traiettoria ottenuta in ciascun caso. (Utilizzare un pallone del tipo usato per il basket, ma più leggero). 
  • Far rimbalzare un pallone con una mano(tipo palleggio nel basket). (Utilizzare un pallone da pallavolo). 
  • Innanzitutto familiarizzarsi. (Libertà nella scelta della mano, e osservare la mano preferenziale) 
  • Far rimbalzare il pallone a varie altezze: crescenti, decrescenti. 
  • In seguito, con il segnale verbale, più alto, meno alto. Dopo questi esercizi posare il pallone e tentare di distendere il braccio che ha operato lo sforzo. (Primo tentativo di rilassamento segmentario).

Nei lanci

  1. LANCI A DISTANZA DI PALLONI DI PESI DIVERSI - Esercizio di coordinazione dinamica generale.
    • I bambini lanciano liberamente con la mano scelta da loro. (Se si dispone di sacchetti di grano molto pesanti o di sacchi di sabbia sarebbe preferibile farne uso).
  2. LANCIARE A DISTANZA UN OGGETTO DEL PESO DI 300 G CIRCA
    • Valutare il punto di caduta. 
    • Provare con l’altra mano. Far osservare la differenza al bambino. (Inutile far verbalizzare, basta che il bambino constati l’asimmetria).
  3. LANCIARE A DISTANZE CRESCENTI, POI DECRESCENTI
    • Utilizzare come riferimenti delle linee parallele o cerchi colorati sempre più distanziati. (È preferibile l’utilizzazione dei sacchi di sabbia o grano, perché restano sul luogo).
  4. LANCIARE A UNA STESSA DISTANZA DUE OGGETTI DI PESO DIVERSO. 
    • Prima d’iniziare l’esercizio, far valutare al bambino la diversità del peso tra i due oggetti. Nozione di pesante-leggero. 
    • Il bersaglio può essere rappresentato da un cerchio posto a terra. Bisogna mandare gli oggetti di peso diverso nello stesso cerchio. 
    • Si lancia una volta per primo il più pesante, poi il più leggero. Poi si inverte, il più leggero prima, il più pesante dopo. (L’esercizio si fa con due mani, poi con una. Esso richiede una buona regolazione del tono). 

Controllo tonico al suolo

  1. ALTERNANZA SPOSTAMENTO-RILASSAMENTO
    • Dopo uno spostamento rapido, scegliere il proprio posto nella stanza, fermarsi e riposarsi nella posizione preferita. 
    • Alternare gli spostamenti con accelerazione e periodi di riposo. 
    • Far precisare ai bambini quali sono le loro posizioni di riposo preferite. (A questa età il vero rilassamento non è indicato per un bambino normale. Si cercherà solo una distensione globale, che permetta l’attuazione delle acquisizioni realizzate in situazioni precedenti).
  2. TROVARE DIVERSI TIPI DI POSIZIONE SEDUTA - (Lateralmente, con ginocchia incrociate, seduti sui talloni). 
    • Sedersi con il dorso al muro, distendersi al massimo ed ottenere il rilassamento delle braccia e delle spalle.
  3. RILASSAMENTO STANDO SDRAIATI A TERRA
    • Dopo uno spostamento, riprendere il proprio posto, fermarsi e sdraiarsi subito a terra/ sul ventre/ sul dorso/ sul fianco. (Si alterna sempre il tempo attivo con il tempo di rilassamento). 
    • Rialzarsi rapidamente ed allungarsi molto lentamente, senza chiasso. 
    • Restando sdraiati al suolo, muovere tutto il corpo, poi fermarsi lentamente. 
    • Sdraiati al suolo, stirarsi al massimo allungando braccia e gambe, poi distendersi e restare qualche istante distesi. (Alcuni bambini possono restare fermi solo per poco tempo). 
    • Scegliere la posizione migliore per la distensione. (Non insistere e chiedere di sedersi). 
    • Lavoro di rilassamento al suolo, rotolandosi (dorso rotondo). 
    • In ginocchio, seduti, curvare il dorso. (questi esercizi si realizzano contemporaneamente a quelli descritti in seguito). 
    • Sul dorso, ginocchia ripiegate sul petto. 
    • Alternare i diversi atteggiamenti e, per il riposo, adottare la posizione favorita che il bambino manterrà restando immobile ed in silenzio per qualche secondo. 

Il bambino deve imparare a conoscere e a nominare le diverse parti del suo corpo. Quando entrano nella scuola dell’infanzia, i fanciulli hanno conoscenze molto differenti a questo riguardo. 

