Perché il termine “NEUROPSICOMOTRICISTA” viene associato al "Terapista della NEURO e PSICOMOTRICITÀ dell’Età Evolutiva" ?

PARTE SPERIMENTALE - Correlazione tra Motricità e Linguaggio nello sviluppo del bambino

CAPITOLO 4 – PARTE SPERIMENTALE

INDICE PRINCIPALE

INDICE

INTRODUZIONE LAVORO

Durante lo svolgimento del tirocinio presso il Servizio TSRMEE – distretto C, Sora – dell’Azienda Usl di Frosinone, sotto la guida della terapista, ho potuto sperimentare la valutazione e il trattamento neuropsicomotorio in diversi bambini con differenti patologie, per poi poter selezionare il campione sperimentale del mio lavoro.

Questo capitolo illustra la parte sperimentale andando ad analizzare dapprima il caso clinico individuato e poi quello che potrebbe essere un ipotetico trattamento, basandomi sul Metodo SaM che verrà illustrato nel paragrafo 4.3, descrivendone nella prima parte le basi teoriche e successivamente la metodologia e le semplificazioni applicative che offrano chiarimenti concettuali e pratici, per l’intervento rivolto a soggetti in età evolutiva.

Il fulcro di questo lavoro è quello di guidare il soggetto a riappropriarsi del proprio corpo, dello spazio e del tempo in cui è situato, della cornice in cui pensa e agisce, in cui risponde agli stimoli ambientali, fino ad avere comportamenti adattivi per modificare l’ambiente sulla propria capacità di percezione e cognizione.

Con il nostro intervento, si vuole entrare nel circuito tra mente-percezione-azione, creando così una nuova relazione tra la persona e l’operatore della riabilitazione, capace di offrire stimolazioni “vive” e non passive per chi le accoglie.

INDICE

PRESENTAZIONE CASISTICA

Caso Clinico: 4,9 anni; DISTURBO DELLA COORDINAZIONE MOTORIA

DATI ANAMNESTICI

Nato il 13/09/2015, 4,9 anni. Secondogenito

Nato a termine alla trentasettesima settimana, da parto distocico per patologia materna (anemia mediterranea).

PAN: 3465 g, vagito immediato, assenza di sofferenza pre/perinatale. Lunghezza: 52,5 cm.

Viene riferito ittero con fototerapia di 24h circa per tre-quattro giorni.

Non viene riportato l’Apgar.

La gravidanza risulta essere stata in pericolo per ripetute minacce di parto prematuro dal sesto mese.

La cura a cui si è sottoposta la madre è stata: Terapia farmacologica e riposo a letto.

 Lo sviluppo psicomotorio nelle epoche fisiologiche

Tono muscolare nella norma.

C.C. (controllo del capo), entro il terzo mese.

C.T. (controllo del tronco), intorno al quinto mese.

D.Q. (deambulazione quadrupedica), verso il sesto – settimo mese. D.A. (deambulazione autonoma), verso il quattordicesimo mese. Bici con rotelle: 3,6aa.

 Lo sviluppo comunicativo-linguistico viene riferito nelle epoche fisiologiche

Lallazione non riferita.

P.P. (mamma e papà), intorno ai dodici mesi. P.F. (parola – frase), intorno ai 18 mesi.

Fino ai tre anni uso prevalente del gesto indicativo a supporto della comunicazione.

Sviluppo psichico

Allattamento artificiale dai due mesi.

Svezzamento circa al terzo mese, riferito senza problemi.

Attualmente alimentazione variata. Ha seguito regime dietetico per enterite cronica. Accrescimento staturo-ponderale nella norma.

Autonomie personali

Ritmo sonno-veglia regolare. Dorme sul letto con la madre. A volte vengono riportati incubi notturni.

Acquisito controllo sfinterico diurno e notturno all’età di 3,6 anni.

Riferiti alcuni episodi di enuresi notturna.

Anamnesi patologica remota

All’età di tre mesi riferita broncopolmonite.

All’età di dodici mesi circa, riferito “trauma cranico” con ematoma in seguito a caduta accidentale in casa.

Dall’età di dodici mesi circa, riferita “enterite cronica” con ricoveri prolungati.

Anamnesi socio-familiare

Padre: 33aa, abs, disoccupato.

Madre: 40aa, abs, casalinga; n. di gravidanze 2.

Tra i due genitori non c’è consanguineità

Non vengono riferite malattie tra gli ascendenti.

AREA COMPORTAMENTO-RELAZIONALE

Il bambino di anni 4,9 anni frequenta il II anno della scuola dell’infanzia.

Il bambino non mostra difficoltà di separazione dalla figura parentale di riferimento (madre e/o padre).

Disponibile all’interazione e allo scambio comunicativo linguistico, adeguata la mimica facciale, la triangolazione visiva, e il gesto indicativo con funzione richiestiva.

Si mostra tranquillo e partecipe alle attività proposte.

Vengono rilevate durante la somministrazione delle prove, labilità attentiva e iperverbalità.

LIVELLO MOTORIO-PRASSICO

Funzione visiva e uditiva apparentemente nella norma. Tono muscolare nella norma.

Il bambino utilizza passaggi posturali non sufficientemente adeguati all’età cronologica.

Si evince, tuttavia, ridotta scioltezza e scarso controllo della coordinazione e dell’equilibrio soprattutto nell’esecuzione di schemi motori complessi.

Presenta lieve intrarotazione degli arti inferiori e sincinesie degli arti superiori.

Vengono inoltre, riportate maggiori difficoltà nell’esecuzione di schemi motori crociati e in sequenza tra arti superiori e/o inferiori.

Nell’esecuzione di abilità fini-motorie prevalenza d’uso e gestuale destra, presente però alternanza con l’arto controlaterale.

L’approccio all’oggetto è diretto, la presa sufficientemente variabile e adeguata alle caratteristiche dell’oggetto; presente ma non stabile la presa a pinza superiore.

L’approccio motorio nella motricità fine con ridotta fluidità, scarsa settorializzazione del movimento e scarsa integrazione funzionale tra gli arti superiori.

Tali difficoltà che si ripercuotono nelle prassie bimanuali (uso delle forbici, nodo, fiocco), nelle attività grafiche e nelle autonomie personali.

Nelle abilità prassico - costruttive il bambino riproduce figure piane con modello cartaceo, (ridotto l’allineamento dei singoli pezzi che l’orientamento dell’intera figura).

Maggiori difficoltà nella riproduzione di configurazioni tridimensionalità sia con modello cartaceo, sia con modello concreto.

Il bambino indica parti dello schema motorio primario su di sé e sull’altro.

Livello motorio – prassico

APCM-2 – Protocollo per la valutazione delle Abilità Prassiche e della Coordinazione Motoria (L. Sabbatini, Y. Tsafrir, E. Iurato) (2-8 anni)

 

ABILITA' VALUTATE

Punt.

