COMPARAZIONE E DISCUSSIONE DEI RISULTATI DELLA VALUTAZIONE - Analisi delle Abilità Rappresentative in casi con Disabilità Intellettiva Lieve

comparazione dei risultati ottenuti dai diversi bambini nelle prove sullo schema corporeo

Figura 65: comparazione dei risultati ottenuti dai diversi bambini nelle prove sullo schema corporeo.

Tutti i bambini possiedono una buona conoscenza, a livello concettuale, delle principali parti del corpo e ottengono punteggi molto alti. Risulta significativa la differenza di prestazione tra questa prova e quella di riproduzione dei gesti: per tutti i bambini, eccetto Riccardo, il compito di riproduzione dei gesti risulta più difficoltoso e i punteggi si abbassano notevolmente. La copia di posture implica la capacità di riconoscere nell’altro i rapporti tra segmenti corporei e il loro orientamento nello spazio, di rapportarli a sé e riprodurli grazie alla percezione e rappresentazione mentale del proprio corpo. La riproduzione di gesti quindi implica processi rappresentativi più elaborati rispetto al riconoscimento delle parti del corpo. Un calo della prestazione in quest’ambito risulta perciò plausibile in quanto le abilità rappresentative sono uno degli aspetti più problematici nella disabilità intellettiva.

comparazione dei risultati ottenuti dai diversi bambini nelle prove del dominio spaziale

Figura 66: comparazione dei risultati ottenuti dai diversi bambini nelle prove del dominio spaziale.

Nell’area dei concetti topologici i bambini riportano risultati disparati. Ad eccezione di Jacopo, tutti riscontrano delle difficoltà; in particolare Cinzia, che ottiene punteggio nullo. I concetti che in generale hanno creato maggiore problematicità, sono stati i rapporti proiettivi davanti, dietro, e di fianco. Il riconoscimento delle relazioni spaziali proiettive nelle prove di posizionamento infatti è legato alle capacità di “decentramento” del soggetto e implica quindi la possibilità di rappresentarsi il proprio corpo o l’oggetto in un posto diverso da quello in cui si trova realmente (Simonetta, 2014).

Nelle prove di memoria ed elaborazione visuo-spaziale si osserva invece una concordanza nei risultati dei diversi bambini. Per tutti, i punteggi sono stati abbassati dalla prova di rotazione del tubo. La prova implica la capacità di operare una rotazione dell’immagine mentale su un piano puramente rappresentativo, cosa che nessun bambino si è dimostrato in grado di fare. Il punteggio di Jacopo è inferiore a quello degli altri in quanto, rispetto a loro, ha riscontrato difficoltà anche nella memorizzazione di semplici disposizioni di oggetti nello spazio.

Nell’area delle abilità visuo-costruttive spicca il punteggio positivo di Riccardo, mentre tutti gli altri bambini riportano punteggi compresi nella fascia media o al suo limite. In tutti i casi, compreso Riccardo, le difficoltà maggiori sono state riscontrate nella costruzione di una struttura tridimensionale grande (con i cubi di gommapiuma) su copia del modello grafico. Questa prova infatti, oltre a richiedere un’analisi accurata del modello e una buona organizzazione del materiale, implica anche una più elaborata pianificazione, nonché la possibilità di rappresentarsi la struttura secondo più punti di vista per poterla ricostruire in uno spazio senso-motorio. Soltanto Cinzia e Cesare, che presentano i punteggi minori, riscontrano difficoltà nella ricomposizione di una figura tagliata in quattro pezzi. Al contrario, tutti i bambini ottengono risultati piuttosto buoni nella riproduzione di una struttura bidimensionale.

comparazione dei risultati ottenuti dai diversi bambini nel dominio dell’azione

Figura 67: comparazione dei risultati ottenuti dai diversi bambini nel dominio dell’azione.

Nel dominio dell’azione, le prove sulla pianificazione prassica in compiti semplici sono quelle andate meglio. I punteggi, eccetto quello più alto di Riccardo e quello leggermente più basso di Marco, risultano piuttosto concordi e si collocano nella fascia medio-alta. Le difficoltà riscontrate dai bambini in questo ambito sono legate agli aspetti di ideazione motoria e di adattamento dello schema

d’azione a oggetti o compiti poco usuali /conosciuti, più che ad aspetti puramente esecutivi.