La prima serie di situazioni ha lo scopo di permettere ai bambini di conoscere le parti essenziali del corpo e le diverse parti del viso. Partendo da queste acquisizioni di base, si arriverà alla conoscenza delle diverse articolazioni, alle scoperte relative alla mano e all’asse corporeo e all’utilizzazione di un vocabolario sempre più preciso. 

Gli esercizi utili al raggiungimento di tale scopo sono: 

Le prime scoperte

  1. MOBILIZZAZIONE DELLE PARTI DEL CORPO PARTENDO DA ORDINI VERBALI
    • Muovere la testa/ Sollevare un braccio/ Sporgersi in avanti/ Aprire le braccia etc. (Da eseguire seduti). 
    • Piegare le gambe/ Sollevare una gamba/ Divaricare le gambe/ Riunire le gambe. (Da eseguire in piedi). 
    • Dividere in due il gruppo dei bambini: << gli scoiattoli>>, <<i leoncini>>. Ogni bambino ne ha un altro di fronte. L’uno osserva, mentre l’altro esegue l’ordine ricevuto.
      • In forma di gioco
    • I bambini ballano in circolo: << Passeggiamo nel bosco, mentre il lupo non c’è. Lupo, ci sei? Che fai?>>. Il lupo risponde: <<Sollevo un braccio, sollevo una gamba, etc.>>. (La natura degli ordini dipende dal grado di conoscenza dei bambini). I bambini eseguono gli ordini finchè il lupo grida: << Vi inseguo>>. Tutti si mettono in salvo per sfuggirgli.
  2. LE DIVERSE PARTI DEL VISO
    • Mostrare gli occhi, il naso, la fronte, le gote, la bocca, il mento. 
    • La maestra dispone di diversi oggetti: un cappello in testa/ una collana intorno al collo/ un nastro nei capelli/ due anelli alle orecchie/ gli occhiali sul naso, etc.

Conoscenza delle principali articolazioni

  1. IL GIOCO DEL PASSA-PASSA CON UNA PICCOLA PALLA
    • Intorno al collo/ intorno alla vita/ intorno alle anche/ intorno alle cosce/ intorno al ginocchio/ intorno alle caviglie. (Il gioco del passa-passa consiste nel passare una palla da una mano all’altra effettuando un circuito intorno ad una parte del corpo).
  2. IL GIOCO DELL’ASCENSORE - Ogni bambino dispone di un cerchio, come la maestra. Questa spiega ai bambini che il cerchio è l’ascensore e che questo salirà o discenderà i piani del corpo. 
    • Inizialmente imitare la maestra nel risolvere il problema della localizzazione. 
    • Far verbalizzare ai bambini il luogo di arresto. 
    • A partire dalla vita, dare le indicazioni: più alto, più basso, sopra, sotto. Far verbalizzare le localizzazioni successive. (Oltre alla verbalizzazione delle parti del corpo, l’esercizio permette ai bambini di situare le diverse parti del corpo le une in rapporto alle altre. Sapere quale si trova più in alto, quale più in basso, sopra, sotto).
  3. GIOCHI CON PALLONCINI
    • Ciascun bambino ne ha uno e con esso farà giochi di destrezza utilizzando diverse parti del corpo, secondo le indicazioni della maestra: con il pugno/ con il palmo della mano/ con il polso/ con il gomito/ con l’avambraccio/ con la coscia / con il ginocchio. (Questo gioco permette di nominare le diverse articolazioni e i diversi segmenti corporei).
    • Il gioco si può eseguire con due bambini posti di fronte.
  4. ESECUZIONE DI ORDINI VERBALI PIU’ PRECISI
    • Gli ordini possono essere: abbassare la testa/ sollevare la testa/ girare la testa/ piegare il gomito, il polso/ sollevare la coscia piegando la gamba.. etc. (Far toccare le articolazioni che sono sede del movimento. Lo scopo è di sviluppare la funzione d’interiorizzazione).