 

ottenu to

 

Punt. max

 

Valore normalizza to

 

50° percentil e

 

5° percentil e

 

10° percentil e

EQUILIBRIO e

COORDINAZIONE

 

7

 

24

 

45,8

 

62,5

 

29,2

 

33,3

OCULOMOZIONE

4

10

50,0

50,0

20,0

30,0

SEQUENZIALITÀ

2

24

8,3

29,2

12,5

12,5

COORDINAZIONE DINAMICA

 

4

 

10

 

70,0

 

70,0

 

20,0

 

30,0

ABILITÀ GRAFO-

MOTORIE

 

4

 

22

 

18,2

 

40,9

 

13,6

 

13,6

ABILITÀ

MANUALI-GESTI TRANSITIVI

 

 

 

6

 

 

 

18

 

 

 

44,4

 

 

 

55,6

 

 

 

5,6

 

 

 

16,7

GESTI SIMBOLICI

12

24

62,5

75,0

25,0

29,2

ABILITÀ

PRASSICO- COSTRUTTIVE

 

 

 

5

 

 

 

20

 

 

 

30,0

 

 

 

40,0

 

 

 

5,0

 

 

 

5,0

APCM-2 - seconda valutazione

Dalla somministrazione dell’APCM-2 emerge un profilo funzionale che colloca le performance del bambino al di sotto della media per età cronologica; in particolare le cadute più significative si osservano:

  • Nell’Equilibrio e Coordinazione dove il b.o si colloca al 5%ile
  • Nella Sequenzialità dove il b.o si colloca <5%ile
  • Nelle Abilità grafo-motorie dove il b.o si colloca tra il 5% e il 10%ile
  • Nei Gesti simbolici dove il b.o si colloca >10%ile

Nelle altre aree si evince una fragilità qualitativa.

Competenze visuo-percettive e visuo-spaziali

Test di percezione visiva (TPV) di Hammill, Pearson e Voress (4-10 anni)

Punteggi standard dei subtest

Subtest

Punt. grezzo

Età equivalente

Rango %ile

Coordinazione occhio-mano

84

<3,11

25%

Posizione nello spazio

10

4,10

50%

Copiatura/riproduzione

5

<3,11

37%

Figura-sfondo

8

4,3

37%

Rapporti spaziali

10

4,8

50%

Completamento di figura

4

4,3

37%

Velocità visuo-motoria

0

<3,11

16%

Costanza della forma

6

<3,11

63%

Punteggi compositi

Categorie

Quoziente

Rango %ile

Età equivalente

Percezione visiva generale

94

35%

3,11

Percezione visiva a motricità ridotta

98

45%ile

4,3

Integrazione visuo-motoria

90

25%ile

<3,11

LIVELLO PRASSICO – SIMBOLICO

Grafismo

Durante le attività grafiche l’assetto posturale del bambino risulta non sempre corretto e adeguato.

Impugnatura lo strumento grafico con la mano destra e la presa è di tipo tridigitale. Il tratto risulta marcato nella pressione sul foglio ed instabile nella direzionalità.

Il disegno spontaneo e su richiesta non risulta adeguato all’età cronologica del bambino.

Disegno spontaneo

Montagna: nel foglio il disegno si trova centrato nello spazio. Le dimensioni non vengono rispettate. La rappresentazione non rispecchia in modo adeguato l’oggetto del disegno.

Disegno su richiesta

  • Figura umana: manca organizzazione spaziale, non vengono rispettate le proporzioni tra le varie parti. Mancano naso, orecchie, pupille; le braccia e le gambe sono rappresentate da delle linee; il corpo è rappresentato da un cerchio con assenza di collo.
  • Casa: manca organizzazione dello spazio, presente la porta, mancano le finestre; occupa tutto il foglio per disegnare la casa e nel rappresentare il tetto si evidenzia una rotazione sia del foglio che del tronco. Nel colorare si evidenzia una disomogeneità e tratti grafici imprecisi.

Il bambino attraverso la tecnica del modeling riesce a migliorare la produzione grafica aggiungendo degli elementi alla figura umana.

Durante l’esecuzione delle prove si evidenziano continui aggiustamenti posturali a carico del tronco (in base all’orientamento dell’immagine) e degli arti superiori, accompagnati con rotazione del foglio.

LIVELLO COMUNICATIVO – LINGUISTICO

Livello fono – articolatorio

La capacità fonologica viene valutata attraverso la somministrazione di: PFLI, Prove per la valutazione fonologica del linguaggio infantile (Bortolini, 1995) (2-5aa)

Dal test PFLI emerge:

  • LME (lunghezza media enunciato): 6,92 > alla media per età cronologica
  • Inventario fonetico, incompleto. Mancano /g/; /ts/; /dz/; /ʎ/.
  • Presenti processi fonologici sia a carico della struttura fonotattica della parola sia del sistema fonologico
  • Risposte corrette: 59
  • Risposte semplificate: 71

Livello semantico – lessicale

Test del Vocabolario Recettivo, PPVT-R (standardizzato per la popolazione italiana da Stella, Pizzoli e Tressoldi) (3-11aa)

Il bambino nel PPTV ottiene un quoziente verbale pari a 69 per età cronologica (-2 ds).

Livello morfo – sintattico

Comprensione verbale

Prova di Valutazione della Comprensione Linguistica – PVCL (Rustioni, Lancaster 1994;2007) (3,6-8aa)

Non supera il protocollo relativo all’età cronologica. Ottiene un punteggio MOLTO BUONO nel protocollo relativo ai 3,6-4 anni.

Produzione verbale

Il bambino utilizza, spontaneamente, frasi: soggetto-verbo (SV); verbo-oggetto (VO); soggetto-verbo-oggetto (SVO)

Il livello morfo sintattico può essere valutato con il calcolo della LUNGHEZZA MEDIA

DELL’ENUNANCIATO da cui emerge:

  • LME (lunghezza media enunciato): 6,92 > alla media per età cronologica

SINTESI

Dalla seguente valutazione emerge un profilo di sviluppo non adeguato all’età cronologica

Nell’area motorio – prassica si nota una caduta nelle abilità grosso – motorie, in particolare nell’Equilibrio e Coordinazione, nella Sequenzialità e ridotta scioltezza posturale e scarso controllo nelle prove di equilibrio statico e dinamico.

Maggiori difficoltà nell’esecuzione di schemi motori crociati e in sequenza tra arti superiori e/o inferiori.

Nella motricità fine la ridotta fluidità, la scarsa settorializzazione del movimento e la scarsa integrazione funzionale tra gli arti superiori, influenzano soprattutto, l’esecuzione di attività prassico - bimanuali e grafiche.

Il tratto grafico risulta marcato ed instabile nella direzionalità. Il disegno spontaneo e su richiesta risulta non adeguato all’età cronologica del bambino, in cui c’è una scarsa capacità di simbolizzazione.

La PV spontanea è formata da frasi SVO; processi di semplificazione fonologici e morfologici non adeguati all’età.

La CV è inferiore all’età cronologica.

Vengono rilevati durante la somministrazione delle prove labilità, attentiva e iperverbalità.

PROFILO DI SVILUPPO

PROFILO DI SVILUPPO

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PRESENTAZIONE METODO SaM

Il metodo SaM (Sense and Mind) nasce grazie all’esperienza clinica e all’integrazione e sviluppo di tecniche e metodi differenti. La struttura del modello permette di accogliere proposte differenti e di offrire spazio di espressione specializzata ai diversi operatori della riabilitazione (medici, fisioterapisti, terapisti della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, logopedisti, psicologi, terapisti occupazionali, educatori).

