Comunicazione non verbale nei bambini - INTRODUZIONE

Nella vita di tutti i giorni, nei rapporti con gli altri, viviamo momenti in cui siamo consapevoli di come stiamo, come agiamo, ed altri in cui invece le motivazioni o i sentimenti che ci spingono ad agire rimangono nel nostro inconscio. Il corpo registra emozioni di tutti i tipi e risponde attraverso messaggi non verbali che vengono chiaramente recepiti dagli altri, anche se non sono emessi in modo consapevole.

Nella società attuale impieghiamo tempo ed energia ad apprendere, oltre alla nostra lingua madre, anche altri linguaggi.Quello del corpo è divenuto col tempo un linguaggio straniero. E pure, ancor prima del mezzo vocale, costituisce il nostro linguaggio primordiale: è attraverso il corpo che riceviamo i primi messaggi dall’esterno ed è sempre attraverso il corpo che comunichiamo con le figure primarie di accudimento.

Sin da quando il bambino è immerso nel liquido amniotico riceve sensazioni che lo rendono un tutt’uno con la madre: vive in un ambiente invariante, che lo avvolge totalmente. Vive in uno stato di fusione, in uno stato di benessere e completezza senza bisogni e frustrazioni. La nascita pertanto costituisce un trauma: verrà assalito da una miriade di sensazioni che vengono dall’esterno, che passano attraverso il suo corpo e che si esprimono attraverso esso; così: il freddo, la luce, gli odori, gli altri corpi e gli oggetti ed ancora tutte le sensazioni connesse con l’oralità, e la fisiologia anale ed uretrale.

In questa fase di sradicamento da quello che era l’ambiente totalmente gratificante e protettivo, che è l’utero materno, si trova in una situazione di diffusa perdita. Infatti il neonato possedendo il sistema neuromotorio non ancora maturo, dotato di tutta una serie di riflessi arcaici che gli permettono di adattarsi alla nuova situazione in cui si trova e quindi di “sopravvivere”, non sarà in grado, se non con la crescita, di usare la motricità volontaria di cui è corredato. Contrapposta a questa immaturità fisiologica c’è però un sistema tonico perfettamente sviluppato sia dal punto di vista sensitivo che da quello motorio che gli consente di “vivere” con il proprio corpo attraverso il corpo dell’altro, in particolar modo quello materno e delle figure dell’ambiente primario.

E’ attraverso l’organizzazione molto arcaica di tale sistema tonico che il bambino ha i primi incontri con il mondo che via, via creano la coscienza di ciò che vive in se.

Con questo suo primo mezzo di comunicazione, definito tonico – emozionale, il bambino incontra la madre; incontrarla significa venire a contatto innanzitutto una sensazione tattile e olfattiva, la pelle dell’altro, il suo calore, l’odore, ma soprattutto entrare in contatto con il sistema tonico emozionale dell’altro.

Da tale contatto può nascere un’armonia o una disarmonia a seconda della disponibilità percettiva di scambio a questo livello. Questo è il presupposto per una comunicazione autentica.

Ne consegue che un accordo armonico crea una comunicazione adeguatamente soddisfacente per la sicurezza affettiva del bambino.

Una testimonianza dell’indissolubilità di questa primaria fonte di comunicazione si ritrova nel comportamento del bambino stesso, che, anche dopo la nascita, continua a recepire il corpo della madre confuso col suo e solo successivamente diventerà fonte di sicurezza, modello di apprendimento e di differenziazione del Sé.

Il corpo della madre ed il suo comunicano attraverso un susseguirsi di tensioni e rilassamenti del tono muscolare in relazioni ad eventi quotidiani. Esempi sono il bambino, che, non ancora capace di parola, reagisce allo stimolo della fame con un irrigidimento muscolare seguito dal pianto, o le scariche motorie dei primi mesi alla vista dell’adulto che aumentano se questi ha intenti comunicativi con lui.

In ogni caso è la qualità dell’espressione del dialogo tonico che influenzerà il futuro sviluppo del bambino. A confermarlo ci sono gli studi di Wallon, il quale ne sottolineava l’importanza per lo sviluppo della sensibilità corporea e dell’affettività in funzione dell’acquisizione dello schema corporeo (1980); Spitz lo associa al contenimento e alla manipolazione del bambino come fattori indispensabili per lo sviluppo armonico delle funzioni psichiche (1973). Winnicot lo ritiene un fattore essenziale per la realizzazione delle proprie potenzialità e come base dello sviluppo della personalità (1987); Bick base insieme al contenimento per il corretto sviluppo psicomotorio in particolare per quanto riguarda l’organizzazione spazio-temporale (1970). Ajuriaguerra sottolinea l’importanza degli affetti della relazione tonico affettiva madre bambino per lo sviluppo psicomotorio e la formazione dello schema corporeo (1979), la Mahler lo ritiene il mezzo per assicurare continuità tra le fasi di crescita psicologica del bambino, per l’acquisizione dello schema corporeo e per una buona immagine di se (1960), Lapierre ed Aucouturier sostengono che la relazione tonica madre-bambino ponga le basi della personalità (1982).

Tratto da www.neuropsicomotricista.it  + Titolo dell'articolo + Nome dell'autore (Scritto da...) + eventuale bibliografia utilizzata

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