Scoperta più raffinata dell’asse corporeo attraverso gli esercizi di agilità al suolo

  1. MOBILIZZAZIONE LIBERA - L’esercizio a terra su una stuoia permette al bambino, per le sensazioni procurate dal contatto con il suolo, di scoprire la mobilità della sua colonna vertebrale. 
    • Sdraiato al suolo, lateralmente/ sul dorso/ sul ventre. 
    • Passare da una posizione all’altra: con le mani e con i piedi/ seduto lateralmente/ seduto sui talloni. (Invitare i bambini a dire ciò che provano).
  2. GLI SPOSTAMENTI CON LE MANI E CON I PIEDI - Associare questi esercizi al lavoro di rilassamento globale. 
      • L’andatura del cane
    • In tutti i sensi, evitando gli altri bambini. 
    • Passando sotto i ponti, evitando gli altri bambini. (Si eseguiranno a volte per imitazione, associando il tipo di spostamento al tipo dell’animale corrispondente. metà classe esegue l'esercizio, metà è in piedi a gambe divaricate). 
    • Camminare senza far rumore. 
    • Camminare a grandi passi. 
    • Camminare a piccoli passi. 
    • Passare sotto un ostacolo basso, in modo tale che si corra il rischio di passare strisciando. (Un asse d’equilibrio posta molto bassa oppure un banco).
      • Il coniglio
    • Partire con le mani e con i piedi, ginocchia al suolo, avanzare a balzi, proiettando simultaneamente le due mani, poi le ginocchia.
      • La lepre
    • Partire con mani e piedi, diritti. 
    • Avanzare a balzi proiettando simultaneamente le due mani e poi i due piedi. (Far constatare che in questo modo i balzi sono più allungati).
      • La rana
    • Partenza accoccolata, con le mani poste ai lati dei piedi. 
    • Rimbalzare per mezzo della distensione delle gambe e ritrovarsi nella stessa posizione. 
    • Con grande e piccolo balzo. (Spiegare bene la posizione di riferimento. Si possono materializzare i balzi con cerchi posti gli uni dietro gli altri).
      • L’orso
    • Drizzati sulle mani e sui piedi. Spostarsi conservando le gambe tese quanto più è possibile. (Far notare al bambino la differenza tra una flessione leggera e l’estensione completa).
      • Il bruco
    • Partire dalla posizione precedente. 
    • Avanzare spostando simultaneamente le due mani e poi i due piedi. (Questo tipo di spostamento richiede piccolissimi spostamenti di mani e piedi).

Passare da una posizione all’altra

  • Quando i bambini si sono abituati ai vari tipi di spostamento che corrispondono ai vari animali, si faranno passare dall’uno all’altro con il solo nome dell’animale, pronunciato a voce alta. (Insistere sulla conoscenza esatta della nuova posizione di partenza al momento del cambiamento).

Presa di coscienza più approfondita della mano e delle dita

  1. BATTERE SUL TAVOLO IN MODI DIVERSI
    • A mano piatta (con il palmo). 
    • A pugno chiuso. 
    • Con il dorso della mano. 
    • Con ciascun dito. (Tali esercizi devono essere proposti in connessione con gli esercizi grafici. Questo esercizio è più attraente quando si esegue cantando una canzoncina).
  2. STESSO ESERCIZIO, MA BATTENDO SU UN TAMBURELLO - Al segnale della maestra si cambia modo di battere. (Tentare di ottenere una scioltezza sempre maggiore del polso). 

Le situazioni proposte hanno l’obiettivo di stimolare in maniera dominante l’attenzione visiva, in quanto una serie di atteggiamenti e di movimenti saranno proposti metodicamente al bambino per spingerlo e riprodurli fedelmente. Questo modello gestuale è proposto senza alcuna verbalizzazione, proprio perché il bambino si riferisca soltanto all’informazione visiva. Quando il modello è integrato, il bambino tenta di riprodurlo facendosi guidare dalle sensazioni cinestetiche che egli ha affinato nel corso degli esercizi precedenti. L’adeguamento al modello si attua attraverso una serie di correzioni visive. La relazione costante tra i dati visivi e cinestetici permetterà la fusione progressiva dell’immagine visiva del corpo e dell’immagine cinestetica. Quando le due immagini sono fuse, il bambino disporrà di un’immagine del corpo operativa, che gli servirà di supporto per migliorare la sua funzione prassica. 

Nel corso delle situazioni proposte negli esercizi a terra e negli esercizi di scoperta delle parti del corpo, qualche volta l’imitazione viene utilizzata, ma mai in modo sistematico e dominante. Tuttavia la maestra potrebbe valutare approssimativamente le possibilità d’imitazione dei bambini e quindi raggrupparli secondo livelli equivalenti per meglio dosare gli esercizi proposti. Negli ordini impartiti, bisogna semplicemente esigere dai bambini che eseguano le imitazioni il meglio possibile, ma essi hanno successivamente la libertà totale, anche se, spontaneamente, essi rispondono “a specchio”. Il fatto che le risposte non evidenzino la caratteristica di esecuzione a specchio, è spesso un indizio sfavorevole (le risposte “corrette” normalmente appariranno tra gli otto e i dieci anni, se è rispettata la spontaneità nella risposta), in quanto il bambino, per superare una difficoltà, adopera la sua mano dominante. 