Il modello del metodo SaM ha come riferimento le basi neurofisiologiche dell’Embodied Cognition, focalizza l’attenzione su ciò che attualmente si conosce sull’organizzazione del movimento e degli spazi, sulla multimodalità e sulle immagini mentali. Attraverso un approccio process oriented con il metodo SaM si lavora sempre con il corpo, che abita il mondo e lo conosce, per agire sui meccanismi più «alti». Il metodo permette quindi di intervenire sul comportamento partendo dalle esperienze sensomotorie. Si agisce con i pazienti in modo integrato, muovendosi in un sistema complesso, ma che da importanti indicazioni sull’impostazione dell’intervento riabilitativo.

Lo spazio del corpo, motorio e dinamico, costruisce l’ambiente esterno grazie all’integrazione multimodale delle informazioni propriocettive, vestibolari, tattili, visive e uditive. Gli spazi costruiti dal corpo con i suoi strumenti naturali (spazio motorio) e quelli costruiti attraverso di esso con gli altri sensi, quali la vista, il tatto o l’udito, si integrano naturalmente e permettono all’individuo di compiere azioni adeguate alle proprie necessità. In molte problematiche dell’età evolutiva, lo spazio del corpo non si organizza nel modo appropriato, oppure si disorganizza.

Il corpo costruisce lo spazio peripersonale (vicino) muovendosi in esso per prendere oggetti, manipolarli, porgerli a qualcuno, entrare in una relazione coinvolgente con le altre persone. Le esperienze che si compiono nello spazio vicino permettono di costruire il proprio vocabolario di atti motori; una difficoltà nello spazio personale rende difficoltosa la costruzione dello spazio extrapersonale (lontano).

Nel metodo SaM il contesto terapeutico e già orientato verso l’organizzazione della dimensione temporale: in ogni esercizio si favorisce la percezione ordinata delle informazioni negli aspetti di successione e sincronia; è sempre presente la dimensione ritmica, che dà ordine al movimento umano. La percezione della sincronia, cioè della simultaneità degli eventi, sembra essere molto importante per l’integrazione tra stimoli sensoriali differenti e, quindi, delle rappresentazioni multisensoriali del mondo esterno.

L’approccio process oriented nel metodo SaM, piò essere applicato sia in fase valutativa che in fase riabiliativa, così facendo c’è una costante rimodulazione dei micro-obiettivi da perseguire all’interno della seduta e degli strumenti utili per raggiungerli. In tal senso, il modello della valutazione del processo sostiene continuamente il momento del trattamento, offrendo a chi riabilita una struttura solida di movimento e verifica di ciò che accade in ogni istante all’interno del setting terapeutico.

Attraverso una metodologia Embodied il riabilitatore non solo vede l’altro, ma lo sente, lo percepisce, lo vive nella relazione di reciprocità intenzionale all’interno di obiettivi condivisi; questo sistema ha sempre caratteristiche di dinamicità e di circolarità, in un rapporto in cui la proposta viene decodificata, elaborata, sperimentata e restituita in un continuo di attivazioni corporee.

Il metodo interviene progressivamente sulla capacità di trattenere nella memoria di lavoro le informazioni sul proprio corpo che interagisce con gli spazi e di usarle, attivando processi riferiti all’esperienza appena trascorsa per riprodurla in vario modo. Le immagini mentali motorie in prima e in terza persona e quelle visuo-spaziali sono continuamente create attraverso il richiamo spontaneo di esperienze depositate sia nella memoria di lavoro, sia in quella a lungo termine. Creare immagini, attivare processi di manipolazione delle stesse e utilizzarle in modi diversi permette di intervenire sugli aspetti cognitivi, anche ai livelli più alti di astrazione.

L’integrazione multimodale delle informazioni e un altro punto fondamentale del metodo: essa si realizza attraverso tecniche che sfruttano diverse tipologie di apprendimento. Si utilizzano modalità che favoriscono l’apprendimento implicito, come quello per imitazione attraverso i neuroni specchio. I sensi assumono la funzione, non solamente recettiva, ma anche adattiva, traendo informazioni dall’ambiente e consentendoci di adattare di conseguenza il nostro comportamento per essere agenti competenti.

Durante il trattamento, il riabilitatore seleziona attività e strumenti che sollecitano uno o più portali e/o ne disattivano altri, in quel momento disfunzionali. Si crea, in tal modo, un dialogo attivo tra i sistemi sensoriali che, nel massimo dell’integrazione possibile, consente al soggetto l’organizzazione dell’azione e il suo consolidamento al fine dell’apprendimento e della generalizzazione. L’attivazione di portali silenti o poco efficaci, alzando la soglia di quelli iperattivi, favorendo l’integrazione di alcuni piuttosto che di altri, ha il fine di sollecitare le interconnessioni funzionali all’adattarsi del soggetto al contesto. Nessun portale viene tralasciato: ognuno di essi ha valore rispetto alla capacità di orientarsi nel mondo fisico, cognitivo ed emozionale e, come tale, va considerato degno di valutazione ed eventuale intervento riabilitativo.

Il lavoro specifico sugli aspetti temporali che il metodo contiene in sé sollecita la stabilizzazione della base sulla quale gli elementi di percezione si istallano e integrano 1.

Figura 4. 1. Metodo SaM; Descrizione del metodo SaM nelle diverse aree di intervento.

Figura 4. 1. Metodo SaM; Descrizione del metodo SaM nelle diverse aree di intervento.

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L’INTERVENTO CON IL METODO: LE ATTIVITÁ

Il metodo prevede delle attività strutturate, in cui il compito è spaziale e temporale. Nelle attività è necessario che la programmazione sia dell’azione semplice che del comportamento complesso, si svolga attraverso processi esecutivi adeguati che sono alla base sia di azioni semplici, sia di comportamenti articolati.

Le attività del metodo sono suddivisibili in attività base e attività di integrazione multimodale.

Le attività base si avvalgono di modalità di apprendimento senza errore. Questa tecnica consiste nell’inserire uno stimolo di aiuto che impedisca di sbagliare. Il soggetto sperimenta il movimento nel modo più corretto possibile e l’operatore lo mette con gradualità in condizione di riprodurlo in maniera autonoma, togliendo poco per volta la guida motoria e le facilitazioni. Queste attività intervengono prevalentemente sullo schema corporeo.

Le attività di base sono:

  • Movimenti ritmici
  • Asse longitudinale del corpo
  • Esplorazione degli emispazi peripersonali

Le attività di integrazione multimodale prevedono: una consegna, l’esperienza sensomotoria, che viene chiamata Fase 1 e segue immediatamente la consegna; la fase successiva, o Fase 2, nella quale viene chiesto al soggetto di riproporre in vari modi l’esperienza vissuta poco prima.

Attraverso la consegna appropriata, dalla Fase 1 è possibile passare alle Fase 3 o alla Fase 4.

Nella Fase 3, le attività di integrazione multimodale possono essere utilizzate per compiere trasformazioni sulle immagini mentali, sia motorie che visuospaziali. Lo sviluppo di queste capacità è molto importante per apprendere o riapprendere a utilizzare le immagini mentali per risolvere problemi inusuali, esercitare la propria creatività per scoprire collegamenti fra gli eventi ecc.

Nella fase 4, le attività del metodo possono essere utilizzate e integrate con altre che permettono di intervenire direttamente su problematiche della vita quotidiana, quali scrittura, il metodo di studio, le esperienze temporali o il disorientamento spaziale.