La prova di problem solving prassico risulta la più complessa per tutti i bambini. Cesare è l’unico a risolvere in maniera autonoma il compito delle matrioske. Marco e Cinzia, anche su facilitazione, non lo portano a termine. Questi dati sono significativi e confermano quanto gli aspetti di scelta strategica e flessibilità cognitiva risultino inficiati nella disabilità intellettiva.

Nelle prove di rappresentazione del gesto si osservano due gradi di prestazione: da una parte Jacopo, Riccardo e Cesare ottengono risultati simili dimostrando di comprendere le richieste di simbolizzazione del gesto; dall’altra Cinzia e Marco ottengono lo stesso punteggio, ma rispetto agli altri tre bambini riscontrano grosse difficoltà nel comprendere il compito e necessitano di un sostegno continuo da parte dell’adulto. I risultati rispecchiano le osservazioni fatte sul gioco: né Cinzia né Marco infatti accedono al gioco simbolico.

comparazione dei risultati ottenuti dai diversi bambini nel dominio verbale e categorizzazione

Figura 68: comparazione dei risultati ottenuti dai diversi bambini nel dominio verbale e categorizzazione.

Nella prova di categorizzazione, la maggior parte dei bambini (tre su cinque) ottiene un punteggio pieno dimostrando di saper classificare degli elementi per colore, forma e dimensione. Cinzia e Marco sono gli unici a trovare difficoltà: Cinzia nella suddivisione per dimensione, Marco sia in quella per dimensione che in quella per forma.

Nel ragionamento verbale osserviamo una concordanza tra i punteggi dei bambini (tutti pari a 2), a eccezione di quello di Cinzia che si colloca in una fascia inferiore confermando le sue difficoltà di produzione e comprensione verbale. La prova più problematica per tutti è stata quella degli indovinelli, in cui viene richiesta un’elaborazione e un ragionamento su concetti verbali astratti. I dati sono conformi al quadro di disabilità intellettiva lieve, in cui il pensiero astratto è una delle criticità principali.

Nell’ambito della produzione descrittivo-narrativa si evidenziano due livelli di punteggio: Jacopo, Riccardo e Cesare si collocano nella fascia medio-alta; Cinzia e Marco in quella medio-bassa. I primi tre bambini presentano una buona iniziativa comunicativa e in seduta raccontano spontaneamente fatti personali; sono in grado di formulare semplici discorsi sebbene in maniera poco organizzata. Per Cinzia e Marco invece l’eloquio e il racconto sono meno spontanei e, sia nella narrazione di fatti personali che nella descrizione di immagini, si limitano in genere a rispondere alle domande della terapista o a completarne le frasi.

La prova sul riconoscimento delle relazioni logico-temporali è la più problematica di questo dominio e ha confermato come, per tutti i bambini, i concetti temporali di prima e dopo siano ancora poco assimilati. Riccardo è l’unico bambino a sequenziare correttamente due serie di immagini, dimostrando di fare più fatica a comprendere le relazioni logiche che quelle temporali. Jacopo e Marco non sequenziano correttamente nessuna serie di immagini.

comparazione dei risultati ottenuti dai diversi bambini nel dominio della teoria della mente

Figura 69: comparazione dei risultati ottenuti dai diversi bambini nel dominio della teoria della mente.

Al “compito di Max” solo Riccardo dimostra di comprendere il concetto di falsa credenza e quindi di possedere un’emergente consapevolezza riguardo alla possibile discordanza tra pensiero proprio e pensiero altrui e, più in generale, tra pensiero e realtà effettiva. La maggioranza dei bambini dimostra comunque di comprendere la storia e risponde coerentemente alle domande di prova. Solo non appare in grado di rappresentarsi la trama narrativa, infatti non risponde a nessuna domanda.

Nel compito del ragazzo e il poliziotto si osservano ancora una volta due livelli di punteggio: Riccardo e Cesare dimostrano una buona capacità di decentramento e ottengono punteggio pieno. Gli altri tre bambini non comprendono il significato della richiesta ottenendo punteggio nullo.

comparazione dei risultati ottenuti dai diversi bambini nel dominio del gioco simbolico

Figura 70: comparazione dei risultati ottenuti dai diversi bambini nel dominio del gioco

I punteggi ottenuti nel gioco simbolico rispecchiano più in generale le difficoltà rappresentative di ciascun bambino in quanto si riferiscono alle capacità di simbolizzazione della realtà, di astrazione, creazione di cornici narrative caratterizzate da sequenze logico temporali, accesso alla realtà mentale dei personaggi (espressione di desideri e stati d’animo) e utilizzo coerente del linguaggio. Jacopo, Riccardo e Cesare ottengono punteggi che si collocano nella fascia media. I risultati di Cinzia e Marco sono invece molto bassi e rispecchiano la difficoltà dei due bambini ad accedere al gioco simbolico.