I gesti utilizzati saranno di tre tipi: movimenti delle mani/ movimenti delle braccia/ imitazione di una posizione complessa dell’insieme del corpo/ tentativo d’imitazione differita. Per quanto riguarda quest’ultimo tipo, esso si può eseguire sotto forma di “gioco della statua”. La maestra assume una posizione per dieci secondi, i bambini cercano d’imitarla. La maestra segnala coloro che sono riusciti, i quali mantengono la posizione, gli altri li imitano. La padronanza in questo tipo di situazione, che è possibile soltanto alla fine di questo stadio di sviluppo (sei anni), indica che il bambino accede ad “una immagine del corpo operativa”. 

L’esercizio che si basa sulla funzione d’interiorizzazione deve permettere al bambino di accedere alla rappresentazione mentale di un corpo orientato operativo; cioè a partire da un incitamento verbale inatteso, il bambino deve essere capace, intenzionalmente, di mettere in movimento, la parte del corpo designata, pervenendo ad una localizzazione sempre più precisa delle contrazioni muscolari. D’altra parte, le tensioni muscolari superflue, che sono all’origine di sincinesie, devono essere eliminate progressivamente. Il sintomo che più colpisce i genitori e anche gli educatori- per quanto concerne gli errori che riguardano la conoscenza della destra e della sinistra- in realtà non è che l’espressione di carenze educative, che consistono nel trascurare l’esercizio psicomotorio, da cui dipende la disponibilità corporea. (Nel caso di debilitato mentale, i problemi incontrati dai bambini nel riconoscimento della destra e della sinistra riguardano piuttosto una deficienza della funzione simbolica). 

Le tappe dell’accesso al corpo orientato

  1. FORMAZIONE E CONSOLIDAMENTO DELLA DOMINANZA LATERALE - Essa dipende dalla dominanza emisferica ed inizia a manifestarsi subito dopo la nascita. Secondo le caratteristiche di ciascun bambino e in funzione dei dati genetici e dei fattori accidentali che li possono modificare, possiamo distinguere un certo numero di casi: 
    • I destrosi integrali, la cui lateralizzazione, in generale, non pone alcun problema. 
    • I non destrosi, che a loro volta si dividono in due gruppi:
      1. I sinistrosi integrali, bene lateralizzati, che hanno potuto affermare la loro caratteristica e sui quali l’ambiente non ha esercitato pressioni costrittive; 
      2. I soggetti ambivalenti, nei quali le varie dominanze (motoria, simbolica, verbale, visiva) non sono omogenee. A volte si tratta di casi congeniti, altre volte si tratta di casi dovuti ad errori educativi. Quelli che comunemente vengano chiamati “mancini contrariati” sono bambini che inizialmente hanno tendenza a servirsi della mano sinistra, ma che a poco a poco, sotto l’influenza dell’ambiente educativo, apprendono attraverso esercizi imposti, a servirsi della mano destra. La pressione dell’ambiente si esercita in particolare per il grafismo. 
  2. RUOLO DELLA FUNZIONE D’INTERIORIZZAZIONE E VERBALIZZAZIONE - La possibilità, per il fanciullo, di scoprire le diverse parti del suo corpo rivolgendo l’attenzione percettiva su se stesso, deve essere stimolata molto prima dell’utilizzazione dei vocaboli destra-sinistra. Quando il bambino è capace di nominare la parti del corpo, sarà necessario che egli stabilisca tra di esse delle relazioni spaziali. L’esercizio di percezione dello spazio permettendogli di stabilire certe relazioni, gli servirà di supporto per situare le varie parti del corpo. Circa l’orientamento del coro le nozioni di alto-basso e avanti-dietro sono acquisite precocemente, perché corrispondono a caratteristiche reperibili visivamente. 
  3. CONOSCENZA DELLA DESTRA E DELLA SINISTRA DEL PROPRIO CORPO - Quest’acquisizione è possibile solo quando la funzione d’interiorizzazione è sufficientemente esercitata e quando il bambino è in grado di far riferimento alle sue sensazioni cinestetiche. Soltanto allora l’educatore dovrà metodicamente associare i vocaboli destra-sinistra a ciò che il bambino avverte nel corso della sua attività motoria. Qualunque tentativo troppo precoce, riguardo all’argomento, ed in particolare per i bambini che manifestano delle difficoltà, sfocerà in una insicurezza del bambino, che rischia di frenare il suo sviluppo. Ogni volta che saranno pronunciate le parole destra-sinistra, una vera ansia s’impadronirà del bambino e sarà causa di comportamenti nevrotici. 