Le attività di integrazione multimodale sono:

  • Contatti puntuali
  • Posizioni del corpo
  • Manipolazione di materiali
  • Manipolazione con strumenti lasciando tracce
  • Esperienze sensomotorie a partire dall’oggetto
  • Percorsi aperti e chiusi
  • Operazioni sulle immagini mentali 2

Figura 4.2 Descrizione della tipologia di esercizi

Figura 4.2 Descrizione della tipologia di esercizi

Le consegne

Il metodo prevede diversi tipi di consegna, suddivisi in base al portale sensoriale maggiormente attivato: motoria, visiva, verbale, tattile, con scambio di ruoli e mista; quindi, la scelta della consegna è significativa per lavorare in modo mirato sulle funzioni e sul percorso esecutivo.

Consegna motoria

Il soggetto bendato viene guidato dall’operatore che, utilizzando le facilitazioni più opportune, induce motoriamente l’attività. Questo tipo di consegna suscita una memoria sensomotoria e la costruzione di immagini mentali motorie in prima persona.

Consegne verbali

In questo tipo di consegna l’operatore spiega a parole ciò che il paziente dovrà sperimentare attraverso l’atto motorio. Essa piò rappresentare in successione la sequenza di tutti gli elementi, oppure esplicitare solo il risultato finale.

Consegne visive

Nella consegna visiva il paziente viene invitato ad osservare un’immagine, che dovrà realizzare in autonomia nello spazio peripersonale o extrapersonale. Se si vogliono sfruttare i neuroni specchio, si può richiedere di riprodurre un’azione appena osservata.

Consegna tattile

Il soggetto bendato viene indotto dall’operatore a esplorare tattilmente quanto dovrà realizzare in un secondo momento tramite l’esperienza motoria. A tale scopo vengono usati oggetti e/o materiali che stimolino l’esplorazione sistematica.

Consegna con scambio di ruolo

È una consegna particolare in cui il soggetto “prende il posto” dell’operatore, che vive a sua volta l’esperienza indotta da una consegna proposta dal soggetto e scelta fra tutte le modalità descritte in precedenza.

Consegna mista

Tutte le consegne a disposizione possono essere, al bisogno, utilizzate in associazione tra di loro (ad esempio verbale e motoria, tattile e visiva, ecc.) 3

Fase 1: L’esperienza sensomotoria

È immediatamente successiva alla consegna, il paziente sperimenta, con il proprio corpo, quanto espresso dall’indicazione del terapista. L’esperienza corporea è prevalentemente motoria e, in casi in cui in consegna ed esperienza si utilizzano portali sensoriali differenti, è necessaria una maggiore integrazione. È in questa fase che, secondo quanto confermato dalla teoria dell’embodied cognition, il corpo costruisce i suoi spazi.

Fase 2: Riproduzione dell’esperienza per creazione di immagini mentali

Il bambino viene invitato a riprodurre quanto esperito. Ciò rende osservabili le capacità del paziente di elaborare informazioni e creare immagini mentali. Ne esistono diverse modalità:

  • Sul corpo del terapista
  • Sulla sabbia o su una tavoletta ricoperta da materiale modellabile.
  • Attraverso la manipolazione di diversi materiali
  • Su un geopiano
  • Lasciando la propria traccia con il colore o con altro materiale.

La modalità di riproduzione viene scelta in base alla situazione del soggetto, del suo funzionamento e dell’obiettivo da raggiungere.

Fase 3: Trasformazioni delle immagini mentali

Nella Fase 3 si collocano tutte quelle attività che chiedono, in modo diretto o indiretto, di eseguire operazione di trasformazione di immagini mentali. È una fase molto importante, perché con queste attività si interviene sulla cognizione spaziale.

Fase 4: La generalizzazione

Varia molto in base alle caratteristiche ed esigenze del paziente. Sono esercizi legati più esplicitamente alle difficoltà del bambino nel suo contesto favorendo l’estensione di quanto appreso nella vita quotidiana e fornendo al terapista un’ulteriore possibilità di verifica dell’efficacia del trattamento. 4

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OBIETTIVI DEL METODO SaM

Il metodo interviene sul processo esecutivo in multisensorialità e si rivolge a pazienti che presentano, sia difficoltà di programmazione del movimento sia difficoltà ad accedere o riaccedere alla cognizione spaziale.

L’intenzione è di dare agli operatori uno strumento per inserirsi nel normale processo di apprendimento (o riapprendimento) e accompagnare il soggetto, all’interno del setting riabilitativo, alla maggior autonomia possibile nel movimento e nelle attività di vita quotidiana, abitudinarie o inusuali. L’impegno è quello di guidare il soggetto ad appropriarsi o a riappropriarsi del proprio corpo, dello spazio e del tempo in cui è situato, della cornice in cui “pensa” e agisce, in cui si trova a rispondere agli stimoli ambientali ed attivare comportamenti adattivi.

In poche parole, gli obiettivi del trattamento mirano a:

  • Trasmettere conoscenze aggiornate e mirate in chiave applicativa
  • Proporre l’assunzione di una prospettiva neuropsicomotoria che vede al primo posto l’unità corpo-mente.
  • Offrire importanti momenti di esperienza diretta delle attività
  • Sviluppare competenze comunicative, anche con numerose opportunità di condivisione
  • Promuovere competenze di tipo progettuale5

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IPOTETICO TRATTAMENTO

Tenendo conto delle difficoltà del caso clinico esposto precedentemente, si ritiene opportuno proporre al bambino diverse attività, che vado a stimolare l’acquisizione di una propria immagine mentale, per questo di andrà a lavorare in vari tipi di spazio con attività differenti, per permettere riabilitare il controllo sul corpo e sullo spazio che lo circonda.

LE ATTIVITÁ DELLO SPAZIO PERSONALE, O SPAZIO DEL CORPO

 

(1) Attività di integrazione multimodale spazio personale – Spostamento rettilineo sul piano sagittale dell’asse longitudinale.

Struttura delle attività di integrazione multimodale

  1. Consegna (motoria o verbale)
  2. Fase 1: esperienza sensorimotoria a occhi bendati
  3. Fase 2: Riproduzione dell’esperienza

Struttura specifica dell’attività Spostamento rettilineo

  1. Consegna e Fase 1 (F1): Movimento ritmico del cammino: succedersi regolare di passi sul piano sagittale con spostamento in avanti dell’asse longitudinale nello spazio extrapersonale.
  2. Fase 2 (F2): riproduzione dell’esperienza vissuta con diverse modalità.

Descrizione

Consegna motoria “Senti cosa ti faccio fare”

L’operatore induce il soggetto, bendato, a camminare tenendo le proprie mani appoggiate ai fianchi.

FASE 1 “Fai da solo quello che ti ho fatto fare”

Il soggetto ritorna alla posizione di partenza, si benda e si muove rispettando la consegna.

FASE 2 “Fai a .. quello che hai fatto tu”

Il soggetto riproduce F1, con varie modalità:

Bendato; con strumento e materiale modellabile o con un pennarello su un foglio.

A occhi aperti; sull’operatore ecc.

Consegna verbale “Cammina dritto in avanti”

FASE 1: Il soggetto bendato esegue la consegna verbale

FASE 2: “Fai a .. quello che hai fatto tu”

Il soggetto riproduce F1, con varie modalità (come descritto nella consegna motoria)

Valutazione

  • Il tempo: successione, durata, sincronia del movimento, struttura del passo.
  • Lo spazio: spazio personale, peripersonale in F2, extrapersonale, noicentrico.
  • Funzioni esecutive: attenzione, memoria di lavoro, inibizione.
  • Percorso esecutivo: motivazione, intenzionalità motoria, verifica di F1 in conclusione
  • Immagini mentali: motorie per F1 e F2 con graduale passaggio dalla prima alla terza persona; visuospaziali della stanza.
  • Linguaggio verbale: In F2 utilizzo del linguaggio verbale interno, se nella riproduzione con lo strumento disegna.