 

Considerazioni generali

Da un’analisi generale dei risultati, considerando la concordanza o similarità di punteggio tra i bambini, si delineano due gruppi: Jacopo, Riccardo e Cesare da una parte; Cinzia e Marco dall’altra. Il primo gruppo in generale presenta prestazioni migliori. Il secondo gruppo riscontra un andamento inferiore. I dati sono conformi alle caratteristiche dei bambini. Riccardo è il bambino più piccolo del gruppo, ma anche quello meno compromesso dal punto di vista intellettivo in quanto presenta un cognitivo borderline: nella maggior parte delle prove infatti

ottiene ottime prestazioni, spesso migliori rispetto a quelle dei suoi compagni. Jacopo e Cesare pur con differenze individuali, presentano un andamento delle prestazioni simile, che si colloca in genere leggermente al di sotto di quello di Riccardo, ma sopra a quello di Cinzia e Marco. Cinzia e Marco, d’altra parte hanno riscontrato difficoltà maggiori nell’esecuzione delle prove rispetto ai bambini del primo gruppo. Bisogna tenere in considerazione che Cinzia oltre al deficit intellettivo lieve presenta grosse difficoltà di linguaggio e le prove potrebbero essere state inficiate da una difficoltà nella comprensione delle consegne. Marco invece è il bambino più grande del gruppo, ma anche quello più compromesso in termini di funzionamento cognitivo in quanto presenta una disabilità intellettiva lieve al limite di quella moderata. I dati da una parte confermano la presenza di un deficit di rappresentazione mentale nel quadro clinico di disabilità intellettiva lieve, che aumenta all’accrescere della compromissione intellettiva; dall’altro dimostrano come ciascun caso presenti le sue peculiarità e necessiti di un trattamento personalizzato.

 

Punti critici

L’elaborazione del presente lavoro di tesi ha presentato diverse difficoltà. Numerosi autori parlano della rappresentazione mentale, manca tuttavia una linea teorica univoca e condivisa che ne descriva la natura e lo sviluppo. Si è cercato quindi di dare una visione generale riguardo alle teorie ad oggi più influenti, ed evidenziare le principali differenze presenti tra le diverse correnti di pensiero. Inoltre è stato difficile trovare in letteratura pubblicazioni che trattassero il tema delle abilità rappresentative in ambito terapeutico-riabilitativo in età prescolare.

Sono state incontrate altre criticità nella stesura della scheda di osservazione, in particolare è stato difficile elaborare una classificazione degli ambiti della rappresentazione mentale e trovare il modo di valutare aspetti puramente rappresentativi all’interno di prove complesse che implicano competenze differenti; nonché scegliere una modalità coerente con cui quantificare le prestazioni nelle varie prove per poter svolgere un confronto finale dei dati.

Per quanto riguarda il trattamento non sono state trovate linee guida per un intervento neuropsicomotorio mirato su questi aspetti, adeguato all’età e alle caratteristiche del quadro di disabilità intellettiva lieve. Il trattamento è stato impostato secondo un approccio neuropsicomotorio, in cui sulla base di una buona relazione terapista-bambino si è cercato di proporre attività congrue agli obiettivi terapeutici, ma che allo stesso tempo assecondassero gli aspetti motivazionali dei bambini.

Infine, sono state fronteggiate alcune difficoltà tempistiche. La lunghezza della scheda di osservazione elaborata ha richiesto molte sedute per la sola somministrazione delle prove, limitando il tempo da dedicare al trattamento neuropsicomotorio e impedendo di effettuare una rivalutazione finale dei bambini in prospettiva di un’analisi dei risultati del trattamento. Considerando il quadro clinico della disabilità intellettiva, che vede flessibilità e apprendimento come punti critici, si presuppone la necessità di un trattamento a lungo termine per poter osservare dei risultati nell’area della rappresentazione mentale. Si considera quindi opportuna una prosecuzione del progetto con lo scopo di verificare il raggiungimento degli obiettivi, l’efficacia delle strategie e valutare le effettive possibilità di evoluzione dei bambini.

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