Orientamento destra-sinistra e apprendimenti scolastici.

La conoscenza della destra e della sinistra non è per nulla necessaria per apprendere a leggere e a scrivere. 

  • In realtà, per un destrorso omogeneo, le premesse della lettura e della scrittura non pongono problemi, in quanto egli dispone naturalmente di un automatismo grafico orientato da sinistra a destra e di un’analisi visiva egualmente orientata da sinistra a destra, con l’occhio destro dominante. D’altronde è su quest’argomento del tutto valido che si basano i sostenitori dell’apprendimento precoce della lettura. Tuttavia, se è facile sostenere una dominanza destra sul piano motorio, al contrario, sul piano della dominanza visiva, il margine d’indeterminazione è molto grande nel bambino molto piccolo. Si corre in tal caso un grosso rischio, che si consiglia di evitare.
  • Nel caso di un bambino con lateralità ambivalente, il confronto precoce con il grafismo di tipo scolastico lo condurrà ad introdurre un controllo volontario su automatismi male accordati. Il bambino rischia di avere, allora, una dominanza di un tipo per i suoi automatismi (dominanza spontanea di Bergès) ed una dominanza di un altro tipo per l’azione intenzionale dello scrivere (dominanza di utilizzazione di Bergès). Il problema si complica ancora, in quanto, per alcune prassie, è la dominanza naturale che si manifesta. La conseguenza, per il bambino, sarà l’impossibilità di fatto di raggiungere una dominanza laterale stabile, da cui deriverà l’impossibilità di distinguere la destra e la sinistra. Dunque, la distinzione destra-sinistra non può condizionare l’apprendimento della lettura e della scrittura; ma, al contrario, sono gli errori educativi che interessano gli apprendimenti scolastici ad avere come conseguenza quasi costante delle difficoltà di orientamento del corpo proprio, che sono all’origine della cattiva organizzazione dello spazio orientato e di problemi relazionali dovuti all’insicurezza, all’inibizione e al conflitto tra il bambino e il suo ambiente. Se il bambino, malgrado i suoi sforzi, non ottiene buoni risultati, rischierà di chiudersi in un comportamento di opposizione che renderà difficile una rieducazione divenuta necessaria. Quella che comunemente viene chiamata “dislessia” corrisponde a questa situazione. La dislessia non ha origine affettiva, ma, al contrario, l’insieme di errori che vi fanno capo, a causa di una cattiva analisi funzionale, porta a difficoltà di relazione tra il fanciullo e il suo ambiente educativo e familiare. 

Il processo educativo.

Il processo educativo corrisponde ad un atteggiamento di prudenza , tanto più importante in quanto le persone interessate non dispongono, in genere, di dati tecnici completi su questo problema.