Figura 4.3 Succedersi regolare di passi sul piano sagittale con spostamento in avanti dell’asse longitudinale nello spazio extrapersonale.

Figura 4.3 Succedersi regolare di passi sul piano sagittale con spostamento in avanti dell’asse longitudinale nello spazio extrapersonale.

 

(2) Attività di integrazione multimodale spazio personale – Contatti puntuali

Struttura delle attività di integrazione multimodale

  1. Consegna (motoria)
  2. Fase 1: esperienza sensorimotoria a occhi bendati
  3. Fase 2: Riproduzione dell’esperienza

Struttura specifica dell’attività Contatti puntuali

  1. 1. Consegna motoria e Fase 1 (F1): Il soggetto percepisce e riproduce su sé stesso dei contatti puntuali eseguiti secondo tre modalità, in modo sequenzialmente ordinato, sempre procedendo in senso craniocaudale.
  2. Fase 2 (F2): Il soggetto riproduce sul corpo dell’operatore gli stessi contatti puntuali.

Descrizione

È un’attività che interviene sui confini del corpo.

Di base non si corregge, ma si cerca di comprendere la logica dell’errore.

Consegna è solo motoria

L’esecuzione delle attività varia sulla base di 3 modalità:

1. Contatti puntuali anteriori sulla linea mediana

Consegna: “Senti dove ti tocco”

L’operatore tocca con la punta del dito, superficialmente e velocemente, il soggetto bendato, iniziando sempre dalla testa e proseguendo lungo il piano sagittale fino all’ombelico. Esegue da un minimo di 2 a un massimo di 7 tocchi.

FASE 1: “Toccati dove ti ho toccato io”

Il soggetto, senza bendarsi, si tocca gli stessi punti con la stessa sequenza.

FASE 2: “Toccami dove ti ho toccato io”

Il soggetto, a occhi aperti, tocca negli stessi punti l’operatore, che ha mantenuto il suo posto, con la stessa sequenza.

2.Contatti puntuali simmetrici sugli emispazi

Consegna: “Seni dove ti tocco”

L’operatore tocca in modo sincrono con la punta di due dita, superficialmente e velocemente, il soggetto bendato iniziando dalla testa e proseguendo simmetricamente lungo gli emispazi fino ai piedi. Esegue da un minimo di 2 a un massimo di 7 tocchi. Non tocca gli arti superiori.

FASE 1: “Toccati dove ti ho toccato io”

Il soggetto, senza bendarsi, si tocca negli stessi punti con la stessa sequenza.

FASE 2: “Toccami dove ti ho toccato io”

Il soggetto, a occhi aperti, tocca negli stessi punti l’operatore, che ha mantenuto il suo

posto, con la stessa sequenza.

3. Contatti puntuali asimmetrici sugli emispazi.

Consegna: “Seni dove ti tocco”

L’operatore tocca in modo sincrono con la punta del dito, con un contatto profondo e lento, il soggetto bendato iniziando dalla testa e proseguendo asimmetricamente lungo gli emispazi fino ai piedi. Esegue da un minimo di 2 a un massimo di 7 tocchi.

Non tocca gli arti superiori.

FASE 1: “Toccati dove ti ho toccato io”

Il soggetto, senza bendarsi, si tocca negli stessi punti con la stessa sequenza.

FASE 2: “Toccami dove ti ho toccato io”

Il soggetto, a occhi aperti, tocca negli stessi punti l’operatore, che ha mantenuto il suo posto, con la stessa sequenza.

Valutazione

  • Il tempo: successione, durata, sincronia del movimento, struttura ritmica.
  • Lo spazio: spazio personale, peripersonale in F2, noicentrico.
  • Funzioni esecutive: attenzione, memoria di lavoro, inibizione, flessibilità.
  • Percorso esecutivo: intenzionalità motoria
  • Immagini mentali: motorie per F1 e F2 con graduale passaggio dalla prima alla terza persona; visuospaziali della stanza.
  • Linguaggio verbale: possibile utilizzo del linguaggio verbale interno, soprattutto nella modalità 3.

 

(3) Attività di integrazione multimodale spazio personale – Posizioni del corpo

Struttura delle attività di integrazione multimodale

  1. Consegna (motoria, visiva, visiva su imitazione)
  2. Fase 1: esperienza sensorimotoria a occhi bendati
  3. Fase 2: Riproduzione dell’esperienza

Struttura specifica dell’attività Posizioni del corpo

  1. Consegna motoria e Fase 1 (F1): Posizionamento, in senso craniocaudale, di ciascun arto dalla posizione iniziale (0) alla posizione finale (1) in modo sequenzialmente ordinato.
  2. Fase 2 (F2): Riproduzione sull’operatore dell’esperienza vissuta.

Descrizione

Gli arti si dispongono in diverse posizioni rispetto al piano sagittale e il corpo assume e mantiene nella memoria di lavoro una postura differente rispetto alla postura iniziale.

Di base non si corregge, ma si cerca di comprendere la logica dell’errore. La modalità d’esecuzione delle attività varia a seconda della consegna:

1. Consegna motoria

Consegna: “Senti come ti metto” e “Ti rimetto a posto”

L’operatore posiziona gli arti del soggetto bendato seguendo la sequenza prestabilita (di base si usa la seguente sequenza: arto superiore destro, arto superiore sinistro, arto inferiore destro, arto inferiore sinistro) e li riporta alla posizione di partenza nella stessa sequenza.

FASE 1: “Mettiti come ti ho messo io” e “Rimettiti a posto”

Il soggetto, senza sbendarsi, posizione i propri arti rispettando la consegna, sia temporalmente, sia spazialmente, e si rimette nella posizione di partenza, nella stessa sequenza.

FASE 2: “Mettimi come ti ho messo io” e “Rimettimi a posto”

Il soggetto, a occhi aperti, posiziona gli arti dell’operatore, che ha preso il suo posto, rispettando la consegna motoria, e poi lo riporta alla posizione di partenza, nella stessa sequenza.

2. Consegna visiva con esplorazione esplicita dello spazio peripersonale

Consegna: “Guarda bene come mi metto” e “Mi rimetto a posto”

L’operatore, posto di fronte al soggetto che lo guarda, posiziona gli arti secondo una sequenza prestabilita e si rimette in posizione di partenza nella stessa sequenza. FASE 1: “Mettiti come mi ero messo io” e “Rimettiti a posto”

Il soggetto si benda dopo aver preso il posto dell’operatore, posiziona i propri arti rispettando la consegna, sia temporalmente, sia spazialmente, e si rimette nella posizione di partenza, nella stessa sequenza.

FASE 2: “Mettimi allo stesso modo” e “Rimettiti a posto”

Il soggetto a occhi aperti posiziona gli arti dell’operatore, che ha preso il suo posto, nel rispetto della consegna motoria, e lo riporta alla posizione di partenza, nella stessa sequenza.

NOTA: Si fa due volte il cambio di posto.

