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LE BASI TEORICHE DELLO STRUMENTO DI OSSERVAZIONE DELLA RELAZIONE MAMMA - BAMBINO

Negli ultimi trent’anni sono stati messi a punto diversi strumenti che permettessero di valutare la sensibilità materna all’interno della relazione mamma-bambino nel corso della prima infanzia.

La prima ad ideare una scala unidimensionale di valutazione della sensibilità materna, che permettesse di differenziare modalità di comportamento sensibili o non sensibili, fu Mary Ainsworth[18] nel 1978, sulla base delle teorie dell’attaccamento di Bowlby3. 

Negli anni successivi sono stati definiti sistemi di codifica che permettessero di valutare non solo la modalità di interazione della madre, ma anche il contributo del bambino all’interno della relazione.

Negli anni 1979-2004 Patricia Crittenden ha messo a punto un nuovo strumento di valutazione dell’attaccamento, il CARE-Index,[19] al fine di poter valutare la sensibilità materna nel contesto diadico, ossia “la sensibilità che l’adulto mette in gioco in ogni pattern di comportamento che fa sentire bene il bambino, che aumenta il suo benessere e la sua attenzione e, contemporaneamente, diminuisce la sua sofferenza e il suo disimpegno”[20] (Crittenden, 1979-2004).

Nell’interazione viene descritto come “sensibile” ogni comportamento materno che porti ad uno stato di piacere e benessere nel bambino e che vada a ridurre la sua situazione di disagio, tenendo conto delle sue specifiche caratteristiche individuali.

Questo strumento, quindi, a differenza di altri strumenti di misurazione dell’interazione, permette di elaborare una valutazione diadica, che assegna un indice sia all’adulto sia al bambino, enfatizzando maggiormente la sintonizzazione affettiva tra i due soggetti.

La rilevazione viene fatta attraverso una videoregistrazione di gioco della diade, della durata di 3-5 minuti, in cui la mamma viene invitata a comportarsi come d’abitudine con il proprio bambino.

Durante la procedura di codifica si focalizza l’attenzione su sette aspetti del comportamento dell’adulto e del bambino; essi sono: espressione facciale, espressione vocale, posizione e contatto corporeo, espressione d’affetto, ritmo dell’interazione, controllo dell’attività e sviluppo dell’appropriatezza dell’attività

Ciascun adulto e, separatamente, ciascun bambino, vengono valutati su ognuno di questi sette aspetti del comportamento interattivo.

Sulla base delle valutazioni emerse è possibile classificare gli adulti in tre diverse scale: “sensibile”, “controllante”, “non responsivo”. Le scale per il bambino sono invece quattro: “cooperante”, “difficile”, “compulsivo”, “passivo”.

Il punteggio finale può variare da 0 a 14, da una sensibilità pericolosamente deficitaria a una sensibilità eccezionale.

Sulla base delle teorie di Daniel Stern e dell’esperienza di Patricia Crittenden, Margherita Moioli ha, infine, messo a punto negli ultimi anni il Neuropsychomotor Video Analysis of Parent Child Interaction (NVA),[21] uno strumento per l’osservazione strutturata, la valutazione e la codifica di sequenze videoregistrate di interazioni genitore-bambino nei primi tre anni di vita.

Attraverso questo strumento l’osservatore ha la possibilità di valutare, separatamente, i comportamenti della figura di accudimento e quelli del bambino, ponendoli poi in relazione tra loro per andare a visualizzare a livello grafico-quantitativo i comportamenti di entrambi i soggetti all’interno della relazione.

Questo nuovo sistema di codifica soddisfa pertanto il bisogno di trovare una sintesi capace di restituire informazioni sempre più dettagliate rispetto a come il genitore e il bambino “stanno insieme”.

L’NVA si propone, dunque, di integrare gli aspetti informativi già presenti nelle altre scale, fornendo categorie comportamentali maggiormente specifiche e descrittive e consentendo di definire la relazione madre-bambino sulla base di sette diverse modalità di interazione.

La scala è strutturata in modo da collocare al centro le modalità relazionali adeguate (categoria “sensibile” per l’adulto e “partecipativo” per il bambino) con una doppia polarità negativa che va da un lato verso l’allontanamento e dall’altro verso l’avvicinamento eccessivo e l’intrusività.

Lo scopo dell’utilizzo della videoregistrazione è quello di andare a valutare i comportamenti manifesti dei genitori e dei bambini nell’interazione.

Immediatamente dopo aver effettuato la videoregistrazione, quest’ultima viene rivista dall’esaminatore che compila la scheda mamma-bambino.

In alcuni casi è possibile utilizzare il video, in altri solo le osservazioni emerse dalla scheda per la restituzione ai genitori.

Nell’ambito del colloquio di restituzione assume una grande importanza la creazione e il mantenimento di un’alleanza terapeutica ottimale al fine di aiutare il genitore a maturare una nuova e migliore esperienza del Sé in relazione con il proprio bambino.

Attraverso un’osservazione differita del momento di gioco della coppia mamma-bambino, il terapista cerca di individuare le sequenze comportamentali interattive che divergono da una modalità di interazione fisiologica, prestando particolare attenzione ai comportamenti di un soggetto in risposta alle azioni dell’altro.

A partire dai comportamenti emersi nell’osservazione si tenterà con i genitori di individuare le modalità comunicative a cui il bambino si mostra maggiormente interessato e a cui è capace di rispondere.

Lo scopo di questo intervento è quello di andare a sostenere modalità di comportamento e di comunicazione funzionali alla crescita del bambino e della relazione all’interno della diade, disincentivando eventuali atteggiamenti materni non funzionali alla relazione.

Ciò che è importante non è tanto l’andare a individuare eventuali comportamenti negativi attuati dalla madre, quanto il riconoscere eventuali risorse e comportamenti positivi ed incentivarli, al fine di permettere alla madre di riconoscere i punti di forza sui quali basarsi all’interno della relazione.

Il sistema NVA si avvale infine di un programma informatico appositamente predisposto per l’elaborazione dei dati, grazie al quale è possibile ricavare un grafico rappresentativo della correlazione esistente all’interno della diade mamma-bambino.

Caratteristica peculiare di questo strumento è quella di poter ottenere valori descrittivi per ogni categoria comportamentale, mettendo in luce gli eventuali punti di forza e di debolezza della diade e mostrandosi quindi particolarmente utile nell’ambito di progetti di intervento o di screening precoce del rischio.


[18] Ainsworth M.A. Modelli di attaccamento e sviluppo della personalità. Scritti scelti. Milano: Raffaello Cortina Editore, 2006

[19] Crittenden P.M. CARE-Index: Coding Manual. Unpublished manuscript. Miami 1979-2004

[20] Imbasciati A., Dabrassi F. Il CARE-Index, rivista telematica Psychomedia. Settembre 2008

[21] Moioli M, Gazzotti S, Walder M. Neuropsychomotor Video Analysis of parent and child interaction/NVA. in Psicomotricità  2010; 14 (1):  32-38


 

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