  1. IL RINFORZO DELLA LATERALITA’ (DOMINANZA MOTORIA) - Non sono previsti esercizi speciali, il rinforzo può essere effettuato nel corso di: 
    • Giochi ed espressione libera. 
    • Esercizi di coordinazione dinamica generale.
    • Esercizi di manipolazione. (coordinazione oculo-manuale). 
    • Diversi tipi di lancio. (Durante questi esercizi la maestra dovrà guardarsi dall’imporre l’impiego di una mano stabilita. Fissato il compito, al bambino va lasciata piena libertà di scelta. Negli ordini vanno evitati i termini destra-sinistra per lasciare che la lateralità si esprima nell’azione senza che il simbolismo falsi l’esperienza del bambino).
      • In seguito a questi esercizi, eseguiti giornalmente, la predominanza diverrà sempre più netta, se l’educatore lascia che la funzione di aggiustamento si svolga pienamente. L’intenzionalità del bambino deve essere rispettata totalmente affinché si manifesti chiaramente la dominanza spontanea.
  2. IL RUOLO DELLA FUNZIONE D’INTERIORIZZAZIONE
    • L’insieme di questi esercizi ha un’importanza capitale, sia per avvertire e localizzare le diverse parti del corpo, sia per associarvi la funzione simbolica. La simbolizzazione destra-sinistra verrà stimolata metodicamente in tutto l’ultimo periodo. (Quest’osservazione non deve essere scoperta dal bambino e va effettuata senza alcuna ansietà dall’educatore).
  3. L’ORIENTAMENTO METODICO DELLO SCHEMO CORPOREO E IL SUO CONSOLIDAMENTO
    • Quando gli esercizi d’imitazione di gesti sono realizzati dalla maggior parte di bambini che si trovano nella stessa situazione, introdurre la verbalizzazione destra-sinistra. (Questo esercizio si rivolge ai bambini che hanno risolto i loro problemi). A tale scopo, l’insegnante dovrà porsi con il dorso rivolto ai bambini. 
    • Per i bambini che hanno delle difficoltà: esercitare la loro funzione d’interiorizzazione in situazioni significative. 
      1. Constatare che si lanci un oggetto pesante più lontano con una mano che con l’altra. 
      2. Constatare che si ha più vivacità in una che nell’altra mano. Gioco: sistemare due bambini uno di fronte all’altro, con le mani dietro la schiena. Chiedere ad essi di prendere il più velocemente possibile un oggetto che è stato posto tra di loro. (Questa prova permette, in numerosi casi, di ottenere una diagnosi della dominanza). 
      3. Far constatare al bambino il lato che è più rapido. 
      4. Durante gli esercizi di presa di coscienza del corpo, far constatare al bambino che egli avverte meglio un lato e che localizza meglio i movimenti di un lato. 
    • Applicazione di tali acquisizioni in esercizi dinamici. 
      1. In relazione a manipolazioni con la palla: 
        • Lanciare la palla verso l’alto/ battere la palla al suolo, avanti , indietro, a destra, a sinistra di sé. (I comandi dovranno essere dati sempre più rapidi). 
        • Lanciarla verso l’alto (con la mano destra)/ batterla a terra (con la sinistra). 
        • Con una delle due mani, avanti, indietro, a destra, a sinistra. 
        • Passare la palla da una mano all’altra: dalla destra alla sinistra o inversamente/ davanti, indietro, in alto (intorno al collo), in basso (intorno alle cosce). 
      2. In relazione con gli esercizi di lancio-ripresa: 
        • Arrestare, battere, afferrare una palla con la destra, con la sinistra. 
        • Bloccare, colpire una palla con il piede destro, una con il sinistro. (Emettere i comandi con un ritmo sempre più veloce per diminuire il tempo di riflessione del bambino). 
      3. In relazione con gli esercizi di coordinazione dinamica generale. Per esempio, salto a piedi uniti: a destra/ a sinistra/ in avanti/ indietro. (Questo esercizio, invece che da soli, può essere fatto in due. Per esempio, i due bambini tengono un testimone di staffetta, trovandosi dalle due parti di un cerchio che tengono in mano. Dovranno eseguire correttamente l’esercizio a comando). 
      4. In relazione agli spostamenti. I bambini corrono. Al segnale, un passo a destra, un passo a sinistra, un mezzo giro. 

 

Indice

INTRODUZIONE
 

Cap. I. LA PSICOMOTRICITA’

  1. Cenni storici
  2. Psicomotricità: educazione, rieducazione e terapia

Cap. II. LE NOZIONI FONDAMENTALI DELLA PSICOMOTRICITA’

  1. Il tono
  2. Lo schema corporeo

Cap. III. LO SVILUPPO PSICOMOTORIO DEL BAMBINO

  1. Primo stadio: dalla vita intrauterina al terzo mese
  2. Secondo stadio: dal terzo al nono mese
  3. Terzo stadio: dal nono al diciottesimo mese
  4. Quarto stadio: dal diciottesimo mese al terzo anno

Cap. IV. L’EDUCAZIONE PSICOMOTORIA NELL’Età PRESCOLARE

  1. Attività motoria globale: gioco libero
  2. Esercizi di percezione del proprio corpo: controllo tonico; scoperta e presa di coscienza delle diverse parti del corpo con verbalizzazione; giochi d’imitazione di gesti e atteggiamenti; orientamento del corpo proprio.….
  3. Motricità fine: dallo scarabocchio al grafema
 
CONCLUSIONI

 

BIBLIOGRAFIA
 

Tesi di Laurea di: Maria PADOVANO

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