3. Consegna visiva imitativa (neuroni specchio)

Consegna: “Guarda bene come mi metto e mettiti allo stesso modo insieme a me” o “Guarda come mi metto e mettiti allo stesso modo subito dopo di me”

L’operatore posiziona i propri arti e il soggetto a occhi aperti, in contemporanea o su imitazione successiva, posiziona i propri a specchio.

FASE 1: “Mettiti come mi ero messo io” e “Rimettiti a posto”

Il soggetto si benda (senza cambiare posto), posiziona i propri arti rispettando la consegna e si rimette nella posizione di partenza. L’operatore può riattivare la configurazione spaziale in sincronia con il soggetto.

FASE 2: “Mettimi allo stesso modo” e “Rimettiti a posto”

Il soggetto a occhi aperti posiziona gli arti dell’operatore, nel rispetto della consegna motoria, e lo riporta alla posizione di partenza nella stessa sequenza.

NOTA: Non si fa mai il cambio di posto.

Valutazione

  • Il tempo: successione, durata, struttura ritmica.
  • Lo spazio: spazio personale, peripersonale se c’è contatto con il piano d’appoggio, nelle consegne visive e in F2; noicentrico.
  • Funzioni esecutive: attenzione, memoria di lavoro, inibizione, flessibilità.
  • Percorso esecutivo: motivazione; intenzionalità motoria; pianificazione motoria.
  • Immagini mentali: motorie per F1 e F2 con graduale passaggio dalla prima alla terza persona
  • Linguaggio verbale: utilizzo spesso compensatorio del linguaggio verbale interno.

Figura 4.4 Varie posizioni del corpo

Figura 4.4 Varie posizioni del corpo

LE ATTIVITÁ PER LO SPAZIO PERIPERSONALE

 

(4) Attività di integrazione multimodale spazio personale/peripersonale –

Manipolazione di materiali

Struttura delle attività di integrazione multimodale

  1. Consegna (motoria, verbale, visiva, visiva su imitazione e tattile)
  2. Fase 1: Esperienza sensorimotoria
  3. Fase 2: Riproduzione dell’esperienza. Si esegue solo in casi particolari.

Struttura specifica dell’attività Manipolazione materiali

Utilizzo di un materiale informe per ottenere con la manipolazione, senza strumenti, un materiale strutturato rispettando dei vincoli (di base viene dato il vincolo di non staccare i pezzi e di creare quanto richiesto usando tutto il materiale disponibile).

Descrizione

Si usano materiali e consegne differenti.

Di base non si corregge, ma si cerca di comprendere la logica dell’errore.

Si può chiedere la manipolazione a occhi bendati e la successiva verifica visiva.

Le consegne fondamentali sono: verbale; motoria; visiva (si fa vedere l’oggetto costruito o un suo disegno); visiva su imitazione (neuroni specchio); tattile (si fa toccare un oggetti con una forma e si chiede di riprodurlo con il materiale).

Le attività si differenziano in:

1.Attività di manipolazione basilari: plasmare oggetti semplici

Consegna: Le consegne più usate sono: verbale, motoria, visiva su imitazione. Gli oggetti possono essere: palla, pallina, bastone, cono.

FASE 1: Creazione dell’oggetto.

FASE 2: Il soggetto a occhi aperti fa fare all’operatore lo stesso oggetto. Questa fase si

esegue raramente spesso legata a obiettivi particolari.

2.Attività di manipolazione lasciando impronte o tracce

Consegna: motoria, visiva, visiva su imitazione.

Le impronte possono essere: impronte nel materiale modellabile con diverse pressioni; tacce lineari, curvilinee, spazzate più o meno evidenti, eseguite con le mani nel materiale modellabile.

FASE 1: Il soggetto esegue la consegna rispettando i vincoli.

FASE 2: Il soggetto a occhi aperti fa fare all’operatore quanto ha eseguito nella F1.

Questa fase si esegue con obiettivi particolari.

3.Attività di manipolazione complesse

Consegna: Le consegne più usate sono: verbale con vincoli, visiva, tattile

Si può chiedere di creare: una forma geometrica, un fiore, un albero, una persona, un animale, un oggetto, una lettera, ecc.

FASE 1: Il soggetto esegue la consegna rispettando i vincoli. Se bendato si può chiedere

la verifica successiva con l’integrazione visiva.

FASE 2: Rara, solo per alcuni oggetti.

4.Attività di manipolazione a più mani

Consegna: Le consegne più usate sono: verbale con vincoli, visiva, tattile

Si può chiedere di creare insieme (fra due soggetti, o soggetto e operatore) oggetti semplici e complessi: una palla, una pizza, una forma geometrica, un albero, una persona, un animale.

FASE 1: I soggetti bendati eseguono la consegna rispettando i vincoli (ad es. dichiarando verbalmente solo il nome dell’oggetto da creare, alternandosi nella costruzione ecc.) Si può chiedere la verifica successiva con l’integrazione visiva.

FASE 2: Non prevista.

Materiali: argilla, plastilina, sabbia cinetica, pasta di sale.

Valutazione

  • Il tempo: successione, durata, sincronia, struttura ritmica.
  • Lo spazio: spazio personale, peripersonale; noicentrico.
  • Funzioni esecutive: attenzione, memoria di lavoro, inibizione, flessibilità.
  • Percorso esecutivo: motivazione; intenzionalità motoria; rappresentazione del problema; pianificazione; verifica; consapevolezza.
  • Immagini mentali: visuospaziali, motorie, integrazione fra le immagini mentali motorie e visuospaziali.
  • Linguaggio verbale: In integrazione con gli aspetti spaziali.

Figura 4.5 Attività di manipolazione lasciando impronte o tracce

Figura 4.5 Attività di manipolazione lasciando impronte o tracce

 

(5) Attività di integrazione multimodale spazio personale/peripersonale –

Manipolazione con strumenti lasciando tracce

Struttura delle attività di integrazione multimodale

  1. Consegna (motoria, verbale, visiva, visiva su imitazione e tattile)
  2. Fase 1: esperienza sensorimotoria
  3. Fase 2: Riproduzione dell’esperienza. Si esegue solo in casi particolari.

Struttura specifica dell’attività Manipolazione con strumenti lasciando tracce

Utilizzo di uno strumento, che diviene il prolungamento del corpo, per lasciar tracce visibili del proprio operato su carta o su materiale modellabile.

Descrizione

Il corpo interviene attivamente per lasciare una sua impronta nel mondo.

Di base non si corregge, ma si cerca di comprendere la logica dell’errore.

Le consegne fondamentali sono: verbale; motoria; visiva (si fa vedere l’oggetto costruito o un suo disegno); visiva su imitazione (neuroni specchio); tattile (si fa toccare una traccia in rilievo e si chiede di riprodurla).

Le attività si differenziano in:

1.Attività di manipolazione con strumenti lasciando tracce basilari

Consegna: La più usata è quella motoria, ma possono essere usate quella verbale, visiva, visiva su imitazione, tattile.

Le tracce possono essere: orizzontali; verticali sul prolungamento del piano sagittale del soggetto e negli emispazi peripersonali; oblique; circolari in senso orario e antiorario.

I piani sono: verticale, orizzontale, obliquo.

FASE 1: Il soggetto fa autonomamente la traccia con l’oggetto (attenzione sulla presa), a occhi bendati o usando la vista.

FASE 2: Il soggetto a occhi aperti fa fare all’operatore lo stesso oggetto. Questa fase si esegue raramente spesso legata a obiettivi.

2.Attività di manipolazione con oggetti lasciando tracce complesse

Consegna: motoria, visiva, visiva su imitazione, tattile

Si uniscono tracce lineari con direzioni diverse e tracce circolari, a comporre un percorso più o meno complesso; si tracciano figure chiuse, regolari o irregolari; si tracciano lettere.

FASE 1: Il soggetto bendato o a occhi aperti esegue la consegna rispettando i vincoli.

FASE 2: Il soggetto a occhi aperti fa fare all’operatore quanto ha eseguito nella F1. Questa fase si esegue con obiettivi particolari.

Strumenti utilizzati: spugne; pennelli a dita; pennelli di diverse dimensioni; pennarelli; matite.

Valutazione

  • Il tempo: successione, durata, sincronia, struttura ritmica.
  • Lo spazio: spazio personale, peripersonale; noicentrico.
  • Funzioni esecutive: attenzione, memoria di lavoro, inibizione, flessibilità.
  • Percorso esecutivo: motivazione; intenzionalità motoria; rappresentazione del problema; pianificazione; verifica; consapevolezza.
  • Immagini mentali: visuospaziali, motorie, integrazione fra le immagini mentali motorie e visuospaziali.

Figura 4.6 Attività di manipolazione con strumenti lasciando tracce basilari

Figura 4.6 Attività di manipolazione con strumenti lasciando tracce basilari

Figura 4.7 Attività di manipolazione con strumenti lasciando tracce complesse

Figura 4.7 Attività di manipolazione con strumenti lasciando tracce complesse

 

(6) Attività di integrazione multimodale spazio personale/peripersonale –

Esperienze sensorimotorie a partire dall’oggetto

Struttura delle attività di integrazione multimodale

  1. Consegna (tattile o visiva)
  2. Fase 1: esperienza sensorimotoria ripetute, con tipi diversi di manipolazione di materiali e di strumenti.
  3. Fase 2: Riproduzione di una delle esperienze sull’operatore. Si esegue solo in casi particolari.

Struttura specifica dell’attività Esperienze sensorimotorie a partire dall’oggetto

L’oggetto, visto o percepito con il tatto, viene riprodotto con modalità diverse di manipolazione e di integrazione sensorimotoria.

L’oggetto può essere: una figura geometrica conosciuta; una figura irregolare bidimensionale o tridimensionale; una lettera o un numero.

Descrizione

Di base non si corregge, ma si cerca di comprendere la logica dell’errore.

Le attività posso essere di diverso tipo, in base a differenti possibilità di integrazione.

  • 1. Consegna tattile o visiva

Consegna: Si fa toccare o vedere un oggetto con una forma e si chiede di riprodurlo. FASE 1: Con la stessa consegna in rapida successione.

  • Attività di manipolazione di materiali diversi con uso della vista o bendati;
  • Attività di manipolazione con strumenti lasciando tracce con uso della vista o bendati;

Valutazione

  • Il tempo: successione, durata, sincronia, struttura ritmica.
  • Lo spazio: spazio personale, peripersonale; noicentrico.
  • Funzioni esecutive: attenzione, memoria di lavoro, inibizione, flessibilità.
  • Percorso esecutivo: motivazione; intenzionalità motoria; anticipazione; rappresentazione del problema; pianificazione; verifica; consapevolezza.
  • Immagini mentali: visuospaziali, motorie, integrazione fra le immagini mentali motorie e visuospaziali.
  • Linguaggio verbale: Si può intervenire sull’integrazione fra competenze verbali e spaziali.

Figura 4.8 Varie esperienze sensorimotorie a partire dall’oggetto

Figura 4.8 Varie esperienze sensorimotorie a partire dall’oggetto

Figura 4.9 Manipolazione dell’oggetto per creare l’esperienza sensorimotoria

Figura 4.9 Manipolazione dell’oggetto per creare l’esperienza sensorimotoria

LE ATTIVITÁ PER LO SPAZIO EXTRAPERSONALE LONTANO

 

(7) Attività di integrazione multimodale spazio personale/extrapersonale lontano

– Distanza

Struttura delle attività di integrazione multimodale

  1. Consegna (motoria, verbale, tattile, visiva con scambio di ruoli, mista)
  2. Fase 1: esperienza sensorimotoria
  3. Fase 2: Riproduzione di una dell’esperienza

Struttura specifica dell’attività Distanza

Movimento ritmico: succedersi regolare dei passi sul piano sagittale con spostamento in avanti dell’asse longitudinale, percorrendo distanze differenti con numeri differenti di passi.

Descrizione

Con questa attività si interviene sulla regolarità della misura del passo (Fase 1) e sulle proporzioni (Fase 1 e Fase 2). Si inizia a preparare l’intervento sulla “navigazione”. Di base non si corregge, ma si cerca di comprendere la logica dell’errore.

Le consegne possono essere di diverso tipo.

  • 1. Consegna motoria

Consegna: L’operatore induce il movimento al soggetto bendato, camminando dietro di lui “a specchio” e facendo eseguire percorsi di lunghezza diversa.

FASE 1: Il soggetto fa l’esperienza motoria in autonomia, bendato, dello stesso percorso.

FASE 2: Il soggetto riproduce l’esperienza motoria con varie modalità: se bendato, con strumento e materiale modellabile o con pennello grande su foglio; a occhi aperti, sull’operatore ecc.

2. Consegna visiva

Consegna: L’operatore dal punto di partenza, posto sul pavimento, chiede al soggetto di raggiungere camminando dritto in avanti un punto di arrivo, ipotizzando il numero di passi che dovrà fare.

FASE 1: Il soggetto fa l’esperienza motoria in autonomia, bendato, contando i passi. A occhi aperti controlla il percorso.

FASE 2: Il soggetto riproduce l’esperienza motoria con varie modalità: se bendato, con strumento e materiale modellabile o con pennello grande su foglio; a occhi aperti, sull’operatore ecc.

3. Consegna mista (tattile e motoria)

Consegna: L’operatore fa toccare al soggetto bendato il punto di partenza, posto sul pavimento, e fa raggiungere, contando i passi, il punto di arrivo, che fa toccare.

FASE 1: Il soggetto fa l’esperienza motoria in autonomia, da punto di partenza, bendato, contando i passi, per raggiungere il punto di arrivo. A occhi aperti controlla il percorso.

FASE 2: Il soggetto riproduce l’esperienza motoria con varie modalità: se bendato, con strumento e materiale modellabile o con pennello grande su foglio; a occhi aperti, sull’operatore ecc.

Le consegne diverse servono per intervenire su problematiche differenti:

  • Consegna motoria, utile per il confronto tra “tanto” e “poco” e per intervenire sulla costanza della misura del passo.
  • Consegna verbale, utile per lavorare sulla misura del passo e sulle proporzioni
  • Consegna visiva con punti definiti, utile per lavorare sulla previsione delle distanze fra punti e sulla misura del passo.
  • Consegna mista con punti definiti, utile per lavorare sulle distanze fra punti e sulla misura del passo.

Valutazione

  • Il tempo: successione, durata, sincronia, struttura ritmica.
  • Lo spazio: spazio personale, extrapersonale lontano; peripersonale; noicentrico.
  • Funzioni esecutive: attenzione, memoria di lavoro, inibizione, flessibilità.
  • Percorso esecutivo: anticipazione con la consegna visiva; verifica; consapevolezza.
  • Immagini mentali: visuospaziali, motorie in prima e in terza persona; integrazione fra le immagini motorie e quelle visuospaziali.
  • Linguaggio verbale: Si può intervenire sull’integrazione fra competenze verbali e spaziali.

Figura 4.10 Riproduzione dell’esperienza con strumento e materiale modellabile

Figura 4.10 Riproduzione dell’esperienza con strumento e materiale modellabile

 

(8) Attività di integrazione multimodale spazio personale/extrapersonale lontano

– Direzioni

Struttura delle attività di integrazione multimodale

  1. Consegna (motoria, verbale, tattile, visiva con scambio di ruoli, mista)
  2. Fase 1: Esperienza sensorimotoria
  3. Fase 2: Riproduzione di una dell’esperienza

Struttura specifica dell’attività Direzioni

Movimento ritmico: succedersi regolare di piccoli spostamenti sull’asse longitudinale,

per raggiungere direzioni differenti con numeri differenti di piccoli spostamenti.

Descrizione

Con questa attività si interviene sulla sincronia e si inizia a preparare l’intervento sulla “navigazione”.

Di base non si corregge, ma si cerca di comprendere la logica dell’errore.

Le consegne possono essere di diverso tipo.

1. Consegna motoria

Consegna: L’operatore si posiziona di fronte o dietro al soggetto con l’intenzione di trovare una corrispondenza fra il proprio piano sagittale e il piano sagittale del soggetto, e, stando fermo, induce la consegna motoria al soggetto bendato usando due punti chiave, sullo sterno e fra le scapole, facendo ruotare sul proprio asse longitudinale per diversi gradi.

FASE 1: Il soggetto fa l’esperienza motoria in autonomia, bendato, della stessa rotazione.

FASE 2: Il soggetto riproduce l’esperienza motoria con varie modalità: se bendato, con strumento e materiale modellabile o con pennello grande su foglio; a occhi aperti, sull’operatore ecc.

2. Consegna verbale

Consegna: L’operatore dà una delle seguenti consegne: “Fai un giro intero (mezzo giro) a destra/sinistra”.

FASE 1: Il soggetto fa l’esperienza motoria in autonomia, bendato, della stessa rotazione.

FASE 2: Il soggetto riproduce l’esperienza motoria con varie modalità: se bendato, con strumento e materiale modellabile o con pennello grande su foglio; a occhi aperti, sull’operatore ecc.

3. Consegna visiva con oggetto

Consegna: L’operatore fa vedere un oggetto (ad es. una sagoma) con una direzionalità molto chiara.

FASE 1: Il soggetto fa l’esperienza motoria in autonomia, bendato, della rotazione.

FASE 2: Il soggetto riproduce l’esperienza motoria con varie modalità: se bendato, con strumento e materiale modellabile o con pennello grande su foglio; a occhi aperti, sull’operatore ecc.

4.Consegna tattile

Consegna: L’operatore fa toccare al soggetto bendato un oggetto (ad es. una sagoma) con una direzionalità molto chiara.

FASE 1: Il soggetto fa l’esperienza motoria in autonomia della rotazione.

FASE 2: Il soggetto riproduce l’esperienza motoria con varie modalità: se bendato, con strumento e materiale modellabile o con pennello grande su foglio; a occhi aperti, sull’operatore ecc.

Valutazione

  • Il tempo: successione, durata, sincronia, struttura ritmica degli spostamenti.
  • Lo spazio: spazio personale, extrapersonale lontano (visivo); peripersonale in F2; noicentrico.
  • Funzioni esecutive: attenzione, memoria di lavoro, inibizione, flessibilità.
  • Percorso esecutivo: verifica; consapevolezza.
  • Immagini mentali: visuospaziali, motorie in prima e in terza persona; integrazione fra le immagini motorie e quelle visuospaziali.
  • Linguaggio verbale: Si può intervenire sull’integrazione fra competenze verbali e spaziali.

INDICE

CONCLUSIONE

Tutte le attività proposte, oltre a migliorare nel bambino le competenze motorie, vengono utilizzate anche per la generazione, il mantenimento nella memoria di lavoro e per la conservazione di quelle che sono le immagini mentali. Solo dopo aver lavorato su queste, possiamo proporre attività che richiedono operazioni sulle immagini mentali, sia visuospaziali che motorie.

In questo metodo le immagini mentali sono contemporaneamente il prodotto dei percorsi esecutivi e il tramite per eseguire al meglio le attività presentate.

In questo caso clinico specifico, è importante lavorare sulle immagini mentali per creare in lui, attraverso le esperienze dirette, processi di simulazione mentale, di anticipazione su ciò che accadrebbe in un’analoga situazione, evitando così il procedimento per tentativi di errore.

Viene scelto questo tipo di trattamento, poiché il caso clinico, avente diagnosi di DCM ha evidenziato difficoltà nell’adottare, durante la valutazione, una prospettiva in prima persona o egocentrica, poiché non percepisce i suoi gruppi muscolari, come una rappresentazione del proprio corpo, ma come un oggetto, ossia come prospettiva esterna, in terza persona.

Il lavoro potrà sembrare incentrato solo su aspetti prettamente motori, ma utilizzando un trattamento che si basa sull’Embodied Cognition, che a sua volta utilizza i neuroni specchio, si ipotizza che ci sarà un miglioramento della comprensione, questo perché sostenendo che le conoscenze semantiche si fondino su meccanismi sensitivo-motori, si prevede che per il recupero del significato di una parola sia necessaria la riattivazione dello stesso sistema neurale motorio e sensitivo che viene attivato quando si interagisce con l’oggetto cui la parola fa riferimento. I termini astratti, compresi per analogia attraverso l’attivazione di schemi motori e di esperienze concrete, godrebbero quindi di una rappresentazione più ampia e diffusa affinchè possano essere “simulati” tutti gli schemi motori e sensitivi in cui il concetto astratto è stato esperito.

Quindi, si può dedurre che grazie a questo trattamento, il bambino, vivendo in prima persona delle esperienze sensorimotorie e creandosi così delle immagini mentali, possa, nell’arco di un periodo, migliorare dapprima le sue difficoltà a livello motorio, ma a tempo stesso migliorare le sue difficoltà sul piano linguistico, andando a migliorare la comprensione con la padronanza di immagini mentali.


  • 1 Risoli, Antonietti. Il corpo al centro. Dalla teoria alla riabilitazione con il metodo SaM. In Psychologica. Milano, LED Edizioni Universitarie (2015) pp.51-56
  • 2 Risoli, Intervento neuropsicologico embodied. Il metodo SaM: manuale operativo. In Carocci Faber Professioni sanitarie (81). Roma, Carocci Faber Editore (2019) pp.61-63
  • 3 Risoli, Intervento neuropsicologico embodied. Il metodo SaM: manuale operativo. In Carocci Faber Professioni sanitarie (81). Roma, Carocci Faber Editore (2019) pp.63-65
  • 4 Risoli, Intervento neuropsicologico embodied. Il metodo SaM: manuale operativo. In Carocci Faber Professioni sanitarie (81). Roma, Carocci Faber Editore (2019) pp.65-68
  • 5 Risoli, Antonietti. Il corpo al centro. Dalla teoria alla riabilitazione con il metodo SaM. In Psychologica. Milano, LED Edizioni Universitarie (2015) pp.60